EUGENIO MONTALE
GÖTTERDÄMMERUNG
Si legge che il crepuscolo degli Dei
stia per incominciare. È un errore.
Gli inizi sono sempre inconoscibili,
se si accerta un qualcosa, quello è già
trafitto dallo spillo.
Il crepuscolo è nato quando l’uomo
si è creduto più degno di una talpa o di un grillo.
L’inferno che si ripete è appena l’anteprova
di una ‘prima assoluta’ da tempo rimandata
perché il regista è occupato, è malato, imbucato
chissà dove e nessuno può sostituirlo.
(da Satura, 1970)
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Scrive bene Giorgio Zampa nell’introduzione al volume che raccoglie tutte le poesie di Eugenio Montale: “Satura è il libro dell’Attesa, scritto da un lirico che guarda a se stesso come da un altro pianeta e alla propria poesia, alle figurazioni, ai motivi di questa come a realtà in mezzo ad altre. Sotto il segno dell’Attesa tutto assume carattere escatologico, rientra tra le Grandi Questioni”. Così, Montale, ormai settantenne, si abbandona sempre più spesso a considerare il mondo da un punto di vista diverso, alleggerito, disincantato da una vena ironica nella voce e nello sguardo – anche il Dio Creatore, anche il destino ultimo dell’uomo e del cosmo, persino la sua fine restano impelagati in questa palude dove tutti annaspano, visto che “Il tempo non conclude / perché non è neppure incominciato. / È neonato anche Dio”.
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ARTUR RACKHAM, “LE NORME TESSONO IL FILO DEL DESTINO”
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LA FRASE DEL GIORNO
Attendo con la fiducia di non sapere / perché chi sa dimentica persino / di essere stato in vita.
EUGENIO MONTALE, Satura
2 commenti:
...devo dire che mi è difficile.
...solo una considerazione...l'età/maturità...la "fine".... molte volte tende a semplificare la "vita".
ciaoo Vania
è una poesia non facile, certo... tratta della condizione umana e delle Grandi Questioni, a una certa età probabilmente emergono con maggiore intensità
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