RAINER MARIA RILKE
SONETTI A ORFEO, II,III
Specchi: mai ancora nessuno ha descritto
sapendo quale sia la vostra essenza.
Voi come fitti di fori i crivelli
colmi interstizi del tempo.
Voi che dissipate il vuoto della sala
al tramonto, come boschi, sconfinati...
E cervo ramoso il lampadario attraversa
il vostro varco impenetrabile.
Talvolta siete colmi di pitture.
E pare che alcune trapassino in voi,
altre le respingete con timore.
Ma la più bella resterà. Fin quando
nelle sue guance non dischiuse
penetri il chiaro dissolto Narciso.
(da Sonetti a Orfeo, 1922 – Traduzione di Massimo Bacigalupo)
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Gli specchi entrano spesso nelle poesie e nella letteratura. Memorabile Jorge Luis Borges che in Finzioni scrisse: “Debbo la scoperta di Uqbar alla congiunzione di uno specchio e di un'enciclopedia. Lo specchio inquietava il fondo d'un corridoio in una villa di via Gaona. (…) Scoprimmo (a notte alta questa scoperta è inevitabile) che gli specchi hanno qualcosa di mostruoso. Bioy Casares ricordò allora che uno degli eresiarchi di Uqbar aveva giudicato che gli specchi, e la copula, sono abominevoli, poiché moltiplicano il numero degli uomini”. Abbiamo incontrato un paio di mesi lo specchio che rifletteva Sylvia Plath e la sua enorme inquietudine e ancora prima lo specchio dell’amata, invidiato da Fabio Fiallo. Ora è la volta di un grande del Novecento, il poeta tedesco Rainer Maria Rilke, interprete della spiritualità del mondo e dell’immanenza: mirabile l’immagine del lampadario-cervo – e chi ha visto quei grandi lampadari fatti con le corna nelle case di montagna o della Mitteleuropa potrà apprezzarla ancora di più.
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HENRI DE TOULOUSE-LAUTREC, “AUTORITRATTO 1880”
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LA FRASE DEL GIORNO
Lo specchio non capta altro se non altri specchi, e questo infinito riflettere è il vuoto stesso, (che, lo si sa, è la forma).
ROLAND BARTHES, L’impero dei segni
René Karl Wilhelm Johann Josef Maria Rilke, noto come Rainer Maria Rilke (Praga, 4 dicembre 1875 – Les Planches, 29 dicembre 1926), scrittore, poeta e drammaturgo austriaco di origine boema. È celebre soprattutto per le Elegie duinesi i Sonetti a Orfeo e I quaderni di Malte Laurids Brigge. La sua poesia, influenzata da Nietzsche, vede una realtà senza consolazioni.
4 commenti:
...diciamo che preferisco..."lo specchi dell'amata"....almeno stamattina.:)))
...ha un che di sconcertante lo specchio per l'Uomo/Uomo.
...tocca delle note incisive/che incidono questa poesia.
ciaooo Vania
A me gli specchi non inquietano, mi affascinano certi loro riflessi iridescenti piuttosto
..si Daniele, hai ragione...mi sono dimenticata a volte.
...credo che lo specchio, sia un recipiente che "raccoglie" i nostri anni...e ci figura la verità dei nostri tratti somatici indiscutibilmente.
.... il senso di inquetudine/meraviglia/sconcerto che scrivevo prima era riferito a questo.....Uomo / Donna
...per quanto riguarda invece il "dentro" (specchio come metafora della vita consapevole) ....si può fare senz'altro a meno degli specchi.:)
...P.s....oggi pomeriggio (prima) ho cominciato il mio vecchio specchio con le conchiglie...chissà come verrà ........:)))
...chissà se te lo farò vedere.:)
...e poi gli specchi in casa (Arredamento) anno la facoltà di ingrandire gli ambienti...quindi mi piacciono un sacco...meno pulirli ;))
ciaoo Vania
mi incuriosisce lo specchio con conchiglie, due delle cose che più mi intrigano
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