domenica 12 luglio 2009

Connelly e la crisi

Michael Connelly è un noto e apprezzato giallista americano: sua è la serie con il detective Harry Bosch che annovera titoli quali “La bionda di cemento”, “il ragno” e “La memoria del topo”. Ora Connelly ha ripreso il personaggio di un altro suo celebre romanzo del 1996, “Il poeta”, per farne un seguito, intitolato “Lo spaventapasseri”: John McEvoy, giornalista di cronaca, apprende la notizia del suo prossimo licenziamento dovuto alla crisi, ed è incaricato di preparare alla professione la sua sostituta, Angela Cook, una donna giovane e assai meno costosa di lui. McEvoy tenta di chiudere la carriera con un ultimo scoop. Fin qui la trama.

Ma la crisi, che è stata lo spunto iniziale, ha travolto l’opera di Connelly: il fallimento dei maggiori quotidiani americani che fanno da sfondo al romanzo sono stati più rapidi dell’immaginazione e lo scrittore ha dovuto modificare la trama già due volte, e addirittura quando il romanzo era già stato consegnato all’editore. Un grosso colpo all’opera di Connelly arrivò dalla notizia della bancarotta chiesta dalla società che gestisce il Los Angeles Times, il quotidiano dove McEvoy lavora nella finzione. Era l’8 dicembre dello scorso anno. “Lo spaventapasseri” rischiava di uscire con una trama già superata dagli eventi. Inoltre McEvoy, licenziato dal giornale californiano, doveva tornare al vecchio quotidiano per cui scriveva, il Rocky Mountain News: nel febbraio di quest’anno la testata del Colorado ha chiuso, costringendo il povero Connelly a modificare nuovamente e sostanzialmente la trama prima di pubblicare infine il libro.

La letteratura di genere con questa crisi rischia di diventare un “instant book”: per gli scrittori meglio puntare sulla fantascienza o sul romanzo storico…

 



Immagine © Amazon

 

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LA FRASE DEL GIORNO
Credo di non aver confuso ancora mai la finzione con la realtà, anche se le ho mescolate in più di una circostanza come tutti quanti, non soltanto i romanzieri, non soltanto gli scrittori ma coloro che hanno raccontato qualcosa da quando è cominciato il nostro tempo conosciuto, e in questo tempo conosciuto nessuno ha fatto altro che raccontare e raccontare, o preparare e meditare il suo racconto, o ordirlo.
JAVIER MARIAS, Nera schiena del tempo

2 commenti:

Luciana Bianchi Cavalleri ha detto...

Impressivo, questo post.
Siamo in perpetuo divenire ed in continuo moto sul filo degli eventi. La capacità di gestire il cambiamento è indice di maturità, di consapevolezza e di forza di carattere, forgiate giorno per giorno dall'esperienza... certo, sapersi destreggiare non è sempre facile...

DR ha detto...

Sono tempi in cui l'incertezza è sovrana. Abbiamo perso tutte le nostre certezze, ogni cosa è provvisoria. Non ci sono quasi più solide basi sulle quali costruire.
Capita spesso che la realtà superi la fantasia e che sorpassi le vicende dei romanzi.