Agli albori della letteratura latina, dopo le anonime iscrizioni epigrafiche, i canti religiosi e le dodici tavole del diritto romano, la prima personalità compare nel III secolo a.C.: Appio Claudio Cieco, censore nel 312 e console nel 307 e nel 296, proveniente da una orgogliosa famiglia patrizia, fece costruire il primo acquedotto e la via che porta il suo nome, la Appia, per avvicinare Roma al mondo greco-italiota.
Di Appio ci restano solo alcune massime che denotano sentimenti liberali ed equilibrio orale, in spregio della sfrontatezza e della prepotenza. Perduta è un'orazione contro Pirro, molto famosa nel mondo antico, di cui Ennio testimoniò la violenza della requisitoria e la passione per la libertà del suolo romano dall'invasore.
MASSIME DI APPIO CLAUDIO CIECO:
Occorre conservare un animo equilibrato perché la tracotanza non generi frode e violenza.
(citata da Festo, in "De significatione verborum")
Quando vedi un amico, dimentichi le amarezze.
(citata da Prisciano, in "Institutio de arte grammatica")
Ciascuno è artefice della propria fortuna.
(citata da Sallustio, in "Epistulae ad Cesarem")
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LA FRASE DEL GIORNO
Per imparare bisogna essere umili. Ma la vita è la grande maestra.
JAMES JOYCE, Ulisse
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