domenica 24 maggio 2009

La “peste” di Tucidide

Uno dei grandi misteri della storia è cosa in realtà fu la “peste” che infuriò ad Atene tra il 430 e il 427 avanti Cristo, uccidendo un terzo della popolazione e lo stesso comandante, Pericle, spostando gli equilibri a favore di Sparta e chiudendo l’età dell’oro ateniese. È il morbo di cui parla Tucidide nella “Guerra del Peloponneso”: “A quanto si dice, comparve per la prima volta in Etiopia, al di là dell’Egitto, calò poi nell’Egitto e in Libia e si diffuse in quasi tutti i domini del re. Su Atene si abbatté fulmineo, attaccando per primi gli abitanti del Pireo” (II, 48). Tucidide, da bravo storico, elenca i sintomi: vampe al capo, arrossamento e gonfiore agli occhi, sangue dalla laringe e dalla lingua, respiro fetido e irregolare, febbre, starnuti e raucedine, attacchi di tosse, nausee, vomito, spasimi, eruzione di pustole, ulcerazioni.

Ora gli studiosi, dopo aver battuto svariate vie, sembrano giunti a una conclusione: non conoscono di preciso il tipo di virus, ma hanno limitato a due i responsabili dell’epidemia che avrebbe portato in pochi decenni Atene alla sconfitta. I paleopatologi sono divisi in due schieramenti: i tifosi della “Yersinia pestis” e i sostenitori della “Salmonella typhi” nel suo ceppo ancestrale. La peste, dunque, o la febbre tifoide. Ma molti dei sintomi indicati dallo scrupoloso Tucidide lasciano aperte altre strade: sindrome da shock tossico, antrace, Ebola, febbri emorragiche. O ancora lo scoppio e la diffusione contemporanea di varie epidemie, legate all’alto tasso di mortalità,al sovraffollamento, alle cattive condizioni igieniche e alla vicinanza degli animali.

L’ipotesi che si sia trattato di tifo è invece suffragata dal fatto che il virus attaccasse anche gli animali, e in particolare i cani. Sembra la teoria più verosimile: è sostenuta dai ricercatori dell’Università del Maryland e da A.W. Gomme, uno dei grandi commentatori di Tucidide. Di più, con i mezzi moderni, studiosi greci hanno analizzato frammenti di polpa dentaria di 150 scheletri dell’antico cimitero di Atene, il Kerameikos, isolandovi segmenti di acido nucleico compatibili con il batterio della Salmonella typhi. La difficoltà consiste nel fatto che i virus, proprio come gli uomini, non smettono di evolversi, e sono passati già 2400 anni.

 

La peste ad Atene (Immagine: Planeta Sedna)

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LA FRASE DEL GIORNO
Sii certo che per essere felici bisogna essere liberi e che per essere liberi bisogna mostrare il proprio coraggio, perciò non sottovalutare i pericoli della guerra.
TUCIDIDE, Guerra del Peloponneso

2 commenti:

Matteo Porretta ha detto...

sembra impossibile quindi determinare di che epidemia si trattasse?

DR ha detto...

Purtroppo, con i mezzi odierni, sì. Ma quello che è impensabile ora, fra mezzo secolo potrebbe essere realtà. È successo così anche con l'analisi del DNA.