GIORGIO CAPRONI
PERCH'IO...
... perch'io, che nella notte abito solo,
anch'io, di notte, strusciando un cerino
sul muro, accendo cauto una candela
bianca nella mia mente - apro una vela
timida nella tenebra, e il pennino
strusciando che mi scricchiola, anch'io scrivo
e riscrivo in silenzio e a lungo il pianto
che mi bagna la mente...
(da Il seme del piangere, 1959)
Che splendida poesia questa di Giorgio Caproni: è una metafora dell'ispirazione poetica, dello scrivere. Tutti noi che ci dilettiamo con racconti e poesie siamo come chi si sveglia di notte e rischiara il buio con la debole e tremolante fiamma di una candela: l'ispirazione, l'intuizione, l'analogia fulminante che costituisce il nocciolo stesso di una poesia, la trama segreta che sostiene un racconto. Il pensiero, l'immaginazione, la fantasia è quella luce che spazza angoli della mente, anche con dolore o angoscia o malinconia: noi poeti con le nostre candele dell'amore e del ricordo.
Fotografia: Pxhere
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LA FRASE DEL GIORNO
Sul foglio di carta / il poema si fa / come il giorno / sulla palma dello spazio.
OCTAVIO PAZ, Ritorno
Giorgio Caproni (Livorno, 7 gennaio 1912 – Roma, 22 gennaio 1990), poeta, critico letterario e traduttore italiano. Partito come preermetico attirato da uno scabro espressionismo, approdò a un ermetismo rivestito di un impressionismo idillico. Nella sua poesia canta soprattutto temi ricorrenti (Genova, la madre e Livorno, il viaggio, il linguaggio), unendo raffinata perizia metrico-stilistica a immediatezza e chiarezza di sentimento.
2 commenti:
bellissima quest'immagine di
una vela aperta nella notte...
luciana - comoinpoesia.com
Come una vela nella notte oscura del lago, davvero...
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