SERGIO SOLMI
ARTE POETICA
Sospirata parola, che alla fine
mi sei giunta, m'hai colto
in un momento di disattenzione,
e ti vuoi improvvisa, non cercata,
sfuggi al gesto raro, alla misura
esorbitante. D'una riga t'orli
di mare, gonfi in nube, ti dibatti
come colomba, sorgi in cima al semplice
respiro della voce, all'indolente
mano che ti scandisce, ed urgi - trepida
cosa tra cose - a collocarti in questa
calda, iridata, precisa esistenza.
(da Levania e altre poesie, 1956)
Il poeta reatino Sergio Solmi osì esprime l'essenza della poesia, l'ispirazione che preme e urge e chiede che i pensieri si tramutino in versi, che nascano sulla carta, attraverso la penna o una tastiera di computer, quasi che sia essa stessa a scriversi, a prendere vita, a respirare.
È un'impellenza che spinge a cercare un foglietto nelle tasche mentre si cammina o a fissare su un'agenda una veloce serie di parole mentre si lavora per rendere fisica quell'ispirazione momentanea e fugace, perché non sfugga come il sogno che dimentichiamo al mattino.
È così che sempre nasce la poesia, emozione non cercata, ma presentatasi improvvisa come un'amica accolta con gioia. È Solmi stesso a spiegarne il motivo: la poesia, che è movimento (mare, nube, colomba...), porta calore e colore nelle nostre vite.
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LA FRASE DEL GIORNO
La poesia è un pugno, da cui si ha la vista per un istante abbagliata.
ARTHUR RIMBAUD
Sergio Solmi (Rieti, 16 dicembre 1899 – Milano, 7 ottobre 1981), scrittore, poeta, critico letterario e saggista italiano. È stato poeta tanto originale quanto radicato nella tradizione italiana nonché felice traduttore. Come critico, si occupò di letteratura francese (Alain, Montaigne, Rimbaud), di paraletteratura e di Giacomo Leopardi.
2 commenti:
Ispirazione e poesia hanno un rapporto talvolta incomprensibile... non avresti potuto descriverlo meglio, Daniele!
L'una e l'altra percorrono vie imperscrutabili, poi s'affiancano....
ed ecco nascere una ad una le parole...
Luciana - comoinpoesia
È un mistero... Cammini per strada e, zac! Potrebbe accendersi una lampadina sulla testa, come nei fumetti. Allora frughi nelle tasche e ti fermi da qualche parte a scrivere. (Ho imparato a portarmi sempre dietro un piccolo quadernetto Moleskine...)
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