"Per me, «preghiera», è stare in silenzio in un bosco".
Trovo questa perla di saggezza in "Storia di Mario. Mario Rigoni Stern e il suo mondo", opera postuma dello scrittore di Asiago edita da Transeuropa.
Ci sono tre parole chiave in questa brevissima frase che definisce la preghiera:
1) stare, perché chi si rivolge a qualcosa di superiore, di trascendente, si deve porre davanti al mistero, piccola cosa a testa china di fronte all'immenso;
2) silenzio, perché isolarsi, porsi fuori dal mondo e dalle sue tentazioni, è l'unico modo per concentrarsi e fare il vuoto attorno: solo noi e Dio - qualunque Dio, si badi bene, dall'idolo animista al Dio delle tre religioni monoteiste;
3) bosco, perché è la sintesi delle altre due: nella cattedrale vivente che è questo insieme di alberi e foglie, di piante e animali, è possibile fermarsi e riflettere, appunto "pregare", porsi piccoli piccoli davanti all'infinito.
Ecco che il bosco sa diventare chiesa: chi non ha mai provato quella sensazione nel folto, nella penombra silenziosa, camminandovi? Rigoni Stern dunque ammonisce: "Curate i boschi, perché i boschi sono la ricchezza dell'Italia. I boschi curati, oltre che la ricchezza, danno anche pulizia all'aria, trattengono le acque selvagge, abbelliscono il paesaggio".
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LA FRASE DEL GIORNO
I lievi movimenti dell'animo come la commozione per il verso di un insetto. Orecchie capaci di sentire la musica degli oggetti. Una sensibilità in grado di avvertire, anche in un punto minuscolo, l'ordine della bellezza, i segreti dell'universo e persino la volontà divina.
BANANA YOSHIMOTO, L'ultima amante di Hachiko
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