Il 25 ottobre 1918, a un anno esatto dalla ritirata di Caporetto seguita alla rottura del fronte, il Comando Italiano diede il via alla grande offensiva per infrangere la linea austriaca nel tratto di saldatura tra il settore montano e quello del Piave di fronte al Montello per poi riuscire a travolgerlo e puntare su Conegliano e Vittorio Veneto.
L’improvvisa piena del Piave fece ritardare di qualche giorno l’azione risolutiva dell’8ª e della 10ª Armata. Ma il 29 ottobre l’attacco ordinato dal generale Armando Diaz riprendeva su tutto il fronte, dallo Stelvio all’Adriatico: la notte tra il 30 e il 31 l’esercito austriaco ripiegava in pianura e abbandonava il Grappa. L’Armata degli Altipiani si lanciò all’inseguimento delle colonne nemiche, stremate dalla stanchezza e avvilite dalla sconfitta oramai certa.
L’armistizio venne firmato a Villa Giusti e le operazioni belliche ebbero termine alle tre di pomeriggio del 4 novembre, una settimana prima della conclusione generale della guerra sul fronte occidentale. La Vittoria è infatti celebrata il 4 novembre solo in Italia: gli altri belligeranti celebrano l’11 novembre. Il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, ha annunciato che presto il 4 novembre tornerà finalmente ad essere festa nazionale e "giorno di vacanza" come il 25 aprile e il 2 giugno. Una doverosa commemorazione di chi ha combattuto da una parte e dall'altra in una guerra straziante, che papa Benedetto XV definì "un'inutile strage".
Con questo nobile spirito ieri sera l’Associazione Nazionale Alpini ha voluto ricordare i Caduti di ogni schieramento attraverso una cerimonia “globale”: in ogni paese, in ogni città dove è presente un suo Gruppo o una sua Sezione, i soci si sono ritrovati per accendere un lume e pregare davanti al locale monumento. Oltre 4000 località in Italia e all’estero.
4 novembre 1918 - Dopo l'armistizio
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LA FRASE DEL GIORNO
La mente umana è capace di qualsiasi cosa - poiché racchiude in sé ogni cosa, tutto il passato e tutto il futuro.
JOSEPH CONRAD, Cuore di tenebra
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