domenica 26 luglio 2009

Carrera Andrade e l’umanità


JORGE CARRERA ANDRADE

SONO L'UOMO UNIVERSO

Io sono l’abitante delle pietre
senza memoria, sete d’ombra verde;
il popolano di tutti i villaggi
e delle prodigiose capitali;
sono l’uomo universo,
marinaio di tutte le finestre
della terra stordita dai motori.
Sono l’uomo di Tokyo che si nutre
di pesciolini e bambù,
il minatore d’Europa, fratello della notte;
l’operaio del Congo e della spiaggia,
il pescatore della Polinesia,
sono l’indio d’America, il meticcio,
il giallo, il nero:
io sono tutti gli uomini.
Sopra il mio cuore firmano le genti
un patto eterno
di vera pace e fraternità.


Jorge Carrera Andrade, uno dei massimi poeti dell’Ecuador, amava mescolare l’universale al locale: metteva in pratica, come si può apprezzare da questa lirica, il motto di Publio Terenzio Afro: “Homo sum, nihil humani mihi alienum puto” (“Sono un uomo, niente di umano considero a me estraneo"), la condivisione di una sorte con altri sei miliardi e passa di umani. Senza distinzioni di razza e religione, senza confini, senza chiedere se una persona sia cittadina o campagnola, povera o ricca, colta o non istruita. Perché ognuno di noi è un misero miliardesimo di quell’umanità che ci accomuna. Una realtà che Carrera Andrade conferma con una visione, per così dire, “esterna”, in un’altra poesia:


VOCAZIONE TERRENA

Non sono venuto a burlarmi di questo mondo.
ma ad amare di cuore tutti gli esseri
Non sono venuto a ridere degli uomini.
ma a vivere con loro l'avventura terrena.

Non sono venuto a parlare male degli insetti
a scoprire le ferite del tramonto
a incarcerare la luce in una gabbia.
Non sono venuto a seminare sale nei campi.

Non sono venuto per dire che la giraffa
vuole imitare il cigno, che i pini
servono solo di ornamento alle rocce.
Non sono venuto per deridere i nidi.

Sono venuto a guardare il mondo da dentro
e ad amare le cose semplici
il patrimonio unico degli uomini.
Non sono venuto per deridere la morte.


Leon Zernitsky, "L'uomo e l'universo"


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LA FRASE DEL GIORNO
Solo l’uomo ha la parola per trovare la luce, o viaggiare verso il paese senza gli echi del nulla.
JORGE CARRERA ANDRADE, Il viaggio infinito




Jorge Carrera Andrade (Quito, 18 settembre 1902 – 9 novembre 1978), poeta, storico e diplomatico ecuadoriano, considerato uno dei più originali poeti dell'America spagnola contemporanea. Le sue poesie presentano elementi di simbolismo e modernismo.


3 commenti:

Luciana Bianchi Cavalleri ha detto...

ancora una volta, affascinata. Il tuo blog è sempre miniera di proposte e di scoperte per conoscere e riflettere

luciana - comoinpoesia
.

DR ha detto...

Grazie. Cerco sempre di scovare qualcosa di interessante. Perché la vita non è solo reality show e SMS...

Luciana Bianchi Cavalleri ha detto...

...fortunatamente, no!!!
(sarà che anch'io sono poco interessata ad entrambi?!?)