lunedì 16 settembre 2024

Nella coppa delle betulle


PETER SANDELIN

NUVOLE CHE VIAGGIANO FURTIVE

Nuvole che viaggiano furtive
nella coppa delle betulle?
No, un uomo che va per il sentiero
e le contempla.

(da Eri tu?, 1973)

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La scrittura del poeta finlandese di lingua svedese Peter Sandelin è dominata nel decennio dei Settanta dalla riflessione interiore e dalla natura, temi spesso trattati in poesie brevissime che assumono talora i toni degli haiku o dei tanka giapponesi.  Il principio guida è un'unione delle impressioni sensoriali con la scarsità formale che cattura il presente sottolineandone contemporaneamente l’essenza effimera. Qui punta l'attenzione del lettore sull'uomo e sulla sua opera di contemplazione, che è poi l'attività del poeta.

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OLEG RIABCHUK, "BETULLE ARGENTATE"

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   LA FRASE DEL GIORNO  

L’inadeguatezza della poesia / è il terreno su cui cammino.
PETER SANDELIN, La città del subconscio




Peter Johan Sandelin (Jakobstad, Finlandia, 30 maggio 1930 - Helsinki, 16 febbraio 2019),  poeta e artista visivo finlandese-svedese. Debuttò come poeta nel 1951 con Ur svalans loggbok inserendosi nella tradizione modernista prendendo a modello Gunnar Björling e Rabbe Enckell.


domenica 15 settembre 2024

Eccitate dal crepuscolo


CORRADO GOVONI

DOMENICA

Brevemente eccitate dal crepuscolo
abbandonan le coppie l'erba amica
stupite e un po' confuse
di quello che la luna e i treni fanno
tutta la notte alla stanca città.

(da Pellegrino d'amore, 1941)

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Un bozzetto decisamente crepuscolare di Corrado Govoni. "Ho sempre amato le cose tristi" scriveva nel 1904 a Gian Piero Lucini. E quella sera di domenica, con le coppie che rincasano nell'ultima luce del giorno con la nuova settimana che incombe con tutte le sue mansioni è certamente malinconica.

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DIPINTO DI LEONID AFREMOV

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   LA FRASE DEL GIORNO   

La domenica è festiva ma non festosa.
MARCELLO MARCHESI, Il malloppo

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Corrado Govoni (Tàmara, 29 ottobre 1884 – Lido dei Pini, 20 ottobre 1965), poeta e scrittore italiano. Dopo una prima esperienza crepuscolare aderì al futurismo, staccandosene in seguito per proseguire su una strada più personale, capace di coniugare toni crepuscolari, liberty e simbolisti.


sabato 14 settembre 2024

Sappi aspettare


ANTONIO MACHADO

CONSIGLI

Sappi aspettare, attendi che la marea fluisca
– così come a riva una barca – senza che il partire ti inquieti.
Quelli che attendono sanno che è loro la vittoria;
perché la vita è lunga e l’arte è un giocattolo.

E se la vita è breve
e il mare non giunge al tuo battello,
attendi senza partire e sempre aspetta,
che l’arte è lunga e, inoltre, non importa.

(da Campi di Castiglia, 1912)

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L’intimità simbolista delle prime poesie virò nell’opera di Antonio Machado verso la meditazione sull'impegno umano e la malinconica contemplazione dell'esistenza. I consigli del poeta spagnolo vertono su due poli - la vita e l’arte – e sulle connessioni tra di essi in modo da poter vivere un’esistenza autentica.

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PETER SEMINCK, "TRAMONTO"

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   LA FRASE DEL GIORNO  

Io vedo la poesia come un'incudine di costante attività spirituale, non come un laboratorio di formule dogmatiche rivestite di immagini più o meno brillanti.
ANTONIO MACHADO, Epistolario

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Antonio Cipriano José María y Francisco de Santa Ana Machado Ruiz (Siviglia, 26 luglio 1875 – Collioure, 22 febbraio 1939), poeta e scrittore spagnolo. Dall’iniziale modernismo caratterizzato da una propensione all'introspezione intimista, passò a lasciare maggiore spazio a temi legati alla terra e alla tradizione spagnola, con una sottile vena malinconica.


venerdì 13 settembre 2024

Settembre è lei


JYRI SCHRECK

A UNA RAGAZZA SULLA SPIAGGIA

Onda verde,
e una nuvola contro la sera,
Nausicaa. Settembre
è lei, luna crescente e
piena, così brillante..

(da Tarda primavera, inizio autunno: poesie scelte 1959-1982, 1982)

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La dolce bellezza di settembre è capace di fare innamorare: la natura di fine estate, dice il poeta finlandese Jyri Schreck, è come una ragazza sulla spiaggia, una Nausicaa che ci accoglie e ci ospita, che ci rifocilla dal naufragio. Basta a commuoverci lo splendore della luna, così bianca nel cielo terso che conduce verso l'autunno.

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FOTOGRAFIA © JEAN BEAUFORT/PUBLIC DOMAIN PICTURES



   LA FRASE DEL GIORNO  

Non accendere la lampada, / lascia che il mazzo di margherite si illumini / nella penombra estiva della stanza.
JIRY SCHRECK

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Jyri Matti Schreck (Tampere, 16 dicembre 1927 – Helsinki, 19 gennaio 1982), poeta, editore, drammaturgo e regista finlandese. Esordì nel 1959 con la raccolta Neve, cui seguirono Giorni, piogge (1962), L'aria dell'aquilone è verde (1966), Il tempo della farfalla nera (1970), Giorni in movimento (1973), La città e l'acero selvatico (1975).


giovedì 12 settembre 2024

I fogli dei giorni


ISABEL FRAIRE

HO STRAPPATO UNO AD UNO

Ho strappato uno ad uno
i fogli dei giorni
e in tutti ho letto
il tuo nome

Il tuo nome è scritto
con l'intero alfabeto
e non finisce mai

Il tuo nome è la conchiglia che colleziona
tutti i nomi e li disperde

tutte le parole lo sono
la scia del tuo nome
cometa dalla testa luminosa
e dal centro oscuro

(da El corno emplumado, Vol. 5, 1966)

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Isabel Fraire, poetessa messicana, gioca con le parole, disponendole come se fossero le tessere di un puzzle o di un domino o ancora come in un caleidoscopio: riesce così a delineare l'oggetto della poesia, a descriverlo attraverso quel gioco magico e casuale.

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VLADIMIR KUSH, "DIARIO DELLE SCOPERTE"

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   LA FRASE DEL GIORNO  

Le parole / cadono come carte doppie / io e te / giriamo attorno ad un totem / ricoperto di specchi.
ISABEL FRAIRE

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Isabel Fraire (Monterrey, 8 dicembre 1934 – Città del Messico, 5 aprile 2015), poetessa, traduttrice e critica letteraria messicana. Laureatasi alla Facoltà di Filosofia e Lettere dell’UNAM, vi insegnò in seguito Letteratura. Le sue opere indagano con tono angosciante e lacerato la condizione femminile.


mercoledì 11 settembre 2024

L’amore rimane in loro


EEVA KILPI

GLI INNAMORATI SI OFFRONO REGNI

Gli innamorati si offrono regni,
nuove patrie, continenti e lingue rare.
Quando si separano, i doni restano con loro,
sono irreversibili
e l’amore rimane in loro,
come la letteratura, le competenze linguistiche,
le poesie e i racconti
che hanno composto insieme
nella lingua di ognuno.
Allora l'amore allarga il mondo
e, anche quando scompare,
suscita pace e comprensione.
Nuovi cuori si stanno aprendo,
c'è ancora qualcosa da condividere
con i prossimi amori.

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L’amore finito è definitivamente andato, bruciato, cancellato? No, dice la poetessa finlandese Eeva Kilpi. C’è una sorta di “amore per l’amore”, di memoria amorosa, che rimane sottotraccia, che si trasforma in ricordo e in esperienza, che continua a camminare con noi trasportando il suo bagaglio di rancore, malinconia, tristezza, rimpianto o nostalgia.

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ILLUSTRAZIONE DI CATRIN WELZ-STEIN

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   LA FRASE DEL GIORNO  

Dentro di noi c’è una forte carica / di allegria, amore, bontà e forza / da dividere anche con gli altri.
EEVA KILPI, Canto d’amore e altre poesie

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Eeva Karin Kilpi nata Salo (Hiitola, Carelia finlandese, oggi Russia, 18 febbraio 1928), scrittrice, poetessa e attivista femminista finlandese. La sua poesia è caratterizzata da un un’ironia di fondo e tratta i temi dell’esilio, delle relazioni umane e della natura.


martedì 10 settembre 2024

Ali ai piedi


BARTOLO CATTAFI

BAEDEKER

Il faro è visibile, vicino,
il mare anche nell'alto
inverno è caldo,
sabbia candida e fine,
in questa
stagione non è caro.
E non è vero. In questa
e in ogni altra stagione
se fai parte del quadro
darai un'orribile moneta.
Scivola, vola,
non immergere un dito,
non indagare sulle squame d¹indaco.
I vecchi ingranaggi sono pronti
e precisi, prudenti.
Udrai anche cantare.
Scappa, metti
ali ai piedi
tappi di cera agli orecchi.

(da L'osso, l'anima, Mondadori, 1964)

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Il poeta siciliano Bartolo Cattafi declina a suo modo il mito di Odisseo: quello presentato - lo stesso Cattafi, infine - è un eroe in fuga dalla "gran sabbia che si stende ovunque / dove non è possibile permangano / nomi, memorie", è un personaggio destinato ad essere fuori dal quadro, a evadere da quella località turistica di mare con il disincanto dell'uomo disilluso e la necessità di non udire le Sirene delle radici che lo chiamano con la loro canzone nostalgica.

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TANYA STEFANOVICH, "SERIE DEI FARI, LIVERPOOL"

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Si parte sempre da Greenwich / dallo zero segnato in ogni carta.
BARTOLO CATTAFI, Partenza da Greenwich

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Bartolo Cattafi (Barcellona Pozzo di Gotto, 6 luglio 1922 – Milano, 13 marzo 1979),  poeta italiano. La sua poesia spazia sui dilemmi esistenziali con sensibilità di diarista, spesso con uno sguardo metafisico dove sono protagonisti il vuoto e la solitudine. Nei suoi versi il tema del viaggio è una costante metafora del vivere.


lunedì 9 settembre 2024

Antonio Hernández


Il poeta spagnolo Antonio Hernández è morto l’altro ieri all’età di 81 anni alla clinica La Salud di Cadice, dove era ricoverato da tempo. Autore prolifico, ha coltivato la poesia e la prosa con la stessa maestria, con uno stile personale e brillante. Distintosi anche come romanziere, è considerato uno degli scrittori che più coltivò nelle sue lettere il ricordo della sua infanzia, le sue radici andaluse e l'emozione latente in ogni verso.

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FOTOGRAFIA © DIARIO DE CÁDIZ
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IL PASSATO È LA TESTIMONIANZA

Il passato è la testimonianza
del nostro stupore,
il vuoto d'amore che l’esperienza
ci lascia nel petto.

(Solo l’infanzia non ha memoria
perché nulla le brillava davanti.)

Il mio passato è l'equilibrio della luminosità:
un profumo, un amore, una luna
imprudente,
il vecchio enigma in cui sorgerò.

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MACHADIANE, III

(Da Gil de Biedma)

Dai pomeriggi d'agosto
di quell'anno
oggi i tuoi occhi ritornano
ma non tornerai.

Tornerò in piazza
di Spagna, guarderò
tutte le ragazze
e ti vedrò

anche se è inutile,
esisti solo in ragione
di ciò che chiamiamo
cuore, cuore

La tua nuova minigonna,
la tua tenerezza ormai io sono,
sebbene sia la tristezza
ad andare da ieri ad oggi.

Oggi ricordo il tuo viso
al Rastro, a Colón,
il colore sconfitto
del nostro addio,

non per l’oblio,
per i contrasti quotidiani:
cosa dei tuoi cari
genitori reazionari.

Oggi so che esisti lontano,
ma ti sento palpitare
- dove sarai? -, mistero
di vivere senza vivere.

(da Rivolte 1965-1985, 2010)

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   LA FRASE DEL GIORNO  

Sono un poeta che cerca soprattutto la luminosità. Che la luminosità non sia solo luminosità ma anche trasparenza, una trasparenza capace di penetrare il mistero. L'importante è trovare la dose adeguata affinché si arrivi al segreto del dire, all'essenza di ciò che è fuori o dentro di noi risvegliando ciò che si chiama poesia, la grande assente.
ANTONIO HERNÁNDEZ




Antonio Hernández Ramirez (Arcos de la Frontera, 26 gennaio 1943 – Cadice, 7 settembre 2024), poeta spagnolo. A una concezione realista della poesia unisce una profonda problematica interiore e una viva preoccupazione formale. I contenuti amorosi prevalgono nelle prime raccolte mentre nella successiva produzione emergono il legame con l’Andalusia, tendenze elegiache e accenti riflessivi.


domenica 8 settembre 2024

Domenica, fiore di luce


ÁNGEL GONZÁLEZ

DOMENICA

Domenica, fiore di luce, giorno quasi
incredibile. Scendi sulla terra
come un angelo inutile e dorato.
Baci
le ragazze
dai capelli spettinati,
vesti di blu marino
gli uomini che ti amano e lasci
nelle mani di un bambino
un cerchio di legno
o una semplice speranza. Distribuisci
rondini, palloncini primaverili,
sali sulle torri
e giri le banderuole
arrugginite. Il tuo vento gonfia le gonne
colorate, agita bandiere,
porta via canzoni
e sorrisi, riempie
le stanze di polvere d'argento.

Gli alberi aspettano
il tuo arrivo
per coprirsi di passeri. È più fresca
l'acqua delle fontane.
Le campane disperdono
piccioni inattesi
che volano
in modo diverso.
Non c'è nessuno che non sappia
che è domenica,
Domenica.
                     La tua presenza
schiumosa lava,
eleva,
fa fluttuare le cose e gli esseri
in un cielo limpido che lunedì
non lo era davvero:
carta appena sbiadita, vetro dimenticato,
polvere noiosa sui marciapiedi.

(da Senza speranza, con convinzione, 1961)

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Il poeta spagnolo Ángel González eleva un'ode alla domenica: è - o almeno era nello scorso secolo, fino alle aperture festive dei supermercati - un giorno di libertà, che permette di uscire dai soliti schemi e rappresenta un'oasi nella monotonia della vita quotidiana, un rifugio scavato nel tempo ma destinato a svanire con l'arrivo di una nuova settimana.

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HUGO GRENVILLE, “INTERNO DELLO STUDIO”

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   LA FRASE DEL GIORNO   

La domenica è una breve vacanza.
PROVERBIO GRECO.

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Ángel González Muñiz (Oviedo, 6 settembre 1925 – Madrid, 12  gennaio 2008), poeta spagnolo della Generazione del ‘50. Premio Principe delle Asturie nel 1985 e Premio Regina Sofia nel 1996. La sua opera mescola intimismo e poesia sociale con un tocco ironico. Il passare del tempo, l’amore e la civilizzazione sono i suoi temi ricorrenti, giocati su toni di un’ottimistica malinconia.


sabato 7 settembre 2024

La poesia infinita


ÁNGELES CARBAJAL

INSONNIA

Notte oltre la notte,
quando le parole
non scrivono la poesia,
e la poesia senza parole
è la poesia infinita.

(da L’ombra di altri giorni, 2002)

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La poesia senza parole è solamente la sua atmosfera: in quel silenzio - dice la poetessa spagnola Ángeles Carbajal - essa riesce a manifestarsi sotto altra forma, che sia la bellezza della notte o semplicemente il manifestarsi di uno stato d'animo.

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VINCENT VAN GOGH, "NOTTE STELLATA SUL RODANO"


   LA FRASE DEL GIORNO   

Forse hai ragione / ed è una stupida abitudine / cercare di convincere le parole / a scrivere insieme una poesia / che parli di te, di me... / se tutto quello che siamo lo sanno già / questi giorni azzurri / e a nessun altro importa.
ÁNGELES CARBAJAL

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Ángeles Carbajal (Argüelles, 1959), poetessa spagnola. Laureata in Storia dell'Arte, collabora con le riviste letterarie Anáfora e Clarín. La sua poesia combina emozione e pensiero con un'espressione semplice e precisa, invitando a guardare il mondo con una nuova prospettiva e a scoprire la bellezza e il mistero nascosti nella vita di tutti i giorni.


venerdì 6 settembre 2024

Al limitare del bosco


GIORGIO CAPRONI

SU UN VECCHIO APPUNTO

       “Ora, sazio della città ― delle sue tentazioni e
          dei suoi crimini ― mi sono ritirato al limitare
          del bosco. Ad appagarmi la vista, poco mi basta:
          lo scintillio del fiume nel sole del mattino, giù a
          fondo valle. Un albero…”

Un albero…
Com’è leggero
un albero, tutto ali
di foglie ― tutto voli
verdi di luci azzurre nel celeste
dell’aria…

E com’è forte,
un albero, com’è saldo
e fermo, “abbarbicato
al suo macigno”…

Viene
l’autunno, e come
la Fenice s’accende
nel rosso del suo rogo.

Viene
primavera, e splende
d’altro suo verde…

Ma noi,
noi, al paragone,
che cosa e chi siamo, noi,
senza radici e senza
speranza ― senza
alito di rigenerazione?

1977

(da Il franco cacciatore,  Garzanti, 1982)

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"Abbarbicato al suo macigno": la citazione ungarettiana dal Sentimento del tempo è incastonata in questa poesia di Giorgio Caproni, ispirata da un vecchio appunto ritrovato. Ed è un elogio del mondo naturale, sempre in movimento sul ritmo delle stagioni, in contrasto con quello degli uomini, incapaci di autorigenerarsi.

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FOTOGRAFIA © SUSNPICS/PIXABAY

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Io sono dei vostri, alberi, sono dei vostri / animali eleganti, io sono dei vostri. Credetelo. / Sono dei vostri. Ci separa soltanto un fiato infantile, / ma lo so, lo so, sono io tutto quel / manto, sono io il tronco e lo storno e il / falco. Ci separa un niente, colore, capello, / piccolo piccolo nome: l'impianto del / respiro è solo apparente diverso.
MARIANGELA GUALTIERI, Fuoco centrale e altre poesie per il teatro

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Giorgio Caproni (Livorno, 7 gennaio 1912 – Roma, 22 gennaio 1990), poeta, critico letterario e traduttore italiano. Partito come preermetico attirato da uno scabro espressionismo, approdò a un ermetismo rivestito di un impressionismo idillico. Nella sua poesia canta soprattutto temi ricorrenti (Genova, la madre e Livorno, il viaggio, il linguaggio), unendo raffinata perizia metrico-stilistica a immediatezza e chiarezza di sentimento.


giovedì 5 settembre 2024

I miei volti


TOMAS TRANSTRÖMER

MI PORTO DENTRO I MIEI VOLTI

Mi porto dentro i miei volti precedenti
come un albero contiene i suoi anelli.
Io sono la loro somma. 
Lo specchio vede solo il mio ultimo volto
ma io so anche tutti quelli precedenti.

(da I ricordi mi guardano, 1993)

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Se viviamo sempre nel presente, in effetti noi siamo il risultato del nostro passato. Ecco che allora il poeta svedese Tomas Tranströmer può servirsi di questa magnifica analogia per spiegare il concetto, che ribadirà nella raccolta La gondola del dolore, tre anni dopo: “Ora che sono sempre più spinto in un angolo, quando ogni anno gli anelli degli alberi si allargano, quando ho bisogno di occhiali da lettura. Succedono sempre più cose di quante possiamo sopportare! Non c'è nulla di cui stupirsi”.

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INEZ VAN VUREN, "AUTORITRATTO"

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Ogni persona è una porta socchiusa / che conduce a una stanza per tutti.
TOMAS TRANSTRÖMER

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Tomas Tranströmer (Stoccolma, 15 aprile 1931 – 26 marzo 2015), scrittore, poeta e traduttore svedese, Nel 2011 è stato insignito del Premio Nobel per la letteratura con la seguente motivazione: "perché attraverso le sue immagini condensate e traslucide, ci ha dato nuovo accesso alla realtà". La sua opera è posta tra Modernismo, Espressionismo e Surrealismo.


mercoledì 4 settembre 2024

Mi piacciono le città


KARMELO C. IRIBARREN

LE CITTÀ

Mi piacciono le città, le loro piazze,
le loro strade, i loro angoli,
sedermi nella terrazza di un bar
con un caffè davanti
e lasciare che il tempo passi,
senza fare nulla, senza fretta,
osservando questo e quello,
e poi andare in libreria e rovistare
un po' tra gli scaffali,
e se c'è un fiume, attraversare il ponte
e ripetere la stessa operazione dall'altra parte.
Mi piace stare da solo tra la gente,
non essere nessuno, non dover andare in nessun luogo
ma poter andare in tutti.
Mi piace la prima volta che mi guardo
allo specchio del bagno dell'hotel,
quel momento di suspense,
appena arrivato, in cui
non sai se apparirà il tuo viso
o quello dell'ultimo ospite, ancora intrappolato
nel ricordo dell’argento.
Mi piacciono i parchi urbani e i canali,
passeggiarvi accanto,
soprattutto in autunno.
Mi piacciono le città, sì: camminare.
guardare, vivere, innamorarmi
di quella donna col vestito rosso…

(da Le luci interiori, 2013)

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Le città hanno un loro fascino particolare – ha ragione il poeta basco Karmelo C. Iribarren – soprattutto quelle dove non siamo mai stati e dove andare alla scoperta diventa un’emozione, senza vincoli, senza limiti di tempo, vagabondare e perdersi. Ma anche in città già note, sorprenderle cambiate nel corso delle stagioni, attraversare strade e piazze, parchi e canali.

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DIPINTO DI ALEXEY BUTYRSKY

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Una città deve essere un posto dove puoi ottenere tutto e fare qualsiasi cosa, o niente.
HERBERT EUGENE CAEN, The San Francisco Chronicle, 31 ottobre 2010

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IribarrenKarmelo C. Iribarren (San Sebastián,  19 settembre 1959), poeta spagnolo. Associata al “realismo sporco” di Bukowski e Carver, in realtà la sua è una poesia più minimale, molto spesso frutto di osservazione della strada e dei bar, che l’ha fatta definire “realismo pulito” e “poesia di esperienza”. Tra le sue raccolte poetiche Serie B, Dal fondo del bar, Ondata di gelo, Attraversando la notte, La pelle della vita.


martedì 3 settembre 2024

Ne me quitte pas


MIGUEL D'ORS

JACQUES BREL

In qualche cimitero da qualche parte,
ignaro delle foglie secche che il vento strofina sul selciato
e del piccolo gioco dei passeri,
giace, nella terra scura, Jacques Brel. Non saprà
che la sua voce, sussurrando Ne me quitte pas,
ci ha spinto stasera tu ed io in questa camera da letto
in cui ora ci culla questa calda fatica condivisa.

(da Chronica, 1982)

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Ognuno ha una canzone del genere, quella che fa da colonna d'amore a una storia d'amore. Per il poeta spagnolo Miguel d'Ors e per quella notte, è "Ne me quitte pas", celeberrima canzone di Jacques Brel pubblicata nel 1959, cui i versi rendono omaggio: "Ne me quitte pas / Il faut oublier / Tout peut s'oublier / Qui s'enfuit déjà". Non andare via., devi dimenticare tutto quello che se ne è andato già, tutto si può dimenticare. Per curiosità, la tomba di Jacques Brel è ad Atuona, nelle Isole Marchesi, arcipelago della Polinesia Francese.

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FOTOGRAFIA © SCIENCE MUSEUM GROUP COLLECTION

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Una canzone d'amore è una carezza musicata.
SIGMUND ROMBERG

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Miguel d'Ors (Santiago di Compostela, 1946), insegnante e poeta spagnolo. La sua poesia è lodata per aver saputo coniugare una perfetta padronanza tecnica delle forme poetiche con il rinnovamento di un tema - biografico, religioso, politico, elegiaco - inizialmente descritto come "tradizionale".


lunedì 2 settembre 2024

Segni misteriosi


ANA EMILIA LAHITTE

PERCHÉ LE VOCI SVANISCONO

Perché
le voci svaniscono,
le verità
che reclamano l'eternità
e muoiono brandendo
ardenti credenziali di sangue oscuro.

Esseri mascherati
travisano le lotte, le ferite.
Elaborano la loro morale redditizia
e scalano la loro loggia stipendiata
con un sorriso di allume e panacea.

Ma l'umanità
ciclicamente
annienta i suoi padroni,
i suoi mostri, i suoi sosia.
E ci restano segni misteriosi:
gli occhi di un coati,
una corteccia,
una lanterna arrugginita.

Le stelle.

(da Gli abissi, 1979)

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La bellezza ferita è uno dei temi che la poetessa argentina Ana Emilia Lahitte ha sviluppato nel corso della sua carriera poetica. E dunque, per quanto l'umanità dia spesso il peggio di sé con guerre e soprusi, rimarrà sempre quell'illusione effimera, quel lampo che ci chiama da un bosco, da un giardino, dagli occhi di un animale - il coati è una sorta di procione del Sudamerica -  o ancora da un cielo notturno.

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FOTOGRAFIA © BURAK THE WEEKENDER/PEXELS

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Chiamiamo vita / questo bivio / tra la solitudine e l'universo.
ANA EMILIA LAHITTE, Gironsiglos

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Ana Emilia Lahitte (La Plata, 19 dicembre 1921 – 10 luglio 2013), poetessa e scrittrice argentina. Ha pubblicato 27 libri suddivisi tra poesia, narrativa, teatro e saggi. Ha collaborato con diversi ministeri alla diffusione della poesia argentina nel mondo.


domenica 1 settembre 2024

Poesie per settembre XI


La luce di settembre, così dolce, così calda, che va perdendo l'aggressività dell'estate e illanguidisce verso un nuovo autunno: appare nel chiarore notturno nei versi della poetessa italiana Daria Menicanti e sotto forma di tramonto nella poesia del poeta spagnolo Enrique García-Máiquez.

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FOTOGRAFIA © PAUL BRENNAN/PUBLIC DOMAIN PICTURES

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DARIA MENICANTI

MAI HO VEDUTO

È tutta in fiore la luna. Settembre
si guarda attorno con occhi di cerva
tremando. Mai ho veduto così chiara
come questa una notte, così calma.

settembre 1966

(da Un nero d’ombra, 1969)

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ENRIQUE GARCÍA MÁIQUEZ

ACQUARELLO

Che m’importa delle spiagge del mondo?
È solo questa che inchioda la mia memoria.
LUIS CERNUDA

La solita spiaggia
è diventata più timida.
La luce di settembre

tersa, tenue, calda,
stanca si accosta
alla riva.

C’è bassa marea.
Il mare è nudo.
Il sole si vergogna.

A Cadice, la cupola
d'oro si spegne.
E il faro, che attraversa

la notte, si allunga…

(da Con il tempo, 2010)

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   LA FRASE DEL GIORNO   

- Preferite, fra i mesi neutri, l'aprile o il settembre?
- Il settembre. E' più feminino, più discreto, più misterioso. Pare una primavera veduta in un sogno.
GABRIELE D’ANNUNZIO, Il piacere

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Daria Menicanti (Piacenza, 6 aprile 1914 – Mozzate, 4 gennaio 1995), poetessa, insegnante e traduttrice italiana. In lei si mescolano il registro sarcastico e ironico e quello più sottile della malinconia. Per Lalla Romano la sua era “una voce nuova, moderna e classica, per niente alla moda, ma libera e anche audace”.


Enrique García-Máiquez (Murcia, 1969),  poeta, critico letterario, scrittore, professore, editorialista e traduttore spagnolo. La sua poesia ha una trama narrativa, allegra ed elegiaca, 'radicata' nella vita quotidiana e nella tradizione e presenta una versificazione tradizionale che non suona familiare a causa delle interruzioni nel suo colloquialismo.