NIZAR QABBANI
IL PARTITO DELLA PIOGGIA
Non vivo da nessuna parte
il mio indirizzo è l'inaspettato.
navigo come un pesce selvatico in questa distesa,
nel mio sangue c'è fuoco e nei miei occhi scintille.
Vado alla ricerca della libertà del vento
dominata da tutti i nomadi.
Rincorro una nuvola verde,
Bevo con gli occhi migliaia di immagini,
vado ai confini del viaggio.
Navigo in un altro spazio
scuotendomi la polvere,
dimenticando il mio nome
i nomi delle piante
e la storia degli alberi,
fuggendo da questo sole che mi flagella
con fruste di irrequietezza,
in fuga da città addormentate da secoli
sotto i piedi della luna,
Lasciandomi dietro occhi di vetro
un cielo di pietra
e rifugi di Tamim e Mudar. [1]
Non dire: voltati verso il sole. Ora
Appartengo al partito della pioggia.
[1] Tribù pre-islamiche.
(da Ti ho sposato, Libertà!, 1988)
.
Nell’animo del poeta siriano Nizar Qabbani ha sempre albergato la sete di libertà – l’ansia dei popoli nomadi preislamici che cita in questi versi ma anche quella dei contemporanei che non trovano una patria e una storia: in quell’irrequietezza risiede la libertà, nella volontà e nella capacità di volere mutare e non crogiolarsi sulle posizioni acquisite.
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FOTOGRAFIA © GEORGE HODAN/PUBLIC DOMAIN PICTURES
LA FRASE DEL GIORNO
Le nostre grida sono più forti delle nostre azioni, / le nostre spade sono più alte di noi, / questa è la nostra tragedia
NIZAR QABBANI
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Nizar Tawfiq Qabbani (Damasco, 21 marzo 1923 – Londra, 30 aprile 1998), poeta, editore e diplomatico siriano. Il suo stile poetico combina semplicità ed eleganza nell'esplorare i temi dell'amore, dell'erotismo, della religione e dell'emancipazione araba contro l'imperialismo straniero e i dittatori locali.
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