sabato 9 settembre 2023

Il mondo immaginato


WALLACE STEVENS

SOLILOQUIO FINALE DELL'INNAMORATA INTERIORE

Accendi la prima luce della sera, come in una stanza
in cui riposiamo e, con poca ragione, pensiamo
il mondo immaginato è il bene supremo.

Questo è dunque il rendez-vous più intenso.
È in tale pensiero che ci raccogliamo
fuori da ogni indifferenza, in una cosa:

entro una sola cosa, un solo scialle
che ci stringiamo intorno, essendo poveri: un calore,
una luce, un potere, l'influsso prodigioso.

Qui, ora, dimentichiamo l'un l'altro e noi stessi.
Sentiamo l'oscurità di un ordine, un tutto,
un conoscere, ciò che fissò il rendez-vous

entro il suo confine vitale, nella mente.
Diciamo Dio e l'immaginazione sono tutt'uno...
Quanto in alto l'altissima candela irraggia il buio.

Di questa luce stessa, della mente centrale,
facciamo un'abitazione nell'aria della sera,
tale che starvi insieme è sufficiente.

(da Harmonium, 1923 - Traduzione di Massimo Bacigalupo)

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L'innamorata interiore (the “paramour" in originale, ovvero "l'amante", "la spasimante") è, secondo il poeta statunitense Wallace Stevens, l'immaginazione, quella che risiede in un luogo interno a noi, nelle profondità del pensiero.  Dio stesso è un'estensione dell'immaginazione, un Dio che "deve essere personale perché solo le persone lo creano" come "sostentamento eterno", incarnarsi dell'immensità nella mente umana.

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PABLO DOMINIC, "LIBRO E LAMPADA"

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Considerare l’immaginazione come metafisica significa pensarla come parte della vita, e pensarla come parte della vita significa rendersi conto della portata dell’artificio. Viviamo nella mente.
WALLACE STEVENS

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Wallace Stevens (Reading, Pennsylvania, 2 ottobre 1879 – Hartford, Connecticut, 2 agosto 1955) è stato un poeta statunitense. Laureato ad Harvard, avvocato dal 1904, lavorò per una compagnia di assicurazioni. Espressione tra le più alte del Modernismo, nei suoi versi risaltano  l'immaginazione e lo spessore metaforico del linguaggio.


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