Cade oggi il bicentenario della morte di Franz Joseph Haydn: il compositore austriaco si spense a Vienna all’età di 77 anni il 31 maggio 1809. Haydn riveste un importante ruolo nella storia della musica classica: pur non avendo il genio di Mozart e Beethoven, fu l’iniziatore della musica strumentale moderna, traghettando il tardo barocco con il suo stile galante a una piena razionalità costruttiva, preludio di quello che sarà il Romanticismo. Fu Haydn a dare una forma definitiva alla sonata e alla sinfonia, ponendo le basi per la musica da camera, soprattutto con l’utilizzo del quartetto per archi.
Il rigore e l’equilibrio con cui sviluppava i testi, l’eleganza apparentemente semplice della scrittura, la facilità d’invenzione sono le caratteristiche dell’opera di Haydn. La sua intuizione fu decisiva per la forma-sonata, basata su due temi e articolata nell’esposizione, nello sviluppo e nella ripresa, e per la definitiva costituzione in quattro movimenti della sonata, della sinfonia e del quartetto classici: allegro, andante, minuetto, allegro.
Il catalogo di Haydn conta 108 sinfonie (da citare le sei Parigine e le dodici Londinesi), 50 concerti per strumenti, 47 divertimenti per orchestra, 83 quartetti per archi, 52 sonate per pianoforte, 194 trii. A queste opere strumentali vanno aggiunte le 26 messe, opere teatrali (Il mondo della luna, L’anima dei filosofi), cantate e oratori.
Alla vita e alle opere di Haydn è dedicata una mostra a Eisenstadt, in Austria, dal 1° aprile all’11 novembre 2009: a Palazzo Esterházy si esamina la cultura musicale di corte. Nella casa di Haydn sono esposte testimonianze della vita artistica e privata del compositore. Nel Museo Diocesano si passa in rassegna la musica sacra di Haydn. Il Landesmuseum Burgenland analizza i viaggi del compositore tra varie culture e i rapporti con la musica popolare.
Thomas Hardy, “Ritratto di Haydn”
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LA FRASE DEL GIORNO
Se dunque la musica ha un maggior numero di amatori che non la poesia, o l'architettura, o la scultura, questo non si deve al fatto che essa è «più spirituale», come suol dirsi, bensì al fatto inverso: che è più sensuale.
VITALIANO BRANCATI, I piaceri