OSIP MANDEL’ŠTAM
STIAMOCENE UN PO’ IN CUCINA ASSIEME
Stiamocene un po' in cucina assieme;
l'aria è dolce di bianco cherosene;
un coltello tagliente e una pagnotta...
Se vuoi, prepara ben bene il fornello;
altrimenti raduna e intreccia corde:
prima dell'alba fa’ una grande sporta;
fuggiamo alla stazione, ad un binario
ove nessuno ci possa trovare.
(da Ottanta poesie - Traduzione di Nicola Crocetti)
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La quiete prima della tempesta, la tenerezza prima della grande prova. Sono versi dolcissimi questi che Osip Mandel’štam, poeta russo perseguitato dal regime stalinista, rivolge alla moglie Nadežda: la invita all’unione, alla silenziosa vicinanza, alla condivisione prima che le strade del mattino e della vita li riconducano ancora una volta alla fuga, in nome della libertà: “Voi, togliendomi i mari, la rincorsa, lo slancio, / e dando al piede il sostegno di una terra forzata, / cos’avete scoperto? Un principio sagace: / che il moto delle labbra non può venir sottratto”.
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CLAUDE MONET, “NATURA MORTA CON BOTTIGLIE”
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LA FRASE DEL GIORNO
Piccola, io non posso né voglio vivere senza di te, tu sei tutta la mia gioia, sei la mia tutta mia, per me è chiaro come la luce del giorno. Mi sei diventata così vicina che parlo tutto il tempo con te, ti chiamo, mi lamento con te.
OSIP MANDEL’ŠTAM, Lettera a Nadežda Jakovlevna, 5 dicembre 1919
Osip Ėmil'evič Mandel'štam (Varsavia, 15 gennaio 1891 – Vladivostok, 27 dicembre 1938), poeta, letterato e saggista russo. Prosatore e saggista, esponente di spicco dell'acmeismo e vittima delle Grandi purghe staliniane: arrestato per una critica a Stalin e condannato ai lavori forzati in Siberia, morì nel campo di transito di Vladivostok.