I cattolici dibattono, discutono: è meglio non chiudersi in difesa, dice qualcuno, accorpare Halloween che, del resto, dalla tradizione cristiana alla fine deriva, già dal suo nome, storpiatura di "All Hallows Eve", vigilia di Tutti i Santi. E poi è una festa innocua, che fa divertire i bambini con la storia di "Dolcetto o scherzetto", al massimo può incarnare una nuova deriva consumistica come la Festa della Mamma, quella del Papà, l'8 marzo e - perché no? - anche Natale.
Altri invece parlano di irrisione di quel culto sacro e tradizionale, di quel commemorare le persone care andando a portare un fiore sulle loro tombe e a lasciarvi - si spera - almeno una preghiera. In fondo anche in chi non si professa credente permane questo senso di fronte alla morte, il tentativo di far rivivere un'immagine almeno nella memoria, almeno in questi giorni d'autunno.
Quanto al carnascialesco, non stupisce più di tanto: è da sempre il modo migliore di esorcizzare la paura, e già nei cimiteri antichi erano spesso dipinte le "danses macabres" con scheletri impegnati in vorticosi balli. Quello che stupisce, o meglio, quello che dà fastidio è la nuova moda del travestimento, della trasformazione in stupido gioco, in obbligo sociale di quello che dovrebbe essere invece un intimo momento di riflessione. Halloween, così com'è, diventa uno svuotare la festa del suo senso spirituale, uno scherno del senso della vita e della morte, un 'offesa in buona fede che ci travolge tutti.
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LA FRASE DEL GIORNO
L'esperienza di fede è esperienza di bellezza, di un incontro tanto reale quanto indicibile, di una presenza più intima a noi del nostro stesso intimo. Ed è esperienza che investe anche il corpo e i sensi. In Oriente il santo è l'uomo con il volto luminoso, il cui corpo esala profumo, la cui somaticità è ormai evento di bellezza e di comunione. Certo, guai a confondere lo psicologico e l'emozionale con lo spirituale, ma lo spirituale traversa lo psichico e investe i sensi del corpo.
ENZO BIANCHI, Lessico della vita interiore