martedì 11 marzo 2025

Ora del tè


NICANOR PARRA

DOMANDE ALL’ORA DEL TÈ

Questo indistinto signore assomiglia
A una figura da museo di cere;
Guarda attraverso le tendine logore:
Che vale di più, l’oro o la bellezza?
Vale di più il ruscello che si muove
O la pianta ben salda sulla sponda?
In lontananza si ode una campana
Che apre un’altra ferita, o che la chiude:
È più reale l’acqua della fonte
O la ragazza che si specchia in essa?
Non si sa, ormai la gente non fa altro
Che costruire castelli di sabbia:
Conta di più il bicchiere trasparente
O la mano dell’uomo che lo crea?
Si respira una fragile atmosfera
Di cenere, di fumo, di tristezza:
Ciò che è stato una volta non sarà
Più così, dicono le foglie secche.
Ora del tè, pane tostato, burro,
E tutto avvolto come in una nebbia.

(da Poesie e antipoesie, 1954 – Traduzione di Matteo Lefèvre)

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L’antipoesia concepita dal poeta cileno Nicanor Parra respinge la lirica impegnata, trasferisce la poesia nell’ambito del colloquiale e del quotidiano. Se gli esseri umani vivono nell’incertezza e si pongono domande, sull’amore, sul tempo, sulla memoria, sul dolore, l’uomo che beve il tè in un vecchio locale e che è un alter ego del poeta ironicamente pone solo riflessioni estetiche senza altra risposta che il dubbio, suggerendo che tutti non fanno altro che costruire castelli di sabbia.

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PAMELA CARTER, “FRAGOLE, ARANCE E TÈ”

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Il poeta non adempie alla sua parola / se non cambia i nomi delle cose.
NICANOR PARRA, Versi da salotto

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nicanor-parra3Nicanor Segundo Parra Sandoval (5 settembre 1914 – 23 gennaio 2018), poeta matematico, filosofo e fisico cileno. Incarnò l’antipoesia, teorizzando il distacco dagli schemi poetici tradizionali. Fu candidato tre volte al Premio Nobel senza vincerlo mai. Ottenne il Premio Reina Sofia nel 2001 e il Premio Cervantes nel 2011.


lunedì 10 marzo 2025

Centenario di Manolis Anagnostakis


Manolis Anagnostakis, poeta greco di cui oggi ricorre il centenario della nascita, è considerato uno dei poeti più importanti emersi in Grecia dopo la  generazione modernista di Ghiorgos Seferis, Odysseas Elytīs e Ghiannis Ritsos. Fu protagonista nei movimenti poetici esistenzialisti sorti durante e dopo la guerra civile greca, teorizzando l'intervento dinamico della poesia nella vita. La sua opera fu in gran parte ispirata dalla dolorosa esperienza della guerra ed espresse la visione popolare di lotta, libertà e democrazia - per questo venne anche definito "il poeta della sconfitta".

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L'AMORE È LA PAURA

L’amore è la paura che ci unisce agli altri.
Quando hanno soggiogato i nostri giorni e li hanno appesi come lacrime
Quando insieme a loro sono morte pietosamente deturpate
Le nostre ultime forme di sentimenti infantili
Cosa trattiene la mano che gli uomini porgono?
Sa stringere con la forza là dove la ragione ci fuorvia
Quando il tempo s’è fermato e il ricordo è stato sradicato
Come un’assurda affettazione al di là di ogni senso?
(E loro tornano indietro un giorno senza una ruga nel cervello
Trovano le loro mogli e i loro figli cresciuti
Vanno nei negozietti e nei caffè del quartiere
Leggono ogni mattina l’epos della quotidianità).
Moriamo forse per gli altri o perché così vinciamo la vita
O perché così sputiamo a uno a uno sui simulacri da nulla
E per un attimo nella loro mente asciutta passa un raggio di sole
Qualcosa come un pallido ricordo di una preistoria animale.
Vengono giorni in cui non sai più su cosa contare
Storie d’amore e imprese finanziarie
Non trovi specchi per gridare il tuo nome
Semplici propositi di vita garantiscono un’attualità
Tedio, nostalgie, sogni, contratti, raggiri
E se penso è perché l’abitudine è più accessibile del rimorso.

Ma chi verrà a trattenere l’impeto della burrasca che scende?
Chi conterà le gocce a una a una prima che muoiano al suolo
Prima che si confondano con il fango come le voci dei poeti?
Mendicanti di un’altra vita disertori dell’Attimo
Cercano una notte inaccessibile i loro sogni putridi.
Perché il nostro silenzio è l’esitazione tra la vita e la morte.

(da Stagioni 3, 1951 - Traduzione di Filippomaria Pontani)

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POETICA

— Voi tradite ancora una volta la Poesia, mi dirai,
La manifestazione più sacra dell’Uomo
La usate di nuovo come mezzo, come bestia da soma
Delle vostre oscure aspirazioni
Pienamente coscienti del danno che causate
Col vostro esempio ai più giovani.

– Dimmi tu che cosa non hai tradito
Tu e i tuoi simili, per anni e anni,
Avete svenduto uno per uno i vostri beni
Sui mercati internazionali e nei bazar popolari
E siete rimasti senza occhi per vedere, senza orecchie
Per ascoltare, le bocche sigillate, senza parlare.
In nome di quali sacri valori umani ci accusate?

Lo so: di nuovo sermoni e discorsi retorici, dirai.
Ebbene sì! Sermoni e discorsi retorici.

Bisogna piantare le parole come chiodi

Ché non le prenda il vento.

(da Il bersaglio, 1971 - Traduzione di Vincenzo Orsina)

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Altre poesie di Manolis Anagnostakis sul Canto delle Sirene:

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Sento la poesia come un modo per esprimermi perché non potrei farlo diversamente. Perché i tempi erano stati così duri, che solo esprimendo il proprio dolore si poteva sopportarlo.
MANOLIS ANAGNOSTAKIS

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Manolis Anagnostakis (Salonicco, 10 marzo 1925 - Atene, 23 giugno 2005), poeta e critico greco in prima linea nei movimenti di poesia esistenzialista sorti durante e dopo la guerra civile greca alla fine degli anni '40. Fu un leader tra i suoi contemporanei e influenzò la generazione di poeti successiva.


domenica 9 marzo 2025

Perché leggi il giornale?


ALDO LUIS NOVELLI

LEGGE IL GIORNALE

Legge il giornale
ordina un caffè
mette il dolcificante
lo mescola
ne beve un sorso
sorride quando Mafalda
gli chiede
- perché leggi il giornale ogni giorno
Se le notizie sono sempre brutte?
- per sapere quanto resta del mondo questa mattina -
le risponde.

(da Deserto, 2007)

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Una scena minimalista, quasi una radiocronaca per giungere alla risposta finale spiazzante: Il poeta argentino Aldo Luis Novelli scaglia la freccia dopo avere accuratamente preparato il lettore - tutti noi siamo la barista Mafalda - e lo dirige all'amaro bersaglio.

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FOTOGRAFIA © VIKTORIA ALIPATOVA/PEXELS

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Il mondo moderno non sarà punito. È la pena.
NICOLÁS GÓMEZ DÁVILA, In margine a un testo implicito

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Aldo Luis Novelli (Neuquén, 4 marzo 1957 - 23 maggio 2023), poeta, saggista e scrittore argentino. Dedito al genere di poesia minimalista noto come "realismo urbano" o "realismo sporco", cercava di creare “un’atmosfera realistica e quotidiana, fugacemente illuminata da un bagliore".


sabato 8 marzo 2025

Per come sono


PATRIZIA CAVALLI

SE POSSO PERDONARE, ALLORA DEVO

Se posso perdonare, allora devo
riuscire a perdonare anche me stessa
e smetterla di starmi a giudicare
per come sono o come dovrei essere.

Qui non si tratta di consapevolezza
ma è la superbia che mi tiene stretta
in una stolta morsa che mi danna.

Eccomi infatti qui dannata a chiedermi
che cosa fare per essere perfetta.
Tenersi all’apparenza, forse descrivere
soltanto cose in mutua tenerezza.

(da Vita meravigliosa, Einaudi, 2020)

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Patrizia Cavalli "desiderava più di ogni cosa essere vista. Eppure, allo stesso tempo, era quasi ciò che più temeva: era terrorizzata dall'idea di essere imprigionata in un ruolo fisso e definitivo, e quindi doveva sempre mettere alla prova se stessa e gli altri senza mai tenersi in una situazione stabile e consolidata" scrive Emanuele Dattilo. Un invito a non cercare sempre la perfezione, a considerare che anche le debolezze concorrono a formare ciò che siamo. E un augurio alle donne, in questo 8 marzo [anche se l’8 marzo dovrebbe essere tutti i giorni], di essere sempre come sono e non come altri vorrebbero  che fossero.

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OLGA SEMËNOVA, “RAGAZZA ALLA SCACCHIERA”

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Da scalfittura diventare abisso, / da fragile membrana diventare / la corda tesa delle vibrazioni incostanti.
PATRIZIA CAVALLI, Le mie poesie non cambieranno il mondo

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Patrizia Cavalli (Todi, 17 aprile 1947 – Roma, 21 giugno 2022), poetessa e scrittrice italiana. La sua lirica, limpida e diretta, rivela spesso un'intensa drammaticità. Traduttrice di Shakespeare, ha anche riempito i teatri, dando alla letteratura una dimensione scenica, portando in scena l’amata Emily Dickinson.


venerdì 7 marzo 2025

D’occidente in oriente


CARLO BETOCCHI

DI MATTINA

Ancora una mattina
che non potrei tradirmi
se non, nube su nube,
decidermi a rivivere

tutto nel cielo, al suo
fantastico passaggio
d’occidente in oriente
da un mare senza mente

a un monte senza peso;
la verità che vive
nei cuori non si scrive
che misteriosamente.

(da Poesie, Vallecchi, 1955)

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E ch’ivi è il tutto, tutto ciò che io posso / saper di vero, anche se avvolto nel mistero / della cosa fatta dall’uomo, e che dall’uomo / prega per il di più che non può fare, / e i doni per cui fece, alti, ringrazia”. Il mistero dell'esistere è spesso sotto la lente dei versi di Carlo Betocchi: la verità delle cose è nella metafisica della mattina, nel suo cielo solcato da nuvole in movimento, segretamente vicina alla visione religiosa francescana del poeta.

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FOTOGRAFIA © MYRIAM PHOTOS/PIXABAY

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  LA FRASE DEL GIORNO  

O benedetta, benedetta sia / la cristallina, / benedetta mattina: / benedetta la gente / che va che viene, / benedetta la mente che l'avvia, / ciascuno alla sua prova.
CARLO BETOCCHI, L'estate di San Martino

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Carlo Betocchi (Torino, 23 gennaio 1899 – Bordighera, 25 maggio 1986), poeta e scrittore italiano. Fra i poeti ermetici è considerato una sorta di guida morale. Tuttavia, contrariamente a loro, fondava le sue poesie non su procedimenti analogici che evocano significati, ma su un linguaggio diretto, sul realismo e sulla tensione morale.


giovedì 6 marzo 2025

Panchine tavolini punti precisi


MICHELE MARI

CI SONO PANCHINE

Ci sono panchine
tavolini
punti precisi di strade
che collegati in un reticolo
formano il disegno di un altra vita
In cui potremmo amarci

Fu il primo gioco della Settimana Enigmistica
cui sono stato ammesso da bambino
e non sapevo
che era il più importante.

(da Cento poesie d'amore a Ladyhawke, Einaudi, 2007)

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L'amore impossibile di Michele Mari potrebbe trovare la sua realizzazione soltanto in un'altra dimensione, diversa da quella presente. È che ci sono stati bivi dove si è presa la strada sbagliata o punti dove non ci si è fermati per incontrarsi. Unirli, come nella "Pista cifrata" della Settimana Enigmista, è ormai un illusorio gioco della mente.

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FOTOGRAFIA © DREW RAE/PEXELS

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Ero fatto per esserti fedele / ma tu mi sei passata davanti / come un treno che non ferma.
MICHELE MARI, Cento poesie d'amore a Ladyhawke

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Michele Mari (Milano, 26 dicembre 1955), scrittore, traduttore, poeta e accademico italiano. Nei suoi scritti i temi più ricorrenti sono quelli dell’infanzia e della memoria: in uno stile ricercato spesso usato in chiave gotica e barocca si ispira al genere horror e a quello della fantascienza.


mercoledì 5 marzo 2025

Continuerò come ora


ÁNGEL GONZÁLEZ

FINCHÉ ESISTERAI

Finché esisterai,
finché il mio sguardo
ti cercherà oltre le colline,
finché nulla
che non sia la tua immagine
mi riempirà il mio cuore, e ci sarà
una remota possibilità che tu sia viva
da qualche parte, illuminata
da una luce - qualsiasi...
                                            Finché
presentirò che tu ci sei e che ti chiami
così, con quel tuo nome
così breve,
continuerò come ora, amore
mio,
sopraffatto dalla distanza,
sotto quell'amore che cresce e non muore,
sotto quell'amore che continua e non finisce mai.

(da Aspro mondo, 1956)

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L'esistenza della donna amata è una condizione per la sopravvivenza dell'io poetico amante? No, naturalmente. E tantomeno è un ostacolo la distanza, come chiaramente sostiene in questa bellissima poesia Ángel González: il sentimento ignora la lontananza e l'invecchiamento, implicando l'eternità di questo amore.

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FOTOGRAFIA © OLCAY ERTEM/PIXABAY

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Non sente la tua assenza il sentimento. / La sente il corpo.
ÁNGEL GONZÁLEZ, Aspro mondo

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Ángel González Muñiz (Oviedo, 6 settembre 1925 – Madrid, 12  gennaio 2008), poeta spagnolo della Generazione del ‘50. Premio Principe delle Asturie nel 1985 e Premio Regina Sofia nel 1996. La sua opera mescola intimismo e poesia sociale con un tocco ironico. Il passare del tempo, l’amore e la civilizzazione sono i suoi temi ricorrenti, giocati su toni di un’ottimistica malinconia.


martedì 4 marzo 2025

Le maschere e i volti


ALEXIS DÍAZ PIMIENTA

FESTA IN COSTUME, I

La vita è come una festa in costume
in una stanza di specchi a rovescio
e noi vi proviamo travestimenti
e frasi e risate e disgusto e vestiti
e baci e scarpe e maschere e libri
preservativi e battiti del cuore
e cravatte e paure e che cosa fai
e come stai e mercoledì e oblii.
La vita è come una festa in costume
con le maschere e i volti travisati,
con degli specchi falsi e specchi veri,
con occhi sordi e con orecchi ciechi.
La vita è come una festa in costume:
un’eterna danza tra sconosciuti.

(da Festa in costume, 2008)

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Carnevale. Il poeta cubano Alexis Díaz Pimienta rappresenta un ballo in maschera in cui ognuno recita la sua parte di identità e di finzioni, di come si è e di come si vuole apparire. Ma, attenzione, quella festa in costume, quel modo di relazionarci con gli altri, non è solo il martedì grasso – o il sabato successivo, per gli ambrosiani – ma in realtà l’intera vita, fatta di verità e menzogne, di travestimenti e di specchi che ci riflettono talora diversi da come siamo.

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IMMAGINE GENERATA CON IA © GBTAYLOR/PIXABAY

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Siamo tutti – no, non illudetevi – / manichini parlanti. In me si provano / le maschere gli altri, quelli che trasportano /la mia dentro la sacca per cambiarsi.
ALEXIS DÍAZ PIMIENTA, Festa in costume

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Alexis Díaz Pimienta (L'Avana, 25 agosto 1966), poeta e scrittore cubano. Direttore della Cattedra di Poesia Improvvisata presso l'Università delle Arti, autore di romanzi, racconti, poesie e letteratura per bambini e ragazzi, è considerato uno dei più grandi ricercatori e professionisti dell'improvvisazione ("repentismo") a livello internazionale.


lunedì 3 marzo 2025

Almeno a parole


CAROL ANN DUFFY

PAROLE, NOTTE IMMENSA

Da qualche parte al di là di questa notte immensa
e dello spazio che ci separa, ti penso.
La stanza si allontana lenta dalla luna.

È piacevole. O dovrei cancellarlo e dire
che è triste? In uno dei tempi intono
un impossibile canto di desiderio che tu non senti.

La lala la. Vedi? Chiudo gli occhi e immagino
i cupi colli che dovrei attraversare
per raggiungerti. Perché sono innamorata di te

e questo è ciò che si prova, almeno a parole.

1990

(da Lo splendore del tempio, Crocetti, 2012 - Traduzione di Floriana Marinzuli e Bernardino Nera)

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Amore, desiderio e lontananza. Temi classici della poesia di ogni tempo. La poetessa scozzese Carol Ann Duffy, conscia della difficoltà di esprimere con le parole la forza della passione, compie però, con quello che ha a disposizione, un tentativo per dire la sua voglia di essere con l'amata, in quell'altrove che al momento le è negato.

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FOTOGRAFIA © PXHERE

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Cieli immensi ci congiungono, unendo qui a lì. /  Desiderio e passione nell’aria che pensa.
CAROL ANN DUFFY, Lo splendore del tempio

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Carol Ann Duffy (Glasgow, 23 dicembre 1955), poetessa e drammaturga scozzese, direttrice dei corsi di scrittura creativa presso la Manchester Metropolitan University e, dal 1º maggio 2009 Poeta Laureato del Regno Unito. Nelle sue poesie dà spesso voce a personaggi di outsiders.


domenica 2 marzo 2025

La seta


RITA DOVE

SCIARPA

Chi sostiene che la bellezza
risieda nell'occhio
di chi guarda
ha dimenticato la musica
che crea la seta
avvolgendosi
su un collo
nudo: pelle mai toccata
così delicatamente se non
da un bambino
o da un amante.

(da Playlist per l'Apocalisse, 2021)

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Una sciarpa di seta: la poetessa statunitense Rita Dove, con gli stessi tocchi delicati e aggraziati, ricrea con le parole la sensazione di essere avvolti dalla leggera e vellutata sinuosità del tessuto. La bellezza si sposta dal colore, dal disegno, dall'emozione visiva al piacere della sensazione tattile.

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IMMAGINE GENERATA CON AI © BEASTERNCHEN/PIXABAY

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Il foulard di seta è l'addio di una carezza.
RAMÓN GÓMEZ DE LA SERNA, Greguerías

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Rita Frances Dove (Akron, Ohio, 28 agosto 1952), poetessa e scrittrice statunitense, vincitrice del Premio Pulitzer per la poesia 1987. La sua opera è originale per le varie tematiche affrontate e la meticolosa ricerca linguistica con cui riesce a catturare e trasferire sul foglio emozioni complesse.


sabato 1 marzo 2025

Poesie per marzo XI


Il marzo pazzerello di tanti proverbi, quello che "vede il sole e apre l'ombrello", appare nei versi torinesi del poeta parnassiano Francesco Pastonchi: un giorno la neve sulle rive del Po, l'altro un brillante anticipo d'estate. Daria Menicanti guarda invece speranzosa a questa bellezza di marzo, a questo splendore che annuncia l'arrivo della primavera con i suoi fiori e con il nuovo verde dei prati.

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FOTOGRAFIA © MANULISCIOUS/PIXABAY

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FRANCESCO PASTONCHI

MARZO

Ieri, giochi di marzo, i praticelli
incipriati di neve e il Po nero;
oggi sereno che abbaglia su l'acque,
e le barche già cullano l'estate.
Torino, in una frale filigrana
d'alberi con le rivelate strade,
bella, e con quell'assistere di monti.

(da Endecasillabi, Mondadori, 1949)

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DARIA MENICANTI

MARZO

Con occhi vecchi e saggi
allegri e saggi
guardo alla vita
ai bei sette colori
dell’aria, alberi effusi
e l’innocenza tutta in fiori aperta
della prima erba.
Il cielo si socchiude
il vento strappa a latrati le nubi.
Lunga fu la pazienza dell’inverno,
ma oggi è un sorso di felicità.

(da Poesie per un passante, Mondadori, 1978)

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Marzo è un fanciullo in ozio, a cavalcioni / sul vento che sepàra due stagioni; / e, zufolando, fa, per suo capriccio, / con strafottenti audacie, / il tempo che gli piace.
ARTURO ONOFRI, Vincere il drago!

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Francesco Pastonchi (Riva Ligure, 31 dicembre 1874 – Torino, 29 dicembre 1953), poeta e critico letterario italiano. La sua poesia si svolse in origine secondo modi parnassiani e soprattutto dannunziani, lontana da ogni vera intimità e sensualmente intesa alla ricerca della bellezza formale, facendosi con il tempo più malinconica e meditativa.


Daria Menicanti (Piacenza, 6 aprile 1914 – Mozzate, 4 gennaio 1995), poetessa, insegnante e traduttrice italiana. In lei si mescolano il registro sarcastico e ironico e quello più sottile della malinconia. Per Lalla Romano la sua era “una voce nuova, moderna e classica, per niente alla moda, ma libera e anche audace”.