MAY SWENSON
IMMAGINE NELL’ACQUA
Nel laghetto del parco
tutte le cose sono doppie;
Gli edifici lunghi pendono e
si contorcono delicatamente. I camini
sono gambe piegate che rimbalzano
sulle nuvole sottostanti. Laggiù
nel cielo una bandiera scodinzola
come un amo da pesca.
Il ponte di pietra ad arco
è un occhio, con la palpebra
in acqua. Nella sua lente
si immergono teste increspate con i cappelli
che non cadono. Passano i cani,
abbaiando sulla schiena.
Un bambino, portato a dare da mangiare
alle anatre, dondola a testa in giù,
un palloncino rosa per boa.
Le cime degli alberi dispiegano come radici
un velo
di fiori di ciliegio,
dove gli uccelli volano a pancia in su
nella coppa di vetro di una collina;
al suo fondo un grappolo
di bambini che sgranocchiano noccioline
è sospeso alle scarpe da ginnastica, vacillante.
Un cigno, con due colli
che formano la figura di un tre,
sterza tra due doppie torri
rugose. Sibilando
amorevolmente, bacia se stesso,
e tutta la scena ne è turbata:
le finestre d'acqua si scheggiano,
i rami si aggrovigliano, il ponte
si ripiega come un ventaglio.
(da Poesie da risolvere, 1966)
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Un mondo a rovescio quello che si dispiega nell’acqua, riflesso: la poetessa statunitense May Swenson lo descrive minuziosamente trovando interessanti analogie per ogni oggetto o persona che si raddoppia nell’idillio del laghetto di un parco, fino al colpo di scena finale, il cigno che piega il suo becco per bere e rompe l’incanto mandando in frantumi ogni cosa.
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FOTOGRAFIA © DANIELE RIVA
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LA FRASE DEL GIORNO
Sotto la volta del cielo, / ricordati di camminare sempre / attraverso corridoi di nuvole, / lungo corridoi di luce solare / o attraverso alte siepi / di pioggia verde.
MAY SWENSON
Anna Thilda May "May" Swenson (Logan, Utah, 28 maggio 1913 – Bethany Beach, Delaware, 4 dicembre 1989), poetessa e drammaturga statunitense. Molte sue poesie dopo il 1970 sono in stile visuale, altre descrivono l’erotismo omosessuale femminile. Tradusse poeti svedesi, tra i quali Tomas Tranströmer.