EGON SCHILE, AUTORITRATTO”, 1912
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STRADA DI CAMPAGNA
filavano lungo la strada.
Tiepidi uccelli vi pigolavano.
A grandi passi con rossi occhi cattivi
percorrevo le strade bagnate.
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SERA BAGNATA
la sera respirare fresca,
gli alberi neri di temporale -
dico: gli alberi neri, di temporale -
poi le zanzare, lamentose,
i ruvidi passi di contadini,
le campane echeggianti lontano.
Volevo sentire gli alberi in regata
e vedere un mondo sorprendente.
Le zanzare cantavano come fili metallici in paesaggio invernale,
ma il grande uomo nero ruppe loro i suoni delle corde.La città eretta stava davanti a me fredda nell’acqua.
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AUTORITRATTO
ai quali la morbosa sitibonda smania d’esser liberi
tutto a mio avviso effonde,
ed anche per tutti, perché tutti amo - anch’io.
Sono tra i distintissimi il più distinto -
e tra chi rende, il massimo. -
Sono umano, amo la morte e amo la vita.
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EGON SCHIELE, “DER HÄUSERBOGEN”, 1915
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LA FRASE DEL GIORNO
L’arte moderna non esiste. L’arte è stata eterna sin dalle origini.
EGON SCHIELE