ADAM ZAGAJEWSKI
LAVA
E se Eraclito e Parmenide
avessero ragione contemporaneamente
e due mondi esistessero affiancati
uno tranquillo, l’altro folle; una freccia
scocca immemore, e l’altra indulgente
lo osserva; lo stesso flutto si frange e non si frange,
gli animali nascono e muoiono nello stesso istante,
le foglie di betulla giocano con il vento e al contempo
si struggono in una crudele fiamma rugginosa.
La lava uccide e serba, il cuore batte e viene colpito,
c’era la guerra, la guerra non c’era,
gli ebrei sono morti, vivono gli ebrei, le città bruciarono,
le città rimangono, l’amore avvizzisce, il bacio è eterno,
le ali dello sparviero devono essere brune,
tu sei sempre con me, anche se non ci siamo più,
le navi affondano, la sabbia canta e le nuvole
vagano come veli nuziali sfilacciati.
Tutto è perduto. Tanto incanto. I colli
reggono cauti lunghi stendardi boscosi,
il muschio sale sul campanile di pietra della chiesa
e con labbra minute timidamente loda il Settentrione.
Al crepuscolo i gelsomini brillano come lampade
folli stordite dalla propria luce.
Nel museo davanti a una tela scura
si stringono pupille feline. Tutto è finito.
I cavalieri galoppano su cavalli neri, il tiranno scrive
una sgrammaticata condanna a morte.
La giovinezza si dissolve nell’arco
di un giorno, i volti delle fanciulle si fanno
medaglioni, la disperazione volge in estasi
e i duri frutti delle stelle crescono nel cielo
come grappoli d’uva e la bellezza dura, tremula, immota
e Dio c’è e muore, la notte torna a noi
sul fare della sera, e l’alba è brizzolata di rugiada.
Lawa, da Dalla vita degli oggetti, Adelphi, 2012 - Traduzione di Bruno Fonzi.
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Il poeta polacco Adam Zagajewski immagina un mondo in cui le filosofie opposte di Eraclito e di Parmenide convivono: il divenire del primo (“La divinità è giorno-notte, inverno-estate, guerra-pace, sazietà-fame. Ed essa muta come il Fuoco”) e l’immobilità ontologica del secondo (“Non potresti avere cognizione di ciò che non è”), il conflitto e l’immutabilità, il movimento e l’essere. Se per Eraclito “tutto diviene e nulla è” per Parmenide invece “tutto è, nulla diviene” il mondo che deriva dalla fusione di queste due concezioni è un delirante universo in cui tutto è e non è contemporaneamente e il divenire è un rapido ed effimero susseguirsi.
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FOTOGRAFIA © PIRO4D/PIXABAY
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LA FRASE DEL GIORNO
Siamo stati rinchiusi nella scatola del mondo. / L’amore ci renderà liberi, il tempo ci ucciderà.
ADAM ZAGAJEWSKI, Dalla vita degli oggetti
Adam Zagajewski (Leopoli, Ucraina, 21 giugno 1945), poeta, scrittore e saggista polacco. Esordì nel 1972 con Komunikat. Esponente della New Wave polacca, nel 1976 aderì al Comitato per la Difesa degli Operai e la dittatura comunista gli impedì di pubblicare. Cominciò allora il suo esilio a Houston e Parigi. Tornò a risiedere a Cracovia nel 2002.