martedì 11 marzo 2025

Ora del tè


NICANOR PARRA

DOMANDE ALL’ORA DEL TÈ

Questo indistinto signore assomiglia
A una figura da museo di cere;
Guarda attraverso le tendine logore:
Che vale di più, l’oro o la bellezza?
Vale di più il ruscello che si muove
O la pianta ben salda sulla sponda?
In lontananza si ode una campana
Che apre un’altra ferita, o che la chiude:
È più reale l’acqua della fonte
O la ragazza che si specchia in essa?
Non si sa, ormai la gente non fa altro
Che costruire castelli di sabbia:
Conta di più il bicchiere trasparente
O la mano dell’uomo che lo crea?
Si respira una fragile atmosfera
Di cenere, di fumo, di tristezza:
Ciò che è stato una volta non sarà
Più così, dicono le foglie secche.
Ora del tè, pane tostato, burro,
E tutto avvolto come in una nebbia.

(da Poesie e antipoesie, 1954 – Traduzione di Matteo Lefèvre)

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L’antipoesia concepita dal poeta cileno Nicanor Parra respinge la lirica impegnata, trasferisce la poesia nell’ambito del colloquiale e del quotidiano. Se gli esseri umani vivono nell’incertezza e si pongono domande, sull’amore, sul tempo, sulla memoria, sul dolore, l’uomo che beve il tè in un vecchio locale e che è un alter ego del poeta ironicamente pone solo riflessioni estetiche senza altra risposta che il dubbio, suggerendo che tutti non fanno altro che costruire castelli di sabbia.

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PAMELA CARTER, “FRAGOLE, ARANCE E TÈ”

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Il poeta non adempie alla sua parola / se non cambia i nomi delle cose.
NICANOR PARRA, Versi da salotto

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nicanor-parra3Nicanor Segundo Parra Sandoval (5 settembre 1914 – 23 gennaio 2018), poeta matematico, filosofo e fisico cileno. Incarnò l’antipoesia, teorizzando il distacco dagli schemi poetici tradizionali. Fu candidato tre volte al Premio Nobel senza vincerlo mai. Ottenne il Premio Reina Sofia nel 2001 e il Premio Cervantes nel 2011.


lunedì 10 marzo 2025

Centenario di Manolis Anagnostakis


Manolis Anagnostakis, poeta greco di cui oggi ricorre il centenario della nascita, è considerato uno dei poeti più importanti emersi in Grecia dopo la  generazione modernista di Ghiorgos Seferis, Odysseas Elytīs e Ghiannis Ritsos. Fu protagonista nei movimenti poetici esistenzialisti sorti durante e dopo la guerra civile greca, teorizzando l'intervento dinamico della poesia nella vita. La sua opera fu in gran parte ispirata dalla dolorosa esperienza della guerra ed espresse la visione popolare di lotta, libertà e democrazia - per questo venne anche definito "il poeta della sconfitta".

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L'AMORE È LA PAURA

L’amore è la paura che ci unisce agli altri.
Quando hanno soggiogato i nostri giorni e li hanno appesi come lacrime
Quando insieme a loro sono morte pietosamente deturpate
Le nostre ultime forme di sentimenti infantili
Cosa trattiene la mano che gli uomini porgono?
Sa stringere con la forza là dove la ragione ci fuorvia
Quando il tempo s’è fermato e il ricordo è stato sradicato
Come un’assurda affettazione al di là di ogni senso?
(E loro tornano indietro un giorno senza una ruga nel cervello
Trovano le loro mogli e i loro figli cresciuti
Vanno nei negozietti e nei caffè del quartiere
Leggono ogni mattina l’epos della quotidianità).
Moriamo forse per gli altri o perché così vinciamo la vita
O perché così sputiamo a uno a uno sui simulacri da nulla
E per un attimo nella loro mente asciutta passa un raggio di sole
Qualcosa come un pallido ricordo di una preistoria animale.
Vengono giorni in cui non sai più su cosa contare
Storie d’amore e imprese finanziarie
Non trovi specchi per gridare il tuo nome
Semplici propositi di vita garantiscono un’attualità
Tedio, nostalgie, sogni, contratti, raggiri
E se penso è perché l’abitudine è più accessibile del rimorso.

Ma chi verrà a trattenere l’impeto della burrasca che scende?
Chi conterà le gocce a una a una prima che muoiano al suolo
Prima che si confondano con il fango come le voci dei poeti?
Mendicanti di un’altra vita disertori dell’Attimo
Cercano una notte inaccessibile i loro sogni putridi.
Perché il nostro silenzio è l’esitazione tra la vita e la morte.

(da Stagioni 3, 1951 - Traduzione di Filippomaria Pontani)

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POETICA

— Voi tradite ancora una volta la Poesia, mi dirai,
La manifestazione più sacra dell’Uomo
La usate di nuovo come mezzo, come bestia da soma
Delle vostre oscure aspirazioni
Pienamente coscienti del danno che causate
Col vostro esempio ai più giovani.

– Dimmi tu che cosa non hai tradito
Tu e i tuoi simili, per anni e anni,
Avete svenduto uno per uno i vostri beni
Sui mercati internazionali e nei bazar popolari
E siete rimasti senza occhi per vedere, senza orecchie
Per ascoltare, le bocche sigillate, senza parlare.
In nome di quali sacri valori umani ci accusate?

Lo so: di nuovo sermoni e discorsi retorici, dirai.
Ebbene sì! Sermoni e discorsi retorici.

Bisogna piantare le parole come chiodi

Ché non le prenda il vento.

(da Il bersaglio, 1971 - Traduzione di Vincenzo Orsina)

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Altre poesie di Manolis Anagnostakis sul Canto delle Sirene:

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Sento la poesia come un modo per esprimermi perché non potrei farlo diversamente. Perché i tempi erano stati così duri, che solo esprimendo il proprio dolore si poteva sopportarlo.
MANOLIS ANAGNOSTAKIS

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Manolis Anagnostakis (Salonicco, 10 marzo 1925 - Atene, 23 giugno 2005), poeta e critico greco in prima linea nei movimenti di poesia esistenzialista sorti durante e dopo la guerra civile greca alla fine degli anni '40. Fu un leader tra i suoi contemporanei e influenzò la generazione di poeti successiva.


domenica 9 marzo 2025

Perché leggi il giornale?


ALDO LUIS NOVELLI

LEGGE IL GIORNALE

Legge il giornale
ordina un caffè
mette il dolcificante
lo mescola
ne beve un sorso
sorride quando Mafalda
gli chiede
- perché leggi il giornale ogni giorno
Se le notizie sono sempre brutte?
- per sapere quanto resta del mondo questa mattina -
le risponde.

(da Deserto, 2007)

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Una scena minimalista, quasi una radiocronaca per giungere alla risposta finale spiazzante: Il poeta argentino Aldo Luis Novelli scaglia la freccia dopo avere accuratamente preparato il lettore - tutti noi siamo la barista Mafalda - e lo dirige all'amaro bersaglio.

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FOTOGRAFIA © VIKTORIA ALIPATOVA/PEXELS

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Il mondo moderno non sarà punito. È la pena.
NICOLÁS GÓMEZ DÁVILA, In margine a un testo implicito

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Aldo Luis Novelli (Neuquén, 4 marzo 1957 - 23 maggio 2023), poeta, saggista e scrittore argentino. Dedito al genere di poesia minimalista noto come "realismo urbano" o "realismo sporco", cercava di creare “un’atmosfera realistica e quotidiana, fugacemente illuminata da un bagliore".


sabato 8 marzo 2025

Per come sono


PATRIZIA CAVALLI

SE POSSO PERDONARE, ALLORA DEVO

Se posso perdonare, allora devo
riuscire a perdonare anche me stessa
e smetterla di starmi a giudicare
per come sono o come dovrei essere.

Qui non si tratta di consapevolezza
ma è la superbia che mi tiene stretta
in una stolta morsa che mi danna.

Eccomi infatti qui dannata a chiedermi
che cosa fare per essere perfetta.
Tenersi all’apparenza, forse descrivere
soltanto cose in mutua tenerezza.

(da Vita meravigliosa, Einaudi, 2020)

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Patrizia Cavalli "desiderava più di ogni cosa essere vista. Eppure, allo stesso tempo, era quasi ciò che più temeva: era terrorizzata dall'idea di essere imprigionata in un ruolo fisso e definitivo, e quindi doveva sempre mettere alla prova se stessa e gli altri senza mai tenersi in una situazione stabile e consolidata" scrive Emanuele Dattilo. Un invito a non cercare sempre la perfezione, a considerare che anche le debolezze concorrono a formare ciò che siamo. E un augurio alle donne, in questo 8 marzo [anche se l’8 marzo dovrebbe essere tutti i giorni], di essere sempre come sono e non come altri vorrebbero  che fossero.

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OLGA SEMËNOVA, “RAGAZZA ALLA SCACCHIERA”

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Da scalfittura diventare abisso, / da fragile membrana diventare / la corda tesa delle vibrazioni incostanti.
PATRIZIA CAVALLI, Le mie poesie non cambieranno il mondo

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Patrizia Cavalli (Todi, 17 aprile 1947 – Roma, 21 giugno 2022), poetessa e scrittrice italiana. La sua lirica, limpida e diretta, rivela spesso un'intensa drammaticità. Traduttrice di Shakespeare, ha anche riempito i teatri, dando alla letteratura una dimensione scenica, portando in scena l’amata Emily Dickinson.


venerdì 7 marzo 2025

D’occidente in oriente


CARLO BETOCCHI

DI MATTINA

Ancora una mattina
che non potrei tradirmi
se non, nube su nube,
decidermi a rivivere

tutto nel cielo, al suo
fantastico passaggio
d’occidente in oriente
da un mare senza mente

a un monte senza peso;
la verità che vive
nei cuori non si scrive
che misteriosamente.

(da Poesie, Vallecchi, 1955)

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E ch’ivi è il tutto, tutto ciò che io posso / saper di vero, anche se avvolto nel mistero / della cosa fatta dall’uomo, e che dall’uomo / prega per il di più che non può fare, / e i doni per cui fece, alti, ringrazia”. Il mistero dell'esistere è spesso sotto la lente dei versi di Carlo Betocchi: la verità delle cose è nella metafisica della mattina, nel suo cielo solcato da nuvole in movimento, segretamente vicina alla visione religiosa francescana del poeta.

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FOTOGRAFIA © MYRIAM PHOTOS/PIXABAY

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  LA FRASE DEL GIORNO  

O benedetta, benedetta sia / la cristallina, / benedetta mattina: / benedetta la gente / che va che viene, / benedetta la mente che l'avvia, / ciascuno alla sua prova.
CARLO BETOCCHI, L'estate di San Martino

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Carlo Betocchi (Torino, 23 gennaio 1899 – Bordighera, 25 maggio 1986), poeta e scrittore italiano. Fra i poeti ermetici è considerato una sorta di guida morale. Tuttavia, contrariamente a loro, fondava le sue poesie non su procedimenti analogici che evocano significati, ma su un linguaggio diretto, sul realismo e sulla tensione morale.


giovedì 6 marzo 2025

Panchine tavolini punti precisi


MICHELE MARI

CI SONO PANCHINE

Ci sono panchine
tavolini
punti precisi di strade
che collegati in un reticolo
formano il disegno di un altra vita
In cui potremmo amarci

Fu il primo gioco della Settimana Enigmistica
cui sono stato ammesso da bambino
e non sapevo
che era il più importante.

(da Cento poesie d'amore a Ladyhawke, Einaudi, 2007)

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L'amore impossibile di Michele Mari potrebbe trovare la sua realizzazione soltanto in un'altra dimensione, diversa da quella presente. È che ci sono stati bivi dove si è presa la strada sbagliata o punti dove non ci si è fermati per incontrarsi. Unirli, come nella "Pista cifrata" della Settimana Enigmista, è ormai un illusorio gioco della mente.

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FOTOGRAFIA © DREW RAE/PEXELS

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Ero fatto per esserti fedele / ma tu mi sei passata davanti / come un treno che non ferma.
MICHELE MARI, Cento poesie d'amore a Ladyhawke

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Michele Mari (Milano, 26 dicembre 1955), scrittore, traduttore, poeta e accademico italiano. Nei suoi scritti i temi più ricorrenti sono quelli dell’infanzia e della memoria: in uno stile ricercato spesso usato in chiave gotica e barocca si ispira al genere horror e a quello della fantascienza.


mercoledì 5 marzo 2025

Continuerò come ora


ÁNGEL GONZÁLEZ

FINCHÉ ESISTERAI

Finché esisterai,
finché il mio sguardo
ti cercherà oltre le colline,
finché nulla
che non sia la tua immagine
mi riempirà il mio cuore, e ci sarà
una remota possibilità che tu sia viva
da qualche parte, illuminata
da una luce - qualsiasi...
                                            Finché
presentirò che tu ci sei e che ti chiami
così, con quel tuo nome
così breve,
continuerò come ora, amore
mio,
sopraffatto dalla distanza,
sotto quell'amore che cresce e non muore,
sotto quell'amore che continua e non finisce mai.

(da Aspro mondo, 1956)

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L'esistenza della donna amata è una condizione per la sopravvivenza dell'io poetico amante? No, naturalmente. E tantomeno è un ostacolo la distanza, come chiaramente sostiene in questa bellissima poesia Ángel González: il sentimento ignora la lontananza e l'invecchiamento, implicando l'eternità di questo amore.

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FOTOGRAFIA © OLCAY ERTEM/PIXABAY

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Non sente la tua assenza il sentimento. / La sente il corpo.
ÁNGEL GONZÁLEZ, Aspro mondo

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Ángel González Muñiz (Oviedo, 6 settembre 1925 – Madrid, 12  gennaio 2008), poeta spagnolo della Generazione del ‘50. Premio Principe delle Asturie nel 1985 e Premio Regina Sofia nel 1996. La sua opera mescola intimismo e poesia sociale con un tocco ironico. Il passare del tempo, l’amore e la civilizzazione sono i suoi temi ricorrenti, giocati su toni di un’ottimistica malinconia.


martedì 4 marzo 2025

Le maschere e i volti


ALEXIS DÍAZ PIMIENTA

FESTA IN COSTUME, I

La vita è come una festa in costume
in una stanza di specchi a rovescio
e noi vi proviamo travestimenti
e frasi e risate e disgusto e vestiti
e baci e scarpe e maschere e libri
preservativi e battiti del cuore
e cravatte e paure e che cosa fai
e come stai e mercoledì e oblii.
La vita è come una festa in costume
con le maschere e i volti travisati,
con degli specchi falsi e specchi veri,
con occhi sordi e con orecchi ciechi.
La vita è come una festa in costume:
un’eterna danza tra sconosciuti.

(da Festa in costume, 2008)

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Carnevale. Il poeta cubano Alexis Díaz Pimienta rappresenta un ballo in maschera in cui ognuno recita la sua parte di identità e di finzioni, di come si è e di come si vuole apparire. Ma, attenzione, quella festa in costume, quel modo di relazionarci con gli altri, non è solo il martedì grasso – o il sabato successivo, per gli ambrosiani – ma in realtà l’intera vita, fatta di verità e menzogne, di travestimenti e di specchi che ci riflettono talora diversi da come siamo.

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IMMAGINE GENERATA CON IA © GBTAYLOR/PIXABAY

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Siamo tutti – no, non illudetevi – / manichini parlanti. In me si provano / le maschere gli altri, quelli che trasportano /la mia dentro la sacca per cambiarsi.
ALEXIS DÍAZ PIMIENTA, Festa in costume

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Alexis Díaz Pimienta (L'Avana, 25 agosto 1966), poeta e scrittore cubano. Direttore della Cattedra di Poesia Improvvisata presso l'Università delle Arti, autore di romanzi, racconti, poesie e letteratura per bambini e ragazzi, è considerato uno dei più grandi ricercatori e professionisti dell'improvvisazione ("repentismo") a livello internazionale.


lunedì 3 marzo 2025

Almeno a parole


CAROL ANN DUFFY

PAROLE, NOTTE IMMENSA

Da qualche parte al di là di questa notte immensa
e dello spazio che ci separa, ti penso.
La stanza si allontana lenta dalla luna.

È piacevole. O dovrei cancellarlo e dire
che è triste? In uno dei tempi intono
un impossibile canto di desiderio che tu non senti.

La lala la. Vedi? Chiudo gli occhi e immagino
i cupi colli che dovrei attraversare
per raggiungerti. Perché sono innamorata di te

e questo è ciò che si prova, almeno a parole.

1990

(da Lo splendore del tempio, Crocetti, 2012 - Traduzione di Floriana Marinzuli e Bernardino Nera)

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Amore, desiderio e lontananza. Temi classici della poesia di ogni tempo. La poetessa scozzese Carol Ann Duffy, conscia della difficoltà di esprimere con le parole la forza della passione, compie però, con quello che ha a disposizione, un tentativo per dire la sua voglia di essere con l'amata, in quell'altrove che al momento le è negato.

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FOTOGRAFIA © PXHERE

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Cieli immensi ci congiungono, unendo qui a lì. /  Desiderio e passione nell’aria che pensa.
CAROL ANN DUFFY, Lo splendore del tempio

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Carol Ann Duffy (Glasgow, 23 dicembre 1955), poetessa e drammaturga scozzese, direttrice dei corsi di scrittura creativa presso la Manchester Metropolitan University e, dal 1º maggio 2009 Poeta Laureato del Regno Unito. Nelle sue poesie dà spesso voce a personaggi di outsiders.


domenica 2 marzo 2025

La seta


RITA DOVE

SCIARPA

Chi sostiene che la bellezza
risieda nell'occhio
di chi guarda
ha dimenticato la musica
che crea la seta
avvolgendosi
su un collo
nudo: pelle mai toccata
così delicatamente se non
da un bambino
o da un amante.

(da Playlist per l'Apocalisse, 2021)

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Una sciarpa di seta: la poetessa statunitense Rita Dove, con gli stessi tocchi delicati e aggraziati, ricrea con le parole la sensazione di essere avvolti dalla leggera e vellutata sinuosità del tessuto. La bellezza si sposta dal colore, dal disegno, dall'emozione visiva al piacere della sensazione tattile.

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IMMAGINE GENERATA CON AI © BEASTERNCHEN/PIXABAY

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Il foulard di seta è l'addio di una carezza.
RAMÓN GÓMEZ DE LA SERNA, Greguerías

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Rita Frances Dove (Akron, Ohio, 28 agosto 1952), poetessa e scrittrice statunitense, vincitrice del Premio Pulitzer per la poesia 1987. La sua opera è originale per le varie tematiche affrontate e la meticolosa ricerca linguistica con cui riesce a catturare e trasferire sul foglio emozioni complesse.


sabato 1 marzo 2025

Poesie per marzo XI


Il marzo pazzerello di tanti proverbi, quello che "vede il sole e apre l'ombrello", appare nei versi torinesi del poeta parnassiano Francesco Pastonchi: un giorno la neve sulle rive del Po, l'altro un brillante anticipo d'estate. Daria Menicanti guarda invece speranzosa a questa bellezza di marzo, a questo splendore che annuncia l'arrivo della primavera con i suoi fiori e con il nuovo verde dei prati.

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FOTOGRAFIA © MANULISCIOUS/PIXABAY

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FRANCESCO PASTONCHI

MARZO

Ieri, giochi di marzo, i praticelli
incipriati di neve e il Po nero;
oggi sereno che abbaglia su l'acque,
e le barche già cullano l'estate.
Torino, in una frale filigrana
d'alberi con le rivelate strade,
bella, e con quell'assistere di monti.

(da Endecasillabi, Mondadori, 1949)

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DARIA MENICANTI

MARZO

Con occhi vecchi e saggi
allegri e saggi
guardo alla vita
ai bei sette colori
dell’aria, alberi effusi
e l’innocenza tutta in fiori aperta
della prima erba.
Il cielo si socchiude
il vento strappa a latrati le nubi.
Lunga fu la pazienza dell’inverno,
ma oggi è un sorso di felicità.

(da Poesie per un passante, Mondadori, 1978)

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Marzo è un fanciullo in ozio, a cavalcioni / sul vento che sepàra due stagioni; / e, zufolando, fa, per suo capriccio, / con strafottenti audacie, / il tempo che gli piace.
ARTURO ONOFRI, Vincere il drago!

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Francesco Pastonchi (Riva Ligure, 31 dicembre 1874 – Torino, 29 dicembre 1953), poeta e critico letterario italiano. La sua poesia si svolse in origine secondo modi parnassiani e soprattutto dannunziani, lontana da ogni vera intimità e sensualmente intesa alla ricerca della bellezza formale, facendosi con il tempo più malinconica e meditativa.


Daria Menicanti (Piacenza, 6 aprile 1914 – Mozzate, 4 gennaio 1995), poetessa, insegnante e traduttrice italiana. In lei si mescolano il registro sarcastico e ironico e quello più sottile della malinconia. Per Lalla Romano la sua era “una voce nuova, moderna e classica, per niente alla moda, ma libera e anche audace”.


venerdì 28 febbraio 2025

Le parole e il mare


ANNA MONTERO

DAL CIELO LA NUVOLA

Dal cielo, la nuvola. Dalla parola, i silenzi.
Dalle acque, il fiume. Dal mare, la schiuma.
Dalle strade, la pioggia.
Dall'amore, il gesto,
la nuvola, il silenzio,
la pioggia, il fiume.
Dall’amore, le parole e il mare,
il cielo, l'acqua. Dall’amore, lo spazio
aperto che cresce dentro
e si fa parola.

(da Come se tornassi dal nulla, 1999)

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Come è possibile comprendere il mondo? Come lo si può conoscere? Ma attraverso la parola poetica, naturalmente; analizzandolo attraverso il filtro della poesia. E quale sentimento è in grado di generare questa ricerca, di attivare la forza della parola? Secondo la poetessa e traduttrice catalana Anna Montero, non può essere che l’amore la base di tutto.

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FOTOGRAFIA © COWINS/PIXABAY.

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  LA FRASE DEL GIORNO 

Tutte le parole sono belle / una volta che sono state dette.
ANNA MONTERO, Come se tornassi dal nulla

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Anna Montero Bosch (Logroño, 3 dicembre 1954), poetessa e traduttrice catalana. La sua produzione è stata classificata come "poesia pura e insinuante, dal tono dolce e dall'atmosfera delicata", che si compone di "brevi poesie che ci parlano di amore, poesia e sogni, sempre con un tono esistenziale che riflette l'angoscia di la mancanza di senso e il vuoto del mondo".


giovedì 27 febbraio 2025

I miei scritti più segreti


KONSTANTINOS KAVAFIS

SEGRETI

Da quanto ho fatto e da quanto ho detto
non cerchino di capire chi fui.
C'era un ostacolo che modificava
il mio modo di agire e di vivere.
C'era un ostacolo che spesso mi bloccava
quando stavo per parlare.
Le mie azioni meno evidenti
e i miei scritti più segreti –
questi soltanto mi sveleranno.
Ma forse tanti sforzi e tante cure
per conoscermi non valgono la pena.
In futuro - in una società migliore –
qualcun altro fatto come me
certo ci sarà e agirà liberamente.

(da Poesie d'amore e della memoria, Newton, 2006 - Traduzione di Paola Maria Minucci)

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Una specie di autoritratto emerge da questa "poesia nascosta" di Konstantinos Kavafis, scritta nel 1904. Un po’ come Jorge Luis Borges, che scrisse “Suppongo che le parole essenziali / che mi esprimono stanno in quelle pagine / che mi ignorano, non in ciò che ho scritto”, è nel non detto che deve emergere la sua personalità, ci dice il poeta greco, è in quello che non ha saputo o che non ha potuto dire, ma che rimane segreto, custodito, e che i posteri - mutata la società -sapranno leggere senza pregiudizi.

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ILLUSTRAZIONE DA TUMBLR

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  LA FRASE DEL GIORNO 

Arte della Poesia, mi appello a te, / che sai qualcosa di rimedi, e tenti / di alleviare la pena con Fantasia e Parole.
KONSTANTINOS KAVAFIS, Poesie

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Konstantinos Petrou Kavafis, (Alessandria d'Egitto, 29 aprile 1863 – 29 aprile 1933), poeta e giornalista greco. Pubblicò 154 poesie, spesso ispirate all'antichità ellenistica, romana e bizantina, percorre, mirando al sublime, i vari gradi di un'esperienza estetica congiunta alla pratica dell'amore omosessuale.


mercoledì 26 febbraio 2025

Un deserto profondo


DIONISIA GARCÍA

MARE D’INVERNO

Quando la terra si piegherà
e apparirà l'ombra,
questa luce non sarà più il beneficio,
non avrai più la carezza naturale
delle mani che cercano
il dono senza afferrarlo,
Sarai un deserto profondo,
spogliato di corpi,
la bellezza per nessuno;
Il sogno biancastro dell'attesa
non avrà melodia.

(da Antifone, 1978)

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Il mare deserto, le spiagge spoglie, attrezzate per resistere alle mareggiate. Il mare d’inverno che colpisce la poetessa spagnola Dionisia García: ne osserva la bellezza primitiva, quel suo silenzioso essere naturale, quella sua “pazienza sacra”, come la definì Pablo Neruda.

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FOTOGRAFIA © PXHERE

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  LA FRASE DEL GIORNO 

C’è una meta / per il vento dell’inverno: / il rumore del mare.
IKENISHI GONSUI

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Dionisia García (Fuente Álamo, 20 marzo 1929), poetessa e scrittrice spagnola. Laureata in Filologia romanza, risiede a Murcia, la cui Università destina un premio di poesia a suo nome. Le sue opere presentano una riflessione sulla natura della vita e sull’importanza della parola poetica, sulla memoria e sullo scorrere del tempo.


martedì 25 febbraio 2025

Più delle lucciole


KI NO TOMONORI

QUANDO CALA LA SERA

Quando cala la sera,
più delle lucciole
ardo di passione;
forse non ne scorge il bagliore
crudele la mia amata.

(da Kokin Wakashū)

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L'amore non corrisposto è un cruccio che attraversa la poesia da qualche millennio. Qui siamo nel Giappone del IX secolo dopo Cristo e il poeta di corte Ki No Tomonori si strugge al tramonto per la donna bella e crudele che non prende nemmeno in considerazione la sua sofferenza.

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ILLUSTRAZIONE DA ETSY

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  LA FRASE DEL GIORNO 

È meglio aver amato e perso che non aver amato mai.
ALFRED TENNYSON

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Ki no Tomonori (circa. 850 – circa 904), poeta giapponese. Segretario principale al palazzo dell'imperatore Daigo, fu uno dei primi poeti waka di corte del primo periodo Heian, membro dei sanjūrokkasen o Trentasei immortali della poesia. Fu un compilatore del Kokin Wakashū.


lunedì 24 febbraio 2025

Uno scampolo della sera


ISABEL OLIVA I PRAT

CARTOLINA NON SPEDITA

L'oro del sole al tramonto sotto il Ponte di Rialto,
Le campane di San Marco cadono lente
sui roseti dei giardini pensili del Canal Grande.
Le gondole disegnano cerchi infiniti
nell'acqua verde,
una luce diafana dissolve la nebbia, attraversa
le bolle d'aria delle finestre
ed entra nelle case come uno scampolo della sera.
In quel preciso istante,
nelle gallerie di vetro dei palazzi,
pezzi di cristallo di Murano brillano
degli stessi colori di una cartolina veneziana
non ancora spedita al destinatario.

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Non si spediscono più cartoline ed è un peccato. Al massimo si mandano fotografie scattate con il cellulare, effimere e virtuali. Anzi, a volte neppure quelle, non si fa nemmeno in tempo a fermare l'istante, se ne rimane esteticamente abbagliati come se fossimo colpiti dalla sindrome di Stendhal. Ma ci rimane negli occhi il momento, come questo tramonto veneziano al ponte di Rialto resta negli occhi della poetessa catalana Isabel Oliva i Prat.

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FOTOGRAFIA © MOST BEAUTIFUL PICTURES

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  LA FRASE DEL GIORNO 

Ma con qual virtù potrò io mai comunicare a chi m'ascolta questa mia visione di bellezza e di gioia? Non v'è aurora e non v'è tramonto che valgano una simile ora di luce su le pietre e su le acque.
GABRIELE D'ANNUNZIO, Il fuoco

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Isabel Oliva i Prat (Girona, 27 novembre 1924) poetessa catalana. Pubblicò il suo primo libro a settantaquattro anni. Coltiva una poesia profondamente radicata nell'esperienza di vita personale e collettiva, in cui l'attenzione per la memoria, il paesaggio, la solitudine e l'arte predominano come caratteristiche fondamentali dell'espressione umana.


domenica 23 febbraio 2025

Pomeriggi di domenica


AURORA BERNÁRDEZ

MALINCONIA DELLA DOMENICA

I pomeriggi della domenica
si allungano nell'attesa, annunciano
altri pomeriggi di domenica
che non annunciano più
nulla.

(da Il libro di Aurora, 2017)

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Quando le domeniche finiscono e sfiorisce la promessa di felicità che era sbocciat al mattino, lasciano - come nota la poetessa argentina Aurora Bernárdez  - quel gusto malinconico di cosa che declina, quel senso di essere prigionieri degli ingranaggi del tempo che a Giacomo Leopardi nel Sabato del villaggio fece dire “Ed al travaglio usato / ciascuno in suo pensier farà ritorno”.

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SUZANNE VALADON, "DONNA DISTESA SU UN DIVANO"

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Il sabato promette, la domenica non mantiene / e torna un’altra volta - o neppure quella: / la stessa volta - la pioggia dei lunedì.
MIGUEL D'ORS, La musica estrema

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Aurora Bernárdez (Buenos Aires, 23 febbraio 1920 – Parigi, 8 novembre 2014), poetessa, traduttrice e scrittrice argentina. Moglie di Julio Cortázar fino al divorzio nel 1968, ne fu l''esecutrice letteraria e testamentaria. Tradusse Calvino, Sartre, Camus, Faulkner e Nabokov.


sabato 22 febbraio 2025

Teneri rami


HALLDIS MOREN VESAAS

ALBERO NEL BOSCO

Caro, mi sembra che il mio corpo
si avvicini al tuo, sempre di più,
come un albero nel bosco
che si piega verso un altro.

Teneri rami ti si attorcigliano intorno,
le nostre chiome mescolano le loro foglie,
le radici, invisibili,
s'intrecciano amorose
profondamente nella terra e nella notte.

Che grande bosco! e noi che qui possiamo crescere insieme!
Siamo immobili:
sta passando una sera mite e solenne
attraverso il bosco.

Passa ondeggiando anche attraverso la nostra chioma
nel suo andare per la terra intera
scivola come una lenta carezza
lungo i nostri corpi.

Svegli respiriamo verso di lei.
Prende il nostro respiro come,
come una corrente nel suo mare?
Quella corrente si chiama allora: felicità.

- Il buio si infittisce sulla nostra chioma.
Notte in tutto il nostro bosco.
E la notte diventa sempre più vicina e lontana,
piena di stelle -

(da Nuove poesie d'amore, Crocetti, 2010 - Traduzione di Paola Carú e Ann-Magritt Sævold)

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L'analogia alberi/amanti appare spontanea nella poesia di Halldis Moren Vesaas. La poetessa norvegese già in Arpa e pugnale scriveva con un'intonazione naturale: "Tutto il tuo corpo emana odor di terra / – Tra le tue braccia me ne inebrio e scaldo, / affondo in te come un corpo nel fango / e una notte ancora dormo sul tuo petto". Qui l'amore diventa una forza che unisce i due amanti/alberi e li lega insieme profondamente.

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IMMAGINE © WALLPAPERCAVE

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  LA FRASE DEL GIORNO 

Piantare un albero è aprire una strada / che conduca attraverso gli anni.
HALLDIS MOREN VESAAS, L'albero

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330px-Halldis_Moren_VesaasHalldis Moren Vesaas (Trysil, 18 novembre 1907 – Oslo, 8 settembre 1995) poetessa, traduttrice e scrittrice per l’infanzia norvegese. Visse in una fattoria con il marito poeta Tarjei Vesaas e fu molto nota nel suo paese per le sue coraggiose posizioni sui diritti delle donne.


venerdì 21 febbraio 2025

Il suo profumo


ALBANO MARTINS

SE IL TEMPO FOSSE UN FIORE

Se il tempo
fosse
un fiore, il suo
profumo
sarebbe
questa luce
che scende
dalle scogliere
del giorno.

(da Antologia poetica, 2000)

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Albano Martins, poeta portoghese, nei suoi versi dà valore alla bellezza sensoriale, all'emozione che sa estrinsecarsi apparendo dal nulla, ed è spesso nel rapporto tra uomo e natura che questo accade: la luce - per sinestesia - diventa in questo caso pura poesia, finendo con l'essere grazie al simbolismo caro all'autore, il profumo del tempo.

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FOTOGRAFIA © ICON0

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  LA FRASE DEL GIORNO 

Sulla carta bianca /  sono presenti alcune / tracce di inchiostro / indecifrabili. E / queste / sono solo / uno dei capitoli del libro / in cui si legge / tutto e non si scrive / nulla.
ALBANO MARTINS, Scritto in rosso

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Albano Dias Martins (Fundão, 6 agosto 1930 – Vila Nova de Gaia, 6 giugno 2018), poeta portoghese. Fu uno dei fondatori della rivista Árvore e collaboratore di Colóquio-Letras e Nova Renascença. La sua poesia mostra  una maggiore attenzione alla parola, alla ricerca di un'espressione raffinata e non discorsiva, che trova nella brevità e in un certo minimalismo nominale una forma originale.


giovedì 20 febbraio 2025

L’arte della parola


ROBERTO JUARROZ

SESTA POESIA VERTICALE, 40

Sbattezzare il mondo,
sacrificare il nome delle cose
per ottenere la loro presenza.

Il mondo è un nudo richiamo,
una voce e non un nome,
una voce con la sua eco al seguito.

E la parola dell'uomo è parte di quella voce,
non un dito puntato,
non un'etichetta di archivio,
non una definizione di dizionario,
non una carta d'identità sonora,
non una bandierina che indichi
la topografia dell'abisso.

L'arte della parola,
oltre la piccola miseria
e la piccola tenerezza di designare questo o quello,
È un atto d'amore: creare presenza.

L'arte della parola
È la possibilità che il mondo parli al mondo:
la possibilità che il mondo parli all'uomo.

La parola: quel corpo aperto verso tutto.
  La parola: quegli occhi aperti.

(per Roger Munier)

(da Sesta poesia verticale, 1975)

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Ritornare alla verginità delle cose, alla loro purezza non ancora toccata dal concetto o dallo stereotipo: l'arte della poesia, come dice il poeta argentino Roberto Juarroz, è  -o almeno dovrebbe essere - la capacità di rinominare il mondo, liberarlo dalle zavorre delle parole che lo hanno fossilizzato, cristallizzato in un'eco continua di sé. La parola deve dunque essere trasformata, divenire un'apertura, per consentire l'«esplosione dell'essere», che per Juarroz è lo scopo della poesia.



EMILIO ISGRÒ, “ODISSEA CANCELLATA”


  LA FRASE DEL GIORNO 

Avremmo dovuto fare dei nostri occhi / uno strumento musicale, / per concentrare in modo diverso / gli intervalli effimeri del nulla.
ROBERTO JUARROZ, Sesta poesia verticale

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Roberto Juarroz (Coronel Dorrego, 5 ottobre 1925 – Buenos Aires, 31 marzo 1995), poeta, saggista e bibliotecario argentino. La sua opera, salvo le prime Sei poesie scelte del 1960 è riunita con il titolo unico di Poesia verticale. Varia solo il numero d'ordine, da raccolta a raccolta, fino alla quattordicesima, uscita postuma nel 1997.


mercoledì 19 febbraio 2025

Era Ulisse?


WALLACE STEVENS

IL MONDO COME MEDITAZIONE

"J'ai passé trop de temps à travailler mon violon, à
Voyager. Mais l'exercice essentiel du compositeur
— la médiatation — rien ne l'a jamais suspendu en moi…
Je vis un rêve permanent, qui ne s'arrête ni nuit ni jour”
GEORGES ENESCO

È Ulisse che giunge da oriente,
L'interminabile avventuriero? Gli alberi si rinnovano.
L''inverno è lavato via. Qualcuno però si muove

All'orizzonte e su di esso si leva.
Una forma di fuoco lambisce i cretonnes di Penelope,
La sua sola presenza selvaggia risveglia il mondo in cui abita.

A lungo ha composto il suo animo a riceverlo,
Che fosse a entrambi  compagno, immaginando,
Due in un rifugio dalle fondamenta profonde, l'amica e il caro amico.

Gli alberi si sono rinnovati, come un esercizio essenziale
In una meditazione disumana, più grande di lei.
I venti non l'hanno vegliata come cani la notte.

Non volle nulla che lui non potesse portare venendo a lei solo.
Non volle doni. Le braccia di lui sarebbero state la sua collana
E la sua cintura, la fortuna finale del loro desiderio.

Ma era Ulisse? O era solo il tepore del sole?
Sul suo guanciale? Il pensiero batteva in lei come il cuore.
Battevano insieme. Era solo giorno.

Era Ulisse e non lo era. Eppure si erano incontrati,
L'amica e il caro amico e l'invito di un pianeta.
Mai le sarebbe mancata la barbara forza.

Avrebbe parlato un poco tra sé pettinando i capelli,
Ripetendone il nome in pazienti sillabe,
Mai dimenticandosi di lui che sempre le veniva così vicino.

(da La roccia, 1954 - Traduzione di Vittorio Lingiardi)

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"Ho passato troppo tempo a esercitarmi con il violino, a viaggiare. Ma l’esercizio essenziale del compositore – la meditazione – non si è mai fermato in me… vivo in un sogno permanente, che non si ferma né di giorno né di notte": la lunga citazione del pianista rumeno Georges Enesco posta in epigrafe a questi versi dal poeta statunitense Wallace Stevens è la chiave di lettura. Il ritorno di Ulisse è illusorio, è frutto della mente di Penelope che risolve così il suo conflitto interiore, rendendo autentica la propria illusione e creando così un mondo dove a regnare è l'ordine. "Il desiderio dà all'immaginazione la forza di soppiantare la realtà esteriore. L'immaginazione di Penelope trasforma Ulisse mentre pensa a lui, e nessun originale o ricordo dell'originale è disponibile nella poesia. Per realizzare qualcosa bisogna ricrearlo, interiorizzarlo", come scrive Loren Rusk.

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SIDNEY HAROLD METEYARD, "PENELOPE AL TELAIO"

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  LA FRASE DEL GIORNO 

Quanto tutto è pieno di sciocchezze! Sono solo i pensieri a riempire una stanza con qualcosa di più dei mobili.
WALLACE STEVENS, Lettera a Elsie Moll Kachel, 16 maggio 1907

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Wallace Stevens (Reading, Pennsylvania, 2 ottobre 1879 – Hartford, Connecticut, 2 agosto 1955) è stato un poeta statunitense. Laureato ad Harvard, avvocato dal 1904, lavorò per una compagnia di assicurazioni. Espressione tra le più alte del Modernismo, nei suoi versi risaltano  l'immaginazione e lo spessore metaforico del linguaggio.


martedì 18 febbraio 2025

Centenario di Jack Gilbert


L'amore e il dolore: si bilanciano tra questi due sentimenti la vita e la stessa visione poetica di Jack Gilbert, che nacque a Pittsburgh il 18 febbraio di cento anni fa. Visse a Parigi e poi in Italia, in Umbria, dove conobbe il suo primo grande amore, Gianna Gelmetti, con la quale rimase un anno. Trasferitosi in Grecia visse quattro anni sulle isole con la poetessa Linda Gregg. Tornato negli Stati Uniti, conobbe e sposò Michiko Nogami, un'insegnante di giapponese, che morì a soli 32 anni lasciandolo devastato. Gilbert era uno spirito libero e dedito all'emozione estetica e alla poesia. Di lui Linda Gregg disse: "Tutto ciò che Jack voleva sapere era di essere sveglio, che gli alberi in fiore erano mandorli, e di camminare lungo la strada per fare colazione. Non gli importava mai di essere povero o di dover dormire su una panchina del parco".

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FOTOGRAFIA © VOCA

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LA RISPOSTA

La chiarezza, la semplicità, sono un traguardo
o uno svuotamento? Se il cuore persiste
nell'attesa, comincia ad alleggerirsi?
Se siamo sempre buoni, Dio perde le nostre
tracce? Quando mi sveglio di notte,
c'è qualcosa di importante. Come il ronzio
delle turbine giganti nelle stazioni dagli alti soffitti
dei bassifondi. C'è un silenzio in me,
assoluto e scomodo. Sono ossessionato
dal giorno in cui ho camminato in un villaggio greco
dove tutti dormivano e qualcuno ha iniziato
a suonare Chopin, lentamente, debolmente, al piano
superiore di una semplice casa in pietra bianca.

(da La danza più di tutto, 2009)

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NEL PERUGINO ABBIAMO VISTO QUALCHE VOLTA IL NOSTRO PAESE

Per Gianna

Nel Perugino abbiamo visto qualche volta il nostro paese.
Per caso, dietro la Madonna, le dolci colline
e la valle che abbiamo sempre quasi ricordato,
la luce che spiega la nostra segreta convinzione
dell'esilio. Quella luce, quella valle, quelle colline,
quel paese dove le persone finalmente si toccano
come toccheremmo noi, raggiungendosi con la mano e il corpo
e la bocca, piangendo, e non incontrandosi.
Quei perfetti piccoli alberi di solitudine,
oscuri con il mio desiderio in controluce.

(da Visioni del pericolo, 1962)

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Altre poesie di Jack Gilbert sul Canto delle Sirene:

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  LA FRASE DEL GIORNO 

La poesia è una specie di menzogna, / necessariamente. A profitto del poeta / o  della bellezza. Ma anche in essa / la verità può essere detta solo così.
JACK GILBERT, Visioni del pericolo

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Jack Gilbert (Pittsburgh, Pennsylvania, 18 febbraio 1925 - Berkeley, California, 13 novembre 2012), poeta statunitense. Amico di Allen Ginsberg e Jack Spicer, non fu però vicino al movimento beat. Si è descritto come un "romantico serio" e un "contadino della poesia".


lunedì 17 febbraio 2025

L’anima delle cose


ROSE AUSLÄNDER

MISTERO

L'anima delle cose
mi fa percepire
le particolarità
di mondi infiniti
Con trepidazione
cerco il volto
di ogni cosa
e trovo in ognuna
un mistero
I segreti mi parlano
una lingua viva
Sento il cuore del cielo
battere nel mio cuore

(da Un altro giorno di caldo e vento, 1982)

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La poetessa tedesca Rose Ausländer nella sua meditazione riesce a sentire la presenza del trascendente nelle cose, l'esistenza di un mistero che rimane tuttavia insondabile, racchiuso nel suo ostinato segreto, eppure così vivo nel suo sfuggire.

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FOTOGRAFIA © SABINE BENDS/PIXABAY

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  LA FRASE DEL GIORNO 

La cosa più bella che possiamo sperimentare è il mistero. È la fonte di ogni vera arte e scienza.
ALBERT EINSTEIN, La mia concezione del mondo

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Rose Ausländer, nata Rosalie Beatrice Scherzer (Černivci, Ucraina, 11 maggio 1901 – Düsseldorf,  3 gennaio 1988), poetessa ebrea tedesca. Dai toni fiabeschi della gioventù passò a narrare con dolore la deportazione e lo sterminio degli ebrei e l’alienazione di New York, dove visse a lungo.