SYLVIA PLATH
LETTERA D’AMORE
Non è facile dire il cambiamento che operasti.
Se adesso sono viva, allora ero morta
anche se, come una pietra, non me ne curavo
e me ne stavo dov’ero per abitudine.
Tu non ti limitasti a spingermi un po’ col piede, no -
e lasciare che rivolgessi il mio piccolo occhio nudo
di nuovo verso il cielo, senza speranza, è ovvio,
di comprendere l’azzurro, o le stelle.
Non fu questo. Diciamo che ho dormito: un serpente
mascherato da sasso nero tra i sassi neri
nel bianco iato dell’inverno -
come i miei vicini, senza trarre alcun piacere
dai milioni di guance perfettamente cesellate
che si posavano a ogni istante per sciogliere
la mia guancia di basalto. Si mutavano in lacrime,
angeli piangenti su nature spente,
ma non mi convincevano. Quelle lacrime gelavano.
Ogni testa morta aveva una visiera di ghiaccio.
E io continuavo a dormire come un dito ripiegato.
La prima cosa che vidi fu l’aria, aria trasparente,
e le gocce prigioniere che si levavano in rugiada
limpide come spiriti. Tutt’intorno giacevano molte
pietre stolide e inespressive,
Io guardavo e non capivo.
Con un brillio di scaglie di mica, mi svolsi
per riversarmi fuori come un liquido
tra le zampe d’uccello e gli steli delle piante
Non m’ingannai. Ti riconobbi all’istante.
Albero e pietra scintillavano, senz’ombra.
La mia breve lunghezza diventò lucente come vetro.
Cominciai a germogliare come un rametto di marzo:
un braccio e una gamba, un braccio, una gamba.
Da pietra a nuvola, e così salii in alto.
Ora assomiglio a una specie di dio
e fluttuo per l’aria nella mia veste d’anima
pura come una lastra di ghiaccio. È un dono.
(Love Letter, da Attraversando l’acqua, 1971 – Traduzione di Anna Ravano)
.
Una lettera d’amore che è anche un tentativo di definirsi: siamo nel 1960 e il matrimonio tra la poetessa americana Sylvia Plath e il poeta inglese Ted Hughes è ancora in essere – si separeranno nel 1962, quando Ted avvierà una relazione con Assia Wevill, e al principio del 1963 Sylvia si ucciderà. In questo periodo la nascita della figlia Frieda Rebecca e un momento di estro creativo attutiscono i caratteri di una donna afflitta da una profonda forma di depressione e di un marito poco attento (se non addirittura violento, come ipotizzato sulla base di lettere intercorse tra la Plath e la sua psicanalista): l’amore vi spicca come il tentativo di Ted di strappare Sylvia dal gorgo in cui stava annaspando, di trarla alla luce, compito probabilmente proibitivo vista la tragica fine di lei.
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LA FRASE DEL GIORNO
La scrittura è la mia sostituta: se non ami me, ama quello che scrivo, amami per questo.
SYLVIA PLATH