venerdì 17 maggio 2024

Amore segreto


PABLO NERUDA

ODE AL SEGRETO AMORE

Tu sai
che indovinano
il mistero:
mi vedono,
ci vedono,
e nulla
è stato detto,
né i tuoi occhi,
né la tua voce, né i tuoi capelli,
né il tuo amore hanno parlato,
e lo sanno
d'improvviso,
senza saperlo
lo sanno:
mi accomiato e cammino
verso un'altra parte
e sanno
che mi attendi.

Felice
vivo
e canto
e sogno,
sicuro
di me stesso,
e in qualche modo
conoscono
che tu sei la mia gioia.
Vedono
attraverso i pantaloni oscuri
le chiavi
della tua porta,
le chiavi
della carta, della luna
nei gelsomini,
il canto nella cascata.
Tu, senza aprire la bocca,
sbrigliata,
tu, chiudendo gli occhi,
cristallina,
tu, che custodisci
tra le foglie nere
una colomba rossa,
il volo
di un cuore nascosto,
e allora
una sillaba,
una goccia
del cielo,
un suono
dolce d'ombra e di polline
nell'orecchio,
e tutti
lo sanno
amor mio,
circola tra gli uomini,
nelle librerie,
vicino alle donne,
vicino
al mercato
rotola
l'anello
del nostro
segreto
amore
segreto.

Lascia
che se ne vada
rotolando
per le strade,
che spaventi
i ritratti,
i muri,
che vada e torni
ed esca
con i nuovi
legumi del mercato,
ha
terra,
radici
e in alto
un papavero,
la tua bocca
un papavero.
Tutto
il nostro segreto,
la nostra chiave,
parola
nascosta,
ombra,
mormorio,
quello
che qualcuno
disse
quando non eravamo presenti,
è solo un papavero,
un papavero.

Amore,
amore,
amore,
oh fiore segreto,
fiamma
invisibile,
chiara
bruciatura!

(da Odi elementari, 1954)

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L’amore segreto di Pablo Neruda fu quello per Matilde Urrutia, la cantante cilena che il poeta, convalescente per una flebite, conobbe in Messico, con la quale instaurò una relazione e che anni dopo sposò. L’amore segreto è quello che vive l’intensità di questa sua stessa discrezione, di questo suo mistero: ma nell’ombra, nel remoto rifugio, risplende anche di più.

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JACK VETTRIANO, "MOVIMENTO A TENAGLIA"

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  LA FRASE DEL GIORNO  

T’amo come la pianta che non fiorisce e reca / dentro di sé, nascosta, la luce di quei fiori; / grazie al tuo amore vive oscuro nel mio corpo / il concentrato aroma che ascese dalla terra.
PABLO NERUDA, Cento sonetti d’amore

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Pablo Neruda, pseudonimo di Ricardo Eliécer Neftalí Reyes Basoalto (Parral, 12 luglio 1904 – Santiago del Cile, 23 settembre 1973), poeta, diplomatico e politico cileno, è considerato una delle più importanti figure della letteratura latino-americana del Novecento. Fu insignito del Premio Nobel nel 1971.


giovedì 16 maggio 2024

Il capanno degli attrezzi


BARTOLO CATTAFI

CAPANNO

Vorrei mettere in ordine
e a piombo
questa materia grezza
malta fango mattoni
farmi il capanno degli attrezzi
che poi sono quei quattro
gatti di sentimenti e stilemi
due remi per la barca
e una candida dea
seminuda
con pochissime idee per la mente.

(da Marzo e le sue idi, Mondadori, 1977)

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"Cominciai a enumerare le cose amate, a compilare in versi un ingenuo inventario del mondo" dice Bartolo Cattafi del suo incontro con la poesia mentre era convalescente nella primavera del 1943. Così, ecco la sua idea poetica: catturare l'apparenza e la metamorfosi delle cose per provare a edificare qualcosa che gli permetta di raggiungere la nuda verità degli oggetti e il mistero del vivere.

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RICK BERG, "IL VECCHIO CAPANNO DI DENNY"

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Il mondo si concluse entro un confine / di pietre abbacinanti, / non vedemmo al di là di quell’altro mondo.
BARTOLO CATTAFI, L'osso, l'anima

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Bartolo Cattafi (Barcellona Pozzo di Gotto, 6 luglio 1922 – Milano, 13 marzo 1979),  poeta italiano. La sua poesia spazia sui dilemmi esistenziali con sensibilità di diarista, spesso con uno sguardo metafisico dove sono protagonisti il vuoto e la solitudine. Nei suoi versi il tema del viaggio è una costante metafora del vivere.


mercoledì 15 maggio 2024

La trasparenza del giardino


JACOBO CORTINES

NEL PATIO

Il tempo in questo patio, tra queste mura
sorrette da archi e colonne.
La distesa ondulata della tenda
che trasforma la luce forte in penombra.
Il verde delle palme con le loro foglie
in posa aperta e grata.
La trasparenza del giardino sullo sfondo
con le sue chiazze di sole tra i rami.
Il tempo qui, silenzioso, fermo,
e io al suo interno, estraneo, immobile,
senza voglia di essere, come se fossi
la statua che queste ore hanno scolpito.

(da Consolazioni, 2004)

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Ma invano per sognare, un tempo inesorabile / continua il suo corso,  e al suo passaggio / l'anima trema, non sapendo  / ciò che è stato già vissuto e ciò che è il presente”: il passare del tempo e la comunione con il paesaggio sono tra i temi prediletti dal poeta spagnolo Jacobo Cortines. Qui li troviamo accomunati nella quiete di una bella giornata di sole, in un giardino tanto tranquillo da far credere che anche il tempo sia immobile.

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PEDRO MEREGOTTE, "PATIO SPAGNOLO"

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Già mi basta / non naufragare nel mio silenzio.
JACOBO CORTINES, Poetica e poesia

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jacobo_cortinesJacobo Cortines Torres (Lebrija, 1946), poeta, saggista, traduttore, editore, accademico e professore universitario spagnolo. Laureato in Lettere e Filosofia, insegna Letteratura spagnola a Siviglia.


martedì 14 maggio 2024

Un fringuello


ELISEO DIEGO

LASSÙ

Un uccello lassù,
tra i rami più sottili
dell'alto albero,
un fringuello
nervoso, esile, leggero
 
come un soffio di luce,
sta cantando
la propria leggerezza,
la meraviglia
del suo incredibile essere
 
            la sua vita pura
minuscola, perfetta, illuminata.

(da I giorni della tua vita, 1977)

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La poesia sa condurci all'interno della meraviglia quotidiana, ci consente di scorgerla semplicemente "accorgendoci" della sua presenza. Al poeta cubano Eliseo Diego basta un fringuello cantore di Cuba, un uccellino che vive nelle foreste umide tropicali, a individuare la bellezza, a riconoscere con stupore la perfezione del suo canto e della sua esistenza.

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FOTOGRAFIA © RICHARD TAYLOR

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Ci sono persone molto semplici che, con il loro solo modo di vivere, hanno già scritto una poesia.
ELISEO DIEGO, Inti, n. 18, 1983

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Eliseo Diego (L'Avana, 2 luglio 1920 – Città del Messico, 1° marzo 1994), poeta cubano. La sua poesia, sempre intrisa di storie oniriche che si mescolano con la realtà, affronta questioni come la trascendenza nonostante la morte o la solitudine ed è una sfida verbale all'effimero della vita.


lunedì 13 maggio 2024

La pelle del mondo


JOSÉ EMILIO PACHECO

DEFINIZIONE

La luce: la pelle del mondo

(da Andrai e non tornerai, 1972)

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Come per la celeberrima "M'illumino d'immenso" di Ungaretti, anche in questa poesia brevissima del messicano José Emilio Pacheco è l'intensità a dare l'ossatura all'unico verso - un settenario in versione originale - di sole sei parole, quasi aforistico, a metà tra la lapidaria battuta surrealista e la concisione orientale degli haiku e del buddhismo zen. E non è certo un caso che entrambe le poesie abbiamo per tema la luce.

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DIPINTO DI JEFFREY T. LARSON

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Invenzione della luce / ala di schiuma, / sorgi dalle profondità più azzurre
JOSÉ EMILIO PACHECO, Non chiedermi come passa il tempo

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José Emilio Pacheco Berny (Città del Messico, 30 giugno 1939 - 26 gennaio 2014), scrittore, poeta, saggista e traduttore messicano. Fu parte integrante della Generazione dei ‘50. La sua poesia concentra l’attenzione sulla storia, sulla ciclicità del tempo, sull’universo dell’infanzia e sulla vita nel mondo moderno.


domenica 12 maggio 2024

Centenario di Claribel Alegría


Claribel Alegría, poetessa nicaraguense che nasceva il 12 maggio 1924, nel 2006 rilasciò un’antologia, Ars poetica, in cui racchiuse tutto il senso della sua esperienza di scrittrice, una specie di riassunto della sua vita: “Le mie preoccupazioni da adolescente, il mio viaggio a Santa Ana, la scoperta dell'amore, le mie delusioni, le mie ossessioni (la liberazione del nostro popolo, per esempio), l'esilio e, infine, il mio incontro con la vecchiaia e l'inesorabile presenza della morte. Spero che una o due poesie aiutino qualcuno a illuminare il proprio cammino o a medicare la propria ferita”. E quell’amore per la vita risalta anche nei suoi versi, in cui l’amore ricopre ogni cosa, come quel balsamo per la ferita che invocava ormai ottantenne.

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VOLO INTERROTTO

a Cristina e a Lil

Ho sognato di essere un'ala
Mi sono svegliata
con lo strappo
delle mie radici.

(da Sopravvivo, 1978)

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FUGACE SOLLIEVO

Sono una scintilla
sulla terra
un fugace sollievo
del cuore che ci pensa.

(da E questo poemario, 1999)

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RIVANGANDO RICORDI

Rivangando ricordi
mi sono imbattuta nel tuo.
Non faceva male.
L'ho tolto dalla custodia,
Ne ho scosso le radici
nel vento,
L’ho messo controluce:
era una boccia di vetro
che rifletteva pesci rossi,
un fiore senza spine
che non bruciava.
L'ho sbattuta contro il muro
e la mia sirena d'allarme ha suonato.
Chi ha spento la sua luce?
Chi ha tolto il fillo
alla lancia del ricordo
che amavo?

(da Cambiale da riscuotere e altre poesie, 1973)

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Altre poesie di Claribel Alegría sul Canto delle Sirene:

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  LA FRASE DEL GIORNO  

La poesia è scrivere e riscrivere al meglio i versi; non deve fare compromessi né essere al servizio di nessuno.
CLARIBEL ALEGRÍA

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Claribel Isabel Alegría Vides (Estelí, 12 maggio 1924 – Managua, 25 gennaio 2018), poetessa, giornalista e scrittrice nicaraguense considerata con la connazionale Gioconda Belli la maggiore esponente della Letteratura del Centro America. Fu candidata al Premio Nobel 2016.


sabato 11 maggio 2024

Nel villaggio


VASKO POPA

NEL VILLAGGIO DEI MIEI ANTENATI

Qualcuno mi abbraccia
qualcuno mi guarda con gli occhi di un lupo
Qualcuno si toglie il cappello
perché possa riconoscerlo

Tutti mi chiedono
sai che parentela ho con te

Anziani e vecchie sconosciute
si appropriano dei nomi
di ragazzi e ragazze della mia memoria

Chiedo a uno di loro
dimmi per l'amor di Dio
se Giorgio il Lupo è ancora vivo

Sono io, risponde
con una voce d'oltretomba

Gli tocco le guance con la mano
e lo imploro con gli occhi
di dirmi se anch'io sono ancora vivo.

(da Carne viva, 1975)

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Il poeta serbo Vasko Popa esplora i temi dell'identità e della memoria, della soggettività e del potere evocativo dei ricordi. Tornare dove si è vissuto crea una riconnessione con la propria memoria, riconduce su una strada dimenticata, obbliga a ricostruire i passi di un tempo ormai perduto.

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BER MURPHY, "UNA CONVERSAZIONE"

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Essere di nuovo quello che fu, quello che fosti, / pagina già voltata / di una storia che ti ha condotto qui,/ a questo giorno, bambino, per qualche ora / nella tua vecchia città, / in fondo uguale, ma così diversa.
JESÚS MUNÁRRIZ, Questi tuoi occhi

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Vasile "Vasko" Popa (Grebenac, 29 giugno 1922 – Belgrado, 5 gennaio 1991), poeta serbo di origini rumene. Primo a rompere con il realismo socialista del dopoguerra jugoslavo, scrisse in uno stile modernista influenzato dal Surrealismo e dalle tradizioni popolari serbe: motivi terrestri e leggendari si fondono, emergendo dal subconscio collettivo.


venerdì 10 maggio 2024

La mia prima poesia


JORGE TEILLIER

QUANDO NON ERO POETA

Quando non ero poeta
per scherzo dicevo che lo ero
anche se non avevo scritto un solo verso
ma ammiravo il cappello a larga tesa del poeta della città.

Una mattina incontrai per strada la mia vicina.
Mi chiese se ero un poeta.
Aveva quattordici anni.

La prima volta che le parlai
portava con sé un mazzo di illusioni.
La seconda volta un anemone tra i capelli.
La terza volta un gladiolo tra le labbra.
La quarta volta non aveva fiori,
                 e chiesi il significato di ciò ai fiori della piazza
che non seppero rispondermi
e neppure la mia professoressa di botanica

Aveva tradotto per me poesie di Christian Morgenstern.
Non le avevo dato nulla in cambio.
La vita per me era molto dura.
Non volevo separarmi nemmeno da una pagina di taccuino.
I suoi occhi sparavano proiettili d'amore calibro 44.
Questo non mi faceva dormire.
Mi chiusi a lungo nella mia stanza.

Quando ne uscii la incontrai nella piazza e non mi salutò.
Tornai a casa e scrissi la mia prima poesia.

(da Il mulino e il fico, 1993)

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Accadde in quell’età...La poesia / venne a cercarmi” scrive un altro poeta cileno, il grande Pablo Neruda. Un’esperienza comune a molti quella della scoperta della poesia magari in concomitanza con la scoperta dell’amore: di sicuro fu quello che capitò a Jorge Teillier, che elaborando le sue sensazioni e le sue emozioni, intraprese la strada della poesia.

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DIPINTO DI JUAN FORTUNY

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  LA FRASE DEL GIORNO  

La poesia è spirito.
JORGE TEILLIER, Kritica, ottobre 1987

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Jorge Teillier Sandoval (Lautaro, 24 giugno 1935 - Viña del Mar, 22 aprile 1996), poeta cileno della “Generazione letteraria dei ‘50”, creatore della “poesia larica”. Per lui l’importante in poesia non è l’estetica, ma la creazione del mito e di uno spazio di tempo che trascende il quotidiano.


giovedì 9 maggio 2024

Una scia di fuoco


OMAR LARA

ALMENO

Se l'aria ci unisse
se il respiro di entrambi
fingesse un essere
differente
                nuovo
                            estraneo
Se ci fosse almeno una scia
di fuoco che si spegne
consumandosi.

(da Fuoco di maggio, 1997)

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Quello che non possiamo comprendere, quello che si sfugge, che non ci permette di essere completi, il mistero della realtà e dell’esistenza: è uno dei temi prediletti dal poeta cileno Omar Lara. E anche l’amore naturalmente non ne astrae: quell’essere “due corpi in uno”  che risale alla Bibbia ma anche al mito platonico dei corpi separati per punizione divina che cercano continuamente la loro metà, quell’armonia così difficile da ottenere.

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FOTOGRAFIA © GERALT/PIXABAY

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Abbiamo stabilito che questo è l’amore. / Resta da sapere solo come ce ne serviremo.
OMAR LARA, I giorni buoni e altre poesie




Luis Omar Lara Mendoza (Nohualhue, Teodoro Schmidt, 9 giugno 1941 - Concepción, 2 luglio 2021), poeta, traduttore ed editore cileno. Fondatore della rivista Trilce, vi accorpò la generazione poetica che sarà dispersa dal golpe militare del 1973. Fu esule in Perù e poi a Bucarest e Madrid. La sua poesia tratta la nostalgia del passato, l’amore e la fugacità del tempo.


mercoledì 8 maggio 2024

Jacobo Rauskin


Il poeta paraguaiano Jacobo Rauskin è scomparso l’altro ieri ad Asunción. Aveva 82 anni. Per molti anni direttore della Biblioteca municipale Augusto Roa Bastos, appartenente alla Generazione degli Anni Sessanta, era uno dei poeti più rappresentativi del Paraguay e aveva ottenuto il Premio nazionale di letteratura nel 2007. Rauskin concepiva la poesia come illuminazione del contemplato: osservazione della realtà e profonda analisi, con uno scetticismo di fondo e un disincanto che aumenterà dopo la transizione dalla dittatura di Strasser alla democrazia per un paese mutato ma incapace di evolversi.

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FOTOGRAFIA © CCE JUAN DE SALAZAR

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SE NON FOSSE STATO PER QUELL’ALBERO

Il percorso del vento,
la melodia della pioggia
e il periodo d'oro degli ombrelli.
Poi appare un albero,
un tarumá in fiore,
e per qualche motivo la pietra tace,
per qualche motivo il mattone tace.
Se non fosse per quell'albero
che verdeggia al vento
con i suoi fiori azzurri, quasi lilla
sotto la pioggia d'ottobre;
se non fosse per quell'albero,
e per la sua ninfa,
che cerca la cintola del vento
per circondarlo in un abbraccio;
Se non fosse per quell'albero,
oggi, questo pomeriggio
guarderei
la città che ha perso i miei anni.
Un chiosco in rovina,
un vestibolo pieno di ragnatele,
un'altra officina meccanica abbandonata
e alcuni lotti liberi coperti di grigio
che un tempo erano dei cinema.

(da Gli anni del vento, 2008)

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LEI

L'aria, l'aria dolce,
l'aria che la circonda come uno stelo.
Fiore semiaperto, fiore di camicetta bianca,
fiore di piedi momentaneamente nudi.
Il cielo libera le stelle, il vento continua il suo cammino
e, come sempre, la luna gira alla ricerca di un poeta.
Se chiede di me, qualcuno dovrà dirglielo
che non lo sono, che vivo felice in un incanto
che porta il nome della donna amata.
I suoi occhi dicono ciò che le sue labbra tacciono,
i suoi capelli si riversano sulla mia mano
e un bacio trova il suo posto
nel piccolo incavo che fa il collo vicino all'orecchio.

(da La nave, 2010)

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Altre poesie di Jacobo Rauskin sul Canto delle Sirene:

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  LA FRASE DEL GIORNO  

L'immaginazione, che intensifica la nostra percezione della realtà, ci viene quasi sempre presentata sotto forma di esercizio. La parola poetica, ascoltata al momento opportuno, ci invita a esercitare la nostra immaginazione.
JACOBO RAUSKIN, Vallejo & Co, 10 settembre 2020

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Jacobo A. Rauskin (Villarrica, 13 dicembre 1941 – Asunción, 6 maggio 2024),  poeta paraguaiano. Ha iniziato a pubblicare negli anni '60, ricevendo il Premio Nazionale di Letteratura 2007. Insegnante emerito di Letteratura all'Università Cattolica di Asunción, è membro della Royal Spanish Academy.


martedì 7 maggio 2024

Isola nell’infinito


FEDERICO GARCÍA LORCA

SPUNTA LA LUNA

Quando spunta la luna
tacciono le campane
e i sentieri sembrano
impenetrabili.

Quando spunta la luna
il mare copre la terra
e il cuore diventa
isola nell'infinito.

Nessuno mangia arance
sotto la luna piena.
Bisogna mangiare
frutta verde e gelata.

Quando spunta la luna
dai cento volti uguali,
la moneta d'argento
singhiozza nel taschino.

(da Canzoni, 1927)

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Sale la luna e scende il buio: è il momento del giorno in cui tutto diventa più soffuso, più poetico. L’astro che prende possesso del cielo apre le porte all’immaginazione e al sogno. Il cuore, dice il poeta spagnolo Federico García Lorca, diventa esso stesso come una di quelle stelle che brillano, si abbandona alla bellezza dell’infinito.

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FOTOGRAFIA © CLAY KAUFMANN/UNSPLASH

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Potessero le mie mani / sfogliare la luna!
FEDERICO GARCÍA LORCA, Libro de poemas

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Federico García Lorca (Fuente Vaqueros, 5 giugno 1898 – Víznar, 19 agosto 1936), poeta e drammaturgo spagnolo). Voce tra le più originali del Novecento spagnolo, amico di Salvador Dalí e Luis Buñuel, partecipò ai vari tentativi modernisti, specialmente impressionisti. Morì durante i primi giorni della guerra civile, fucilato dai franchisti.


lunedì 6 maggio 2024

Il mare è sempre il mare


RICHARD ALDINGTON

BELLEZZA NON LODATA

(In Francia 1916-1918)

Ci sei solo tu.
Il resto sono imbroglioni, sciatti, parassiti.
Tu sola sei forte, decisa, austera;
Solo intorno a te la luce si arriccia
Come un ramo d'alloro dorato.

Le tue parole sono fredde pietre scheggiate,
Viole bianche senza profumo?

Ridi!
Che si ingannino.
Il mare è sempre il mare
E nessuno può cambiarlo,
Nessuno lo possiede.

(da Guerra e amore, 1919)

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Ricorda l'estraniarsi attraverso la poesia di Giuseppe Ungaretti - altro combattente della Prima Guerra mondiale - dai campi di battaglia questa poesia di Richard Aldington. Il poeta inglese è sottotenente e poi tenente con vari reggimenti dispiegati sulla Somme. Di fronte alla degradazione dei pidocchi, del fango degli orrori della guerra, soprattutto il gas che lo lasciò traumatizzato per tutta la vita, andò in cerca della bellezza.

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FOTOGRAFIA © DANIELE RIVA

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  LA FRASE DEL GIORNO  

L’importante per me è vivere la mia vita il più pienamente possibile. Se riesco a “migliorare” me stesso, allora ho fatto qualcosa per riformare l’umanità.
RICHARD ALDINGTON

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Richard Aldington (Portsmouth, 8 luglio 1892 – Sury-en-Vaux, 27 luglio 1962), poeta, scrittore e saggista britannico. Fu uno dei principali esponenti dell'imagismo, del quale sviluppò la corrente ellenizzante e parnassiana.  La Prima guerra mondiale lo portò a un esame severo e spesso pungente della realtà contemporanea.


domenica 5 maggio 2024

Una diafana ghirlanda


NIKIFÒROS VRETTÀKOS

LA NUVOLA

Non è la nuvola che oggi,
il cinque maggio, alle sei di sera,
ha dorato l'orizzonte.
È il mio amore
che ha varcato i confini
del mio cuore e ha avvolto
tutto il mondo
in una diafana ghirlanda.

(da Dono in sospeso, 1986)

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"Nei tuoi occhi ho trovato i libri che non ho scritto: / pianure, città, boschi, orizzonti, canali. / Le montagne imperiali della terra ho trovato, / coi tramonti e le nuvole purpuree" scrive il poeta greco Nikifòros Vrettàkos della sua terra, incarnata nel corpo di Margherita. Ed è quell'amore a illuminare il cielo del tramonto, a rendere indescrivibile l'atmosfera.


FOTOGRAFIA © PAPAZACHARIASA/PIXABAY

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  LA FRASE DEL GIORNO  

I riverberi della vita / conservano la sua forma nella poesia.
NIKIFÒROS VRETTÀKOS, L'abisso del mondo

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Nikifòros Vrettàkos (Krokeès, 1° gennaio 1912 – Plumitsa, 4 agosto 1991), scrittore e poeta greco. Partito per Atene alla scoperta del mondo, ne fu deluso. Prese parte in prima linea alla Seconda guerra mondiale e alla resistenza. Espulso dal Partito Comunista per il suo umanesimo di pace, visse in esilio la dittatura dei colonnelli. Tra le sue opere: Le smorfie dell’uomo, 1940, L’abisso del mondo, 1961, Itinerario, 1972, Protesta, 1974, Eliotropio pomeridiano, 1977, La filosofia dei fiori, 1988.


sabato 4 maggio 2024

Questo paese diletto


ANDRÉ FRÉNAUD

PAESE RITROVATO

Il cuore meno discorde con tutto quanto amava
non mi nego più questo paese diletto.
Sono andato al di là del furore ho scoperto
il passato accogliente. Oggi io posso, oso.

M'abbandono alla strada senza timori, còmpito
la salita tra le curve. Un sogno si dischiude.
Mi ritrovo nel murmure che non finisce mai,
il vento e solo il vento mi porta dove io voglio.

Parole sconosciute mi suonano familiari.
Sguardi amichevoli mi seguono fra gli alberi.
Qui mi riconosco dichiaro mia questa terra
e ogni contrada per cui appaiono borghi
in cui i galli si ergano in cima al campanile
la verbena sia nell'orto i cespugli fra i muri.

I filari di viti stanno sopra i versanti
e le nubi si muovono lente entro l'azzurro
scavando l'ombra la piana ove il grano ingiallisce.
Tutto è bello quello che s'apre oggi al mio passo.
Oh, mi ricorderò del pane degli uomini
gusterò i grappoli che seccano
appesi sotto la volta.

(da Non c'è paradiso, 1962 - Traduzione di Attilio Bertolucci)

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Il paese ritrovato è la Borgogna, con i suoi vigneti e le dolci e verdissime ondulazioni: il poeta André Frénaud vi ritorna con documenti falsi dopo essere stato prigioniero di guerra per due anni  nel Brandeburgo. Ritrova i suoi familiari, i luoghi natii, perfino la parlata della gente.

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ALEXANDRE DE PERGLAS, "VENENDO DA CORTON"

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Le mie parole, la mia bella lingua, / tutti i vini che faccio maturare per me stesso, / il sangue della mia terra e della mia gente, / l'alcol di tutte le città e del fogliame.
ANDRÉ FRÉNAUD, I re magi

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André Frénaud (Montceau-les-Mines, 26 luglio 1907 – Parigi, 21 giugno 1993),  poeta francese. La sua poesia è classicheggiante, ma improntata spesso a una segreta negligenza espressiva. Evitando la retorica, mira a esprimere la ricerca dell'assoluto, l'unità e la complessità del mondo, il mistero dell'uomo su questa terra.


venerdì 3 maggio 2024

Centenario di Yehuda Amichai


Yehuda Amichai, che in realtà si chiamava Ludwig Pfeuffer nasceva a Würzburg il 3 maggio del 1924. Convinto fautore della pace e della riconciliazione in Palestina, è considerato il più grande poeta israeliano e fu tra i primi a scrivere versi in ebraico colloquiale. Questa “rivoluzione”, che si riflette anche nella tematica - i problemi e le situazioni della vita quotidiana, l’amore e la guerra, il sesso, l’amore per Gerusalemme, Dio – gli valse il Premio Israele nel 1982. Robert Alter, il suo traduttore inglese, nota come “Lo sfruttamento da parte di Amichai delle risorse stilistiche indigene è spesso collegato alla sua sensibilità per i suoni espressivi delle parole ebraiche che usa e ai suoi giochi di parole fantasiosi, che a volte sono giocosi, a volte estremamente seri, e spesso entrambi contemporaneamente”.

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GERUSALEMME

Sul terrazzo,
nella città vecchia,
pende il bucato
all’ultima luce del giorno.
Il velo bianco di una mia nemica
il fazzoletto di un mio nemico
che lui ha usato per asciugarsi il sudore della fronte.
E nel cielo della città vecchia
sta un aquilone
ma all’estremità del filo c’è un bambino
che non vedo per colpa del muro.
Abbiamo fatto sventolare molte bandiere.
Hanno fatto sventolare molte bandiere
perché pensassimo che fossero felici
perché pensassero che fossimo felici.

(da Shirim 1948-1962, 1962)

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MIA MADRE CUOCEVA NEL FORNO IL MONDO INTERO

Mia madre cuoceva nel forno il mondo intero per me
in dolci torte.
La mia amata riempiva la mia finestra
con uva passa di stelle.
E le nostalgie sono racchiuse in me come bolle d'aria
nel pane.
Esternamente sono liscio, silenzioso e bruno.
Il mondo mi ama.
Ma i miei capelli sono tristi come i giunchi nello stagno
che va prosciugandosi.
Tutti i rari uccelli dalle belle piume
fuggono via da me.

(da Ora e in altri giorni, 1955, in Ogni uomo nasce poeta, Di Renzo, 2000)

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Altre poesie di Yehuda Amichai sul Canto delle Sirene:

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Scrivo per il mio piacere, per divertimento. È stato così fin dall'inizio. Non sono mai stato coinvolto in nessun circolo o gruppo. In un certo senso, la mia politica è nella mia poesia; è la mia poesia.
YEHUDA AMICHAI

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YeYehuda_Amichaihuda Amichai, all'anagrafe Ludwig Pfeuffer (Würzburg, 3 maggio 1924 – Gerusalemme, 22 settembre 2000), è considerato da molti il più grande poeta israeliano moderno, ed è stato uno dei primi a scrivere poesia in ebraico colloquiale.


giovedì 2 maggio 2024

Guarda la nuvola


CLARA JANÉS

IL LIBRO DEGLI UCCELLI, 13

Guarda la nuvola
fa e disfa la sua figura,
come si allunga, si restringe,
si dipana;
com'è fuggitiva alla mano
qui e li,
dopo, prima, adesso,
senza raggi, senza diametro,
senza centro,
essendo ciò che non è in ciò che è
accoglie con favore qualsiasi forma.

(da Il libro degli uccelli, 1999)

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"Il miglior destino che ci sia è quello di supervisore delle nuvole, sdraiato su un'amaca e guardando il cielo" recita un aforisma di Ramón Gómez de la Serna. Guardare le nuvole è affascinante - ci dimentichiamo che sono "idrometeore costituite da minute particelle di vapore d'acqua condensato o cristalli di ghiaccio, sospesi nell'atmosfera grazie a correnti ascensionali o in stato di galleggiamento e solitamente non a contatto con il suolo". Semplicemente, come Clara Janés, torniamo bambini, diventiamo poeti.

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FOTOGRAFIA © DANIELE RIVA

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Le nuvole si incrociano, / sanno che dall'altra parte / è lo stesso di questo lato.
CLARA JANÉS, Il libro degli uccelli

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Clara Janés Nadal (Barcellona, 6 novembre 1940), scrittrice, poetessa e traduttrice spagnola. Inserita nel gruppo dei “Novisimos”, ha un suo stile particolare che media  tra la cultura occidentale e quella orientale.


mercoledì 1 maggio 2024

Poesie per maggio X


È la tiepida luminosità di maggio che scivola dolce sulle acque del Tevere a ispirare il poeta lucano Leonardo Sinisgalli. Quella stessa luce nell’acqua che il poeta catalano Josep Maria López-Picó ravvisa nel riflesso del volo di un uccello, effimera immagine così simile a un ricordo.


FOTOGRAFIA © SPALLA67/PIXABAY

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LEONARDO SINISGALLI

IL TEVERE

Il Tevere scivola più lento del miele,
maggio va adagio. La luce d’oro
trabocca dalle cime.
Biondo e morbido l’olio della luce
si riversa quaggiù.

(da La vigna vecchia, Mondadori, 1956)

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JOSEP MARIA LÓPEZ-PICÓ

MAGGIO

Ombra di volo nell'acqua
lasci la chiara gioia
scivolando ancora più veloce ,
la traccia del ricordo
dell'attimo che fu immagine.

(da Poesie del porto, 1911)

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  LA FRASE DEL GIORNO  

E mille piccoli musici / ormai esultano sugli abeti lontani: / è arrivato maggio! è maggio! è maggio!
HELJO MÄND, Il sentiero conduce alla strada

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Leonardo Sinisgalli (Montemurro, 9 marzo 1908 – Roma, 31 gennaio 1981), poeta,  saggista e critico d'arte italiano. Noto come Il poeta ingegnere per il fatto che lavorò per Olivetti e Pirelli e per aver fatto convivere nelle sue opere cultura umanistica e cultura scientifica. Fondò e diresse la rivista “Civiltà delle macchine”.


Josep Maria López-Picó (Barcellona, 14 ottobre 1886 – 18 maggio 1959), poeta catalano. Orientato dapprima verso una lirica di forte impronta francese, si sottrasse gradatamente a ogni influenza straniera aderendo alla corrente letteraria nota come Novecentismo, movimento estetico in opposizione al Modernismo.