ANDRÉ FRÉNAUD
PAESE RITROVATO
Il cuore meno discorde con tutto quanto amava
non mi nego più questo paese diletto.
Sono andato al di là del furore ho scoperto
il passato accogliente. Oggi io posso, oso.
M'abbandono alla strada senza timori, còmpito
la salita tra le curve. Un sogno si dischiude.
Mi ritrovo nel murmure che non finisce mai,
il vento e solo il vento mi porta dove io voglio.
Parole sconosciute mi suonano familiari.
Sguardi amichevoli mi seguono fra gli alberi.
Qui mi riconosco dichiaro mia questa terra
e ogni contrada per cui appaiono borghi
in cui i galli si ergano in cima al campanile
la verbena sia nell'orto i cespugli fra i muri.
I filari di viti stanno sopra i versanti
e le nubi si muovono lente entro l'azzurro
scavando l'ombra la piana ove il grano ingiallisce.
Tutto è bello quello che s'apre oggi al mio passo.
Oh, mi ricorderò del pane degli uomini
gusterò i grappoli che seccano
appesi sotto la volta.
(da Non c'è paradiso, 1962 - Traduzione di Attilio Bertolucci)
.
Il paese ritrovato è la Borgogna, con i suoi vigneti e le dolci e verdissime ondulazioni: il poeta André Frénaud vi ritorna con documenti falsi dopo essere stato prigioniero di guerra per due anni nel Brandeburgo. Ritrova i suoi familiari, i luoghi natii, perfino la parlata della gente.
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ALEXANDRE DE PERGLAS, "VENENDO DA CORTON"
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LA FRASE DEL GIORNO
Le mie parole, la mia bella lingua, / tutti i vini che faccio maturare per me stesso, / il sangue della mia terra e della mia gente, / l'alcol di tutte le città e del fogliame.
ANDRÉ FRÉNAUD, I re magi
.
André Frénaud (Montceau-les-Mines, 26 luglio 1907 – Parigi, 21 giugno 1993), poeta francese. La sua poesia è classicheggiante, ma improntata spesso a una segreta negligenza espressiva. Evitando la retorica, mira a esprimere la ricerca dell'assoluto, l'unità e la complessità del mondo, il mistero dell'uomo su questa terra.
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