Álvaro Mutis, poeta e romanziere colombiano è morto il 22 settembre all’Istituto Nazionale di Cardiologia di Città del Messico per un problema cardiorespiratorio. Lo ha reso noto ieri la moglie, Carmen Miracle. Mutis, nato a Bogotá nel 1923, aveva vissuto a lungo in Belgio, dove il padre era diplomatico, e in Francia. Nel 2001 era stato insignito del Premio Cervantes. Tra i suoi romanzi più noti “Ilona arriva con la pioggia” e “La casa di Araucaíma”. Octavio Paz, il Nobel messicano, seppe fotografarne bene il carisma poetico: “Non è difficile riconoscere in Alvaro Mutis la voce di un vero poeta. (…) Lo spirito esita tra la pietra e la putrefazione. E il miglior momento della grande nudità e, anche, dell'apogeo della forma. Lusso e agonia: cerimonia della catastrofe, rito del disastro. Tutto, inclusa la morte, esige una liturgia. Non esiste mito, non c'è favola ricreatrice del mondo e, in una parola, non esiste poesia senza un rito”.
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da LE OPERE PERDUTE, 1965
NOTTURNO
La notte respira,
indica i suoi spazi nitidi;
le sue creature, da infimi rumori,
dallo scricchiolio lieve dei legni,
si tradiscono.
La notte riconferma
un certo seme occulto
nella mina feroce che ci regge.
Col suo latte letale
nutre in noi
una vita che si prolunga
oltre ogni risveglio mattutino
sulle rive del mondo.
La notte che respira
il nostro faticoso alito da vinti
ci riserva e ci protegge
«per i più alti destini».
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CITTÀ
Un pianto,
un pianto di donna
interminabile,
soffocato,
quasi tranquillo.
Nella notte, un pianto di donna mi ha svegliato.
Prima il rumore di una serratura,
dopo dei piedi che tentennano
e in seguito, a un tratto, il pianto.
Sospiri intermittenti
come cadute di un'acqua interna,
densa,
imperiosa,
inesauribile,
come una chiusa che accumula e libera le acque
o come elica segreta
che interrompe e poi ricomincia il suo lavoro
travasando il bianco tempo della notte.
Tutta la città si è impregnata a poco a poco di questo pianto,
perfino i terreni abbandonati dove si getta la spazzatura,
sotto le cupole degli ospedali,
sopra le terrazze dell'estate,
nelle discrete celle della prostituzione,
nelle carte che girano sui viali spopolati,
con l'emanazione tiepida di certe cucine militari,
sulle medaglie che riposano dentro le teche speciali,
un pianto di donna che è durato lungo tempo
nella stanza vicina,
per tutti coloro che scavano la propria tomba nel sonno,
per coloro che sorvegliano la mina del tempo,
per me che lo ascolto
senza conoscere altro
che il suo debole rotolare all'aria aperta
per inseguire le silenti sabbie dell'alba.
(Traduzione di Martha Canfield)
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da SUMMA DI MAQROLL IL GABBIERE, 1992
PROGRAMMA PER UNA POESIA
Finita la charanga, i musicisti raccolgono assonnati gli strumenti e approfittano dell’ultima luce del pomeriggio per mettere in ordine i loro spartiti.
Prima di perdersi nell’oscurità delle strade, gli spettatori danno la loro opinione sul concentro. Alcuni esprimono con deliberata e scrupolosa chiarezza. Si trova chi riferisce della vicenda con un fervore giovanile conservato accuratamente tutto il pomeriggio, per farlo brillare in quel momento con un fuoco d’artificio al crepuscolo. Altri opinano con terribile certezza e convinzione, lasciando tuttavia intravedere nella voce frammenti del grande sipario d’apatia sul quale proiettano tutti i loro gesti, tutte le loro parole.
La piazza resta vuota, immensa, nell’oscurità senza rive. L’acqua di una fontana sottolinea l’attesa e l’ansietà che con lenta nitidezza vanno impossessandosi di tutto l’ambiente. Da lontano si comincia a sentire la musica barbare che si avvicina. Dal cavo più profondo della notte sorge questo suono planetario e ruggente che strappa dal più nascosto dell’anima le radici palpitanti di passioni dimenticate.
Qualcosa inizia.
(Traduzione di Fabio Rodríguez Amaya)
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LA FRASE DEL GIORNO
La poesia dev’essere visionaria o non è. La condizione visionaria della poesia talvolta è evidente ed esplicita, altre volte è nascosta, implicita, ma comunque non può mancare.
ÁLVARO MUTIS
Álvaro Mutis Jaramillo (Bogotà, 25 agosto 1923 – Città del Messico, 22 settembre 2013), scrittore e poeta colombiano naturalizzato messicano. Le sue opere, dal linguaggio incisivo, ricco di immagini e fortemente metaforico, hanno come protagonista il marinaio Maqroll, sorta di alter ego dell'autore.