sabato 31 agosto 2024

Come terra straniera


PENTTI SAARIKOSKI

IO AMO TE

Io amo te
come terra straniera
un ponte e la scogliera
come romita sera che sa di libri
cammino verso di te nel mondo
sotto le atmosfere
tra due luci
il mio pensiero scolpito e te

(da Cosa è successo davvero, 1962 – Traduzione di Viola Capkova e Antonio Parente)

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“Io amo te / come terra straniera”: amare è sempre imbarcarsi verso un luogo diverso, imparare a conoscerne gli orizzonti e il linguaggio. Lo sa bene il poeta finlandese Pentti Saarikoski, che però riesce a trovare un punto di comunicazione, un ponte capace di collegarlo a questa terra.

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TOMASZ OLBINSKI, "INDIRIZZO SCONOSCIUTO"

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Cos'è l'amore? / Il bisogno di uscire da se stessi.
CHARLES BAUDELAIRE, Diario intimo

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Pentti Saarikoski (Impilahti, ora nella Repubblica di Carelia, 2 settembre 1937 – Joensuu, 24 agosto 1983), poeta finlandese. Il suo corpus di opere comprende poesie e traduzioni, tra cui classici come l'Odissea di Omero e l'Ulisse di James Joyce. Superò il Modernismo con la "poesia partecipativa", una sorta di azione politica della poesia.


venerdì 30 agosto 2024

Ciò che gli sfugge


HOMERO ARIDJIS

LA POESIA

A Octavio Paz

La poesia gira sulla testa di un uomo
in cerchi ora vicini ora lontani

Quando l'uomo la scopre cerca di impossessarsene
ma la poesia scompare

L'uomo fa la sua poesia
con tutto ciò che riesce ad afferrare

Ciò che gli sfugge
appartiene agli uomini futuri

(da Bruciare le navi, 1975)

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"Una poesia è una somma di uomini e una combinazione di parole" scrisse in Vivere per vedere nel 1976 il poeta messicano Homero Aridjis. E questa sua metapoesia dedicata al maestro Octavio Paz, Premio Nobel 1990, esprime la fusione teorizzata nell'aforisma: ogni poeta scrive quello che riesce a cogliere, il resto rimane un mistero che altri decifreranno.

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JEAN MICHEL FOLON, "LE ALI"

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Ogni poesia fluisce (fugge).
HOMERO ARIDJIS, Vivere per vedere

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Homero Aridjis (Contepec, Michoacán, 6 aprile 1940), poeta, romanziere, saggista e diplomatico messicano. È anche un ambientalista molto attivo. La sua poesia  è spesso poesia d’amore, un amore universale e trascendente che sconfina nel territorio delle visioni, raccontato in modo limpido e originale.


giovedì 29 agosto 2024

Una freccia


RABBE ENCKELL

AVEVO UNA FRECCIA

Avevo una freccia,
ma non ho mai trovato un arco per scoccarla.

Allora presi la freccia e la legai al fusto
di una giovane pianta per dirigere
verso la luce
il suo delicato germoglio.

(da Poesia, 1923)

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Uno strumento di morte trasformato in strumento di vita: in questa poesia di gusto impressionista del poeta finlandese di lingua svedese Rabbe Enckell la freccia non scoccata diventa sostegno per un tenero alberello perché la luce possa farlo crescere in salute.

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IMMAGINE GENERATA CON INTELLIGENZA ARTIFICIALE

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Tre cose non tornano mai più: una freccia scoccata, una parola detta e i giorni passati.
GEORG FRIEDRICH DAUMER

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Rabbe Arnfinn Enckell (Tammela, 3 marzo 1903 – Helsinki, 17 giugno 1974), poeta, scrittore e drammaturgo finlandese di lingua svedese. Appartenente al movimento modernista, del quale fu considerato il maggior teorico, collaborò con il giornale d'avanguardia Quosego. In seguito le sue opere furono influenzate da Eliot e dalla mitologia classica.


mercoledì 28 agosto 2024

Centenario di Janet Frame



La scrittrice e poetessa neozelandese Janet Frame nasceva il 28 agosto di cento anni fa. Diplomatasi insegnante, fu in seguito dichiarata non idonea all’insegnamento a causa della sua schizofrenia. Internata in manicomio, subì duecento elettrochoc e scampò alla lobotomia solo grazie alle sue capacità di scrittrice, vincendo pochi giorni prima dell'intervento l'Hubert Church Prose Award. La sua autobiografia, Un angelo alla mia tavola, è stata trasformata in film dalla regista Jane Campion nel 1990.

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PARLERANNO LE TEMPESTE

Parleranno le tempeste, di loro puoi fidarti.
Sulla sabbia il vento e la marea scrivono
bollettini di sconfitta, gusci imperfetti
presso il memoriale liscio d’ alberi d’altura,
alghe, uccello lacero, rasoio affilato, corno d’ariete, conchiglia.

Dacci le notizie, dicono gli asceti leggendo
e rileggendo dieci miglia di spiaggia; tra gusci vuoti, guarda,
bruciano nella stampa del sale, storie
d’inondazione: come abbandonai casa e famiglia.
Rasoio: come tagliai la gola alla luce del sole.
Corno d’ariete: come caricai danzando alla luce lanosa del sole.
Conchiglia: come la mia vita salpò su un’oscura marea.

(da The Goose Bath, 2006, in Parleranno le tempeste, Capelli, 2017 - Traduzione di Eleonora Bello e Francesca Benocci) )

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PIOGGIA SUL TETTO

Mio nipote che dorme in un seminterrato
ha messo un pannello di ferro fuori dalla finestra
per catturare il suono della pioggia sul tetto.

Io non gli dico, Il cuore consola da solo le sue pene.
Un pannello di ferro ripara solo i tetti. Tuttora illeso dalla pretesa
che cambiamento e differenza non si vedano mai, può ancora
riparare i danni ricreando l’amato suono della pioggia
che crede di aver udito nell’infanzia.

Non gli dico nemmeno, Nella vita errante della sconfitta
il ferro è un fardello, che un giorno dovrà trovare
dentro di sé nell’oscurità totale e nel silenzio
quel ferro che non solo porterà il suono perduto della pioggia
ma anche il sole, le voci dei morti, e tutto quello che è passato».

(da The Pocket Mirror, 1967,  in Parleranno le tempeste, Capelli, 2017 - Traduzione di Eleonora Bello e Francesca Benocci)

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Altre poesie di Janet Frame sul Canto delle Sirene:

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Vocali girano come ruote: il cocchio è vuoto. / Alte consonanti ardenti illuminano la strada deserta. / Scartando il mondo, / scartando il mondo / dove pini ancora dicono sola, sospiro, serata, e rifiuto, / rifiuto, e i loro aghi di inganno mi cadono negli occhi, / ho cominciato a scrivere.
JANET FRAME

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Janet Frame (Dunedin, 28 agosto 1924 – 29 gennaio 2004), poetessa e scrittrice neozelandese. La celebrità le derivò dalla sua drammatica storia personale: dopo anni di ricovero psichiatrico, le era stata programmata una lobotomia, annullata quando, pochi giorni prima della procedura, la sua prima pubblicazione di racconti fu inaspettatamente premiata con l'Hubert Church Prose Award.


martedì 27 agosto 2024

Centenario di Franco Costabile


Ricorre oggi il centenario della nascita di Franco Costabile, poeta calabrese, venuto al mondo a Sambiase il 27 agosto 1924 e morto suicida a trent'anni. Fu allievo di Giuseppe Ungaretti, che scrisse il suo epitaffio: "«Con questo cuore troppo cantastorie» / dicevi ponendo una rosa nel bicchiere / e la rosa s'è spenta poco a poco / come il tuo cuore, si è spenta per cantare / una storia tragica per sempre". La sua poesia, incentrata sulla Calabria e i suoi dolori - la povertà e la disperazione - ma anche sulla sua grande nobiltà, procede con cesure e spezzettature, quasi a scatti, rivestendosi spesso in questo modo di toni epigrammatici.

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IMMAGINE © STRETTOWEB

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PER ALTRI SENTIERI

Per altri sentieri
torneremo alla piana
celeste di ulivi.
Saremo
dove si leva
l’infanzia dei profumi;
dove l’acqua
non si fa nera
ma vacilla di luna;
dove i passi
avranno memorie di solchi
e le dita di melograni;
dove ti piace dormire
e ti piace amare.
Sono questi gli orti,
i confini per ricordarci.

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FRA I PINI

Fra i pini
un po’ prima di sera
s’ affaccia una stella
a pescare sul lago,
e vi sorprende gli angeli
giocare in pace
con barchette di carta.

(da La rosa nel bicchiere, Canesi, 1961)



Altre poesie di Franco Costabile sul Canto delle Sirene:

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Pochi sanno / i beni della terra / come quelli che vivono / in collina, / dov’è tempo / di alzarsi assai presto, / chiamarsi le capre, e partire.
FRANCO COSTABILE, La rosa nel bicchiere

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Francesco Antonio Costabile (Sambiase, 27 agosto 1924 – Roma, 14 aprile 1965), poeta ermetico italiano. La sua poetica mescola le suggestioni e l'essenzialità dell'ermetismo con la sensibilità per le vicende umane e sociali propria del neorealismo: il destino della Calabria nel secondo Dopoguerra, il dramma delle emigrazioni, povertà, criminalità organizzata e assenza dello stato.


lunedì 26 agosto 2024

La vita non si spiega


EUGENIO MONTALE

LA VITA IN PROSA

Il fatto è che la vita non si spiega
né con la biologia
né con la teologia.
La vita è molto lunga
anche quando è corta
come quella della farfalla –
la vita è sempre prodiga
anche quando la terra non produce nulla.
Furibonda è la lotta che si fa
per renderla inutile e impossibile.
Non resta che il pescaggio nell’inconscio
l’ultima farsa del nostro moribondo teatro.
Manderei ai lavori forzati o alla forca
chi la professa o la subisce. È chiaro che l’ignaro
è più che sufficiente per abbuiare il buio.

(da Poesie disperse, in Tutte le poesie, Mondadori, 1984)

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È chiaramente una poesia contro la psicanalisi e contro l'attitudine degli anni '60 e '70 di ispirarsi alla psicanalisi per scrivere poesie - Edoardo Sanguineti in primis ma anche Andrea Zanzotto. Eugenio Montale liquida in pochi versi i guru dell'inconscio, "l'ultima farsa del nostro moribondo teatro".

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FOTOGRAFIA © PAUL BRENNAN/PUBLIC DOMAIN PICTURES

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  LA FRASE DEL GIORNO  

La vita oscilla / tra il sublime e l’immondo / con qualche propensione /
per il secondo.
EUGENIO MONTALE, Quaderno di quattro anni

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Eugenio Montale (Genova, 12 ottobre 1896 – Milano, 12 settembre 1981), poeta e scrittore italiano, Gli fu conferito il Premio Nobel per la Letteratura nel 1975 “per la sua poetica distinta che, con grande sensibilità artistica, ha interpretato i valori umani sotto il simbolo di una visione della vita priva di illusioni”, ovvero la “teologia negativa” in cui il "male di vivere"  si esprime attraverso la corrosione dell'Io lirico tradizionale e del suo linguaggio.


domenica 25 agosto 2024

La sua luce


MEIRA DELMAR

IL BAGLIORE

Non ho mai saputo il suo nome.
                                               Poteva
essere amore, un po'
di gioia, o semplicemente niente.

Ma ha illuminato
in tal modo il giorno
che la sua luce
dura ancora.

Dura.
E arde.

(da Incontro, 1981)

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Un colpo di fulmine improvviso, ma quell'effimero bagliore di saetta non si spegne, continua a illuminare la vita della poetessa colombiana Meira Delmar, che ne tiene viva la fiamma come un'antica Vestale: "Come il fiume che unisce / con le sue mani d’acqua / le rive che separa, / come anche il tempo, / come la vita, / che scorrono vivendo, / lasciandoci / ogni volta meno nostri / e più suoi, / questo amore".

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CHRISTIAN SCHLOE, "FONTANA D'AMORE"

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Di quell’amore che mai è stato mio / e tuttavia si è preso la mia vita / resta una nostalgia ribadita / all’infinito, che pianga o  che rida.
MEIRA DELMAR, Incontro

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Olga Isabel Chams Eljach (Barranquilla, 21 agosto 1922 - 18 marzo 2009),  poetessa colombiana di origini libanesi, sin dal 1937 usò lo pseudonimo Meira Delmar. Professoressa di Storia dell’Arte e Letteratura, diresse per molti anni la Biblioteca Pubblica dell’Atlantico. Le sue poesie sono caratterizzate da una sensualità di fondo.


sabato 24 agosto 2024

Una comune pietra


ROBERT FRANCIS

NIENTE È LONTANO

Anche se non ho mai colto la parola
di Dio da ogni uccello che chiama,
sento tutto ciò che udirono gli antichi.

Anche se non ho visto alcuna divinità
entrare o uscire da un albero al tramonto,
vedo tutto ciò che vedono i veggenti.

Una comune pietra può ancora rivelare
qualcosa che non è pietra, non si vede, ma è reale.
Cosa può nascondere una pietra comune?

Niente è lontano che una volta era vicino.
Non è nascosto nulla di ciò che un tempo era chiaro.
Niente era Dio che non fosse qui.

Ecco l'uccello, l'albero, la pietra.
Qui al sole mi siedo da solo
tra il conosciuto e l'ignoto.

(da Collected Poems, 1936-1976, 1976)

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La presenza del divino in ogni cosa terrestre è al centro di queste cinque strofe del poeta statunitense Robert Francis: attraverso immagini vivide invita il lettore a meditare sulle sue percezioni del reale, considerando una vicinanza non fisica quanto piuttosto spirituale con il mondo naturale.

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FOTOGRAFIA © STUX/PIXABAY

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Sono innamorato di ciò che resiste al mio amare. Di ciò che devo faticare per far vivere.
ROBERT FRANCIS

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Robert Francis (Upland, Pennsylvania, 12 agosto 1901 – 13 luglio 1987),  poeta statunitense che ha vissuto la maggior parte della sua vita ad Amherst, nel Massachusetts. Seguace di Frost, le sue poesie spesso riguardano la natura e mostrano una distinta qualità immaginativa nel rappresentare l'essenza del mondo naturale.


venerdì 23 agosto 2024

Il noce nero


MARY OLIVER

IL NOCE NERO

Mia madre e io discutiamo:
potremmo vendere
il noce nero
al boscaiolo,
e saldare il mutuo.
Probabilmente qualche tempesta
abbatterà comunque i suoi rami scuri,
distruggendo la casa. Parliamo
lentamente, due donne che cercano
in un momento difficile di essere sagge.
Le radici nei tombini della cantina,
dico, e lei risponde
che le foglie diventano più pesanti
ogni anno, e i frutti
più difficili da raccogliere.
Ma qualcosa di più luminoso del denaro
si muove nel nostro sangue, un filo
affilato e veloce come una vanga
che vuole che scaviamo e seminiamo.
Così parliamo, ma non facciamo
nulla. Quella notte sogno
i miei antenati dalla Boemia
che riempiono i campi azzurri
del fresco e generoso Ohio
con foglie, viti e frutteti.
Quello che mia madre e io sappiamo
è che strisceremmo di vergogna
nel vuoto che creeremmo
nel nostro cortile e in quello dei nostri padri.
Così il noce nero
oscilla attraverso un altro anno
di sole e venti impetuosi,
di foglie e frutti che saltano,
e, mese dopo mese, lo schiocco di frusta del mutuo.

(da Dodici lune, 1979)

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Qualcosa di più prezioso del denaro si muove nel sangue della poetessa statunitense Mary Oliver - e di sua madre: quel senso di appartenere alle proprie radici, simboleggiato dal vecchio noce, che potrebbe certo essere sacrificato per saldare il debito, ma che creerebbe in tal caso un debito emozionale con i propri avi, con la propria coscienza, eliminando quella pianta che è divenuta ormai come "uno di famiglia", che vive e respira con loro.

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ALFRED SISLEY, "VICINO A LOUVENCIENNES"

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Mi sono trovata volentieri e con piacere nella natura di ogni cosa: altre persone, alberi, nuvole. E questo è ciò che ho imparato, che l'alterità del mondo è l'antidoto alla confusione - che stare all'interno di questa alterità - la bellezza e il mistero del mondo, nei campi o nelle profondità dei libri - può nobilitare il cuore più ferito.
MARY OLIVER, Sopravvivere

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Mary Oliver (Maple Heights, Ohio, 10 settembre, 1935 – Hobe Sound, Florida, 17 gennaio 2019), poetessa statunitense, vincitrice del National Book Awards 1992 e del Premio Pulitzer 1984, è autrice di 32 raccolte poetiche e di quattro saggi sulla poesia. Il New York Times l’ha definita “Di gran lunga, la poetessa di questo paese che ha venduto di più”.


giovedì 22 agosto 2024

Lo stanco tilbury


JORGE TEILLIER

TWILIGHT

Si trova ancora sotto il melo
lo stanco tilbury dei nonni.
Chi coglierà quelle mele
dove splende ancora un sole d’altri tempi?
La recinzione sta marcendo.
Le ortiche invadono il giardino.
Qualcuno guarda il tilbury
e lo distingue appena
nella luce tremolante
tra la sera e la notte.

Matrimoni e funerali.
Un pomeriggio intero a combattere il fango
quando andammo nella città appena fondata.
Un viaggio da ubriachi nella penombra frusciante
schivando i rami pazzi.
Viaggiamo e viaggiamo
pur sapendo che tutto non può che finire
in una squallida casa miserabile da dove guardi
quella luce ostinata lottare contro la notte.

Chi raccoglierà le mele
dove può ancora vivere un sole d’altri tempi?
Le ortiche invadono il giardino.
il giorno non riesce a rifugiarsi in casa.
Per fuggire dall'oscurità c'è solo uno stanco tilbury
che non si stanca mai di combattere la notte.

(da Il cielo cade con le foglie, 1958)

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Un sole d'altri tempi è quello che risplende nella memoria, tematica principale del poeta cileno Jorge Teillier. Quel sole che ora batte su un'obsoleta carrozza leggera a due ruote che fu dei nonni, abbandonata sotto un melo a sua volta abbandonato come la casa in rovina nel villaggio.

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IMMAGINE GENERATA CON INTELLIGENZA ARTIFICIALE

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Ciò che conta non è la casa di tutti i giorni / ma quella nascosta in un angolo dei sogni.
JORGE TEILLIER, Morti e meraviglie

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Jorge Teillier Sandoval (Lautaro, 24 giugno 1935 - Viña del Mar, 22 aprile 1996), poeta cileno della “Generazione letteraria dei ‘50”, creatore della “poesia larica”. Per lui l’importante in poesia non è l’estetica, ma la creazione del mito e di uno spazio di tempo che trascende il quotidiano.


mercoledì 21 agosto 2024

Il rumore del piacere


FRANCISCO BRINES

CANZONE DEI CORPI

Il letto è pronto,
bianche le lenzuola
e un corpo mi si offre
all’amore.
Apriamo la finestra,
entrano il caldo e la notte,
e il rumore del mondo
sia solo il rumore
del piacere.
Perché non c’è felicità
tanto ribadita e piena
come trascorrere la notte,
sfondare l’alba
con un corpo ardente.
Con un corpo oscuro
del quale nulla conosco
se non la gioventù.

(da Insistenze a Luzbel, 1977)

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La passione e l’amore come espressioni della vita davanti al nulla: il poeta spagnolo Francisco Brines sviluppa uno dei suoi temi preferiti coniugandolo nel cuore di una notte d’estate. Quel desiderio d’amore è desiderio di vita ed è anche la rivincita sull’effimero, sullo “sterile tempo”.

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HENRI TOULOUSE-LAUTREC, "A LETTO, IL BACIO"

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Così si placa la sete che concedo alla carne, / quest’ampia attesa che è fedeltà alle mie stanchezze.
FRANCISCO BRINES, L’autunno delle rose




Francisco Brines Bañó (Oliva, 22 gennaio 1932 - Gandía, 20 maggio 2021),​ poeta spagnolo. Inquadrato nel gruppo della Generazione dei ‘50, se ne distaccava per la sua poesia elegiaca attenta alla bellezza, al malinconico scorrere del tempo e alla caducità del vivere. Ê stato insignito del Premio Cervantes per il 2020.


martedì 20 agosto 2024

Le forme che l’amore aveva


NANCY BACELO

SAI CHE PAURA

Sai che paura
quando cade l'ombra
sulla casa
(Voglio dire, sul letto,)
e comincio a disegnare
- dolore alle mani -
tutte le forme
che l'amore aveva
capiscimi e pensa
quanti segreti
modi impensabili
usanze di assassino
questa vale la pena.


(da Il pane quotidiano, 1975)

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"Quando cade l'ombra / sulla casa", quando l'oblio minaccia il ricordo, allora cerchiamo in qualche modo di trattenere la memoria - disegnare, scrivere, ogni forma di arte in fondo può essere utile allo scopo, capace di fermare il momento e anche di analizzarlo, seppure dolorosamente, come accade alla poetessa uruguaiana Nancy Bacelo.

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AUGUST MACKE, "DONNA CHE SCRIVE"

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  LA FRASE DEL GIORNO   

Vita la vita perduta / ombra all'ombra sottratta / farfalla intrecciata / che vola nella notte chiusa.
NANCY BACELO, I distici di Nico Pérez




Nancy Bacelo (José Batlle y Ordóñez, 10 luglio 1931 - 1° settembre 2007), scrittrice e poetessa uruguaiana. Nel 1961 organizzò la Feria Nacional de Libros, Grabados, Dibujos y Artesanías, spazio culturale di diffusione letteraria e artistica, unico mezzo di trasmissione delle sue poesie, che terminò con la sua scomparsa.


lunedì 19 agosto 2024

Potremmo incontrarci


CECILIA CASANOVA

SAI?

Senti,
potremmo incontrarci in una piazza
o in un bar
per ricordare quanto ci amavamo.
Sai?
I miei ricordi sono diventati sbiaditi
e vederti
sarebbe come ritoccarli.


(da Stazione Termini, 2024)

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Se "l'amore / è come le stagioni. / Il nostro / ha già preso il suo colore", come scrive la poetessa cilena Cecilia Casanova nella poesia immediatamente successiva a questa nella raccolta Stazione Termini, allora è chiaro che con il passare del tempo il suo ricordo è destinato a svanire, a sbiadire come le foglie d'autunno che con l'inverno seccano e perdono forma e colore. L'antidoto? Ma un nuovo incontro, naturalmente.

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ROGER WILKERSON, "SIDEWALK CAFÉ"

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  LA FRASE DEL GIORNO   

Né lui / né io / ci siamo resi conto / che la nostra amicizia era piena / di curve. / Raddrizzarla / sarebbe stato sacrilegio.
CECILIA CASANOVA, Stazione Termini

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Cecilia Casanova (Santiago del Cile, 2 ottobre 1926 – 2 novembre 2014), poetessa cilena. Autrice di poesie spesso brevissime ma chiare e intense, è stata accostata ad Emily Dickinson per la sua sensibilità nei confronti della natura e per la ricerca dell’immenso nel quotidiano.


domenica 18 agosto 2024

Un uomo che passeggia


BALDOMERO FERNÁNDEZ MORENO

POETA

Un uomo che passeggia per il campo,
e vede steso, tra due tronchi verdi,
un filo di ragno biancastro
che ondeggia un po' nell'aria leggera.

E alza il bastone per spezzarlo,
e sta per romperlo, e si ferma.

(da Seguito, 1938)

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Come esprimere l'essenza del poeta? Baldomero Fernández Moreno, poeta argentino, usa questa eloquente e delicatissima immagine che ha un'efficacia estetica davvero notevole.

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FOTOGRAFIA © ADINA VOICU/PIXABAY

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  LA FRASE DEL GIORNO   

Davanti alla poesia, tremando da quanto si capisce.
BALDOMERO FERNÁNDEZ MORENO

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Baldomero Fernández Moreno (Buenos Aires, 15 novembre 1886 - 7 giugno 1950), poeta e medico rurale argentino. La sua poesia, universale e profondamente nazionale allo stesso tempo, ha immortalato l'estetica dei quartieri di Buenos Aires e la calda placidità delle province e le loro caratteristiche rurali.


sabato 17 agosto 2024

La prigione


PATRIZIA CAVALLI

ADESSO CHE IL TEMPO SEMBRA TUTTO MIO

Adesso che il tempo sembra tutto mio
e nessuno mi chiama per il pranzo e per la cena,
adesso che posso rimanere a guardare
come si scioglie una nuvola e come si scolora,
come cammina un gatto per il tetto
nel lusso immenso di una esplorazione, adesso
che ogni giorno mi aspetta
la sconfinata lunghezza di una notte
dove non c’è richiamo e non c’è più ragione
di spogliarsi in fretta per riposare dentro
l’accecante dolcezza di un corpo che mi aspetta,
adesso che il mattino non ha mai principio
e silenzioso mi lascia ai miei progetti
a tutte le cadenze della voce, adesso
vorrei improvvisamente la prigione.

(da Il cielo, Einaudi, 1981)

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Adesso. L’avverbio di tempo è il punto centrale di questa poesia di Patrizia Cavalli. Adesso è così, adesso che la libertà di appartenere tutta a se stessa consente di avere il tempo tutto per sé e di scegliere in autonomia, adesso invece è l'assenza a risaltare, la solitudine, quel vuoto che è "la grande prova, / l'espiazione, è questo il male", il "doversi ascoltare sempre / in ogni avvenimento fisico chimico / mentale".

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ALDO SALVADORI, "DONNA AL TAVOLO"

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  LA FRASE DEL GIORNO   

Mi si incaglia il respiro nel tuo viso, / asma del mio dormiveglia. / Che io respiri finalmente sveglia!
PATRIZIA CAVALLI, L'io singolare proprio mio

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Patrizia Cavalli (Todi, 17 aprile 1947 – Roma, 21 giugno 2022), poetessa e scrittrice italiana. La sua lirica, limpida e diretta, rivela spesso un'intensa drammaticità. Traduttrice di Shakespeare, ha anche riempito i teatri, dando alla letteratura una dimensione scenica, portando in scena l’amata Emily Dickinson.


venerdì 16 agosto 2024

Il canto semplice di un gallo


VLADIMÍR HOLAN

RESURREZIONE

Che dopo questa vita di nuovo ci si debba svegliare
con il suono delle trombe e i corni?
Scusami Signore, ma credo
che per tutti noi il segno della resurrezione
sarà il canto semplice di un gallo…

Per un attimo ancora rimarremo a letto…
La prima che si alzerà sarà la mamma…
Sentiremo come nel silenzio accende delicatamente il fuoco,
come mette l’acqua a bollire,
e come con un gesto quotidiano
tira fuori dalla credenza il macinino del caffè.
Saremo di nuovo a casa.

(da Una notte con Amleto, 1964 – Traduzione di Angelo Maria Ripellino)

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Il Nuovo Testamento e la Tradizione cristiana teorizzano la resurrezione dei morti: alla fine dei tempi, tutti i corpi dei defunti si ricongiungeranno alle rispettive anime, ”quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna. (Giovanni, 5, 29). Il poeta ceco Vladimír Holan agli squilli di tromba da kolossal hollywoodiano o da dipinto rinascimentale preferisce un mondo più piccolo, alla portata, con la nostalgia dell’infanzia e della casa, preferisce insomma tornare a quella che fu la nostra età dell’oro.

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EBERHARD KEIL, "RAGAZZA CHE DORME"

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  LA FRASE DEL GIORNO   

Le persone semplici sono le uniche che non cercano la felicità….
VALDIMÍR HOLAN

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Vladimír Holan (Praga, 16 settembre 1905 – 31 marzo 1980), poeta ceco. Dall’astrattismo e dal simbolismo ermetico con cui iniziò a scrivere versi passò a forme più realistiche e pessimistiche, centrate sul destino dell'uomo e della società, attuate con un linguaggio oscuro.



giovedì 15 agosto 2024

Tra la piena dei ponti


PIERO BIGONGIARI

L'ARNO

È nell’Amo un lamento che non udremo
dagli altri ponti, in polvere azzurra
spariscono quelle favolose finestre:
vi appoggiaste per un niente coi gomiti acuti
mordendo le albicocche repentine.
Colme di rena pesano le barche
tra la piena dei ponti,
e il vento arde i cortili, agita un’alta
luna sul colle e quaggiù un folle sguardo
in occhi puerili.
Un ricordo vi manca, o mie serrate
fanciulle alle fontane
udendo empirsi i secchi e in vane orme
la vostra vita: sui ginocchi strane
guardate il mondo e forse sorridete.

(da La figlia di Babilonia, Parenti, 1942)

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Un'immagine di prima estate e di anni lontani nei versi del poeta toscano Piero Bigongiari: l'Arno - fiume familiare e sacro, "una specie di Giordano”, come scrive Silvio Ramat - si porta via i riflessi di cielo azzurro e le chiatte che portano sabbia, conduce via la luna e le memorie delle ragazza chine con i secchi lungo le rive.

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FOTOGRAFIA © PIXABAY

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  LA FRASE DEL GIORNO   

Un ozio il mio tempo innalza ai vetri / più alti come sale / l’ombra sulla ringhiera.
PIERO BIGONGIARI, La figlia di Babilonia

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Piero Bigongiari (Navacchio, 15 ottobre 1914 – Firenze, 7 ottobre 1997), poeta e critico letterario italiano. Insegnò storia della letteratura italiana moderna e contemporanea all’Università di Firenze. È considerato esponente di un ermetismo purista in cui dominano metafisicamente il tema dell’assenza, un forte anelito religioso e la trasfigurazione simbolica della realtà.



mercoledì 14 agosto 2024

Una volta dopo l'altra


TOMAS TRANSTRÖMER

ARCATE ROMANICHE

Nell’enorme chiesa romanica i turisti si accalcavano nella penombra.
Le volte si spalancavano senza fine.
Tremolavano fiamme di candela.
Un angelo senza volto mi abbracciò
e sussurrò con tutto il corpo:
“Non vergognarti di essere uomo, sii orgoglioso!
Dentro di te si apre una volta dopo l’altra all’infinito.
Non finisci mai e così deve essere”.
Ero accecato dalle lacrime
e fui condotto fuori nella piazza assolata
insieme con Mr. e Mrs. Jones. Herr Tanaka e la Signora Sabatini
e dentro di loro una volta dopo l’altra si aprivano all’infinito

(da Per i vivi e per i morti, 1989)

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Nella primavera del 1987 il poeta svedese Tomas Tranströmer, Premio Nobel 2011, è a Venezia con la moglie e vive questa esperienza “mistica” nonostante il caos di turisti che si assiepano. È lui stesso a raccontare in una lettera a un amico musicista: “Siamo entrati nella Basilica di San Marco. Ho sempre pensato che gli archi gotici mi appassionassero di più, ma ora ho scoperto che erano quelli romanici quelli più vicini a me. Niente di visibile, uno spazio nascosto dietro l'altro, come la vita umana stessa – ero così commosso che ho dovuto lasciarmi condurre fuori accecato dalle lacrime. È stata davvero un’esperienza del tutto inaspettata e in qualche modo totalmente liberatoria nel mezzo del ghetto turistico”.

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FOTOGRAFIA © ARTE SVELATA

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  LA FRASE DEL GIORNO   

Cammino lentamente dentro me stesso, / attraverso una foresta di armature vuote.
TOMAS TRANSTRÖMER, La piazza selvaggia

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Tomas Tranströmer (Stoccolma, 15 aprile 1931 – 26 marzo 2015), scrittore, poeta e traduttore svedese, Nel 2011 è stato insignito del Premio Nobel per la letteratura con la seguente motivazione: "perché attraverso le sue immagini condensate e traslucide, ci ha dato nuovo accesso alla realtà". La sua opera è posta tra Modernismo, Espressionismo e Surrealismo.



martedì 13 agosto 2024

L'amore più grande


IDEA VILARIÑO

OPPURE ERANO NOVE

Forse abbiamo trascorso solo sette notti
Non lo so
Non lei ho contate
come avrei potuto
Forse non più di sei
oppure erano nove.
Non lo so
ma valevano
come l'amore più grande.
Forse
di quattro o cinque notti così
ma proprio come quelle
Forse
può essere vissuta
come un lungo amore
una vita intera.

L’Avana, 1968

(da Poesie d’amore, 1979)

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L’intensità del sentimento più che la durata: la poetessa uruguaiana Idea Vilariño punta su questo più che sul ménage, predilige la passione alla tranquillità: “Bruciami ho detto / e ho ordinato bruciami / e lo porterò / - ed è per sempre – / quel segno / il tuo segno / quella metafora”.

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ILLUSTRAZIONE DI CHRISTIAN SCHLOE
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  LA FRASE DEL GIORNO   

Ed era il suo amore / Che mi invadeva così lento / Così misterioso.
IDEA VILARIÑO, Poesie d’amore

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Idea Vilariño Romani (Montevideo, 18 agosto 1920 – 28 aprile 2009), poetessa, saggista e critica letteraria uruguaiana. Appartenne al gruppo della Generazione del ‘45 con Juan Carlos Onetti e Mario Benedetti. Le sue poesie sono spesso caratterizzate da una introspezione intima. Pur accettando i premi conferiti, rifiutò di rilasciare interviste, di fare promozione ai propri libri e di commentare la sua poetica.



lunedì 12 agosto 2024

Un ditale d'argento


JANE KENYON

IL DITALE

Ho trovato un ditale d'argento
sul piancito umido della legnaia,
né grande né piccolo, l'estremità aperta
divenuta ovale per il peso del legno,
o perché la donna che lo indossava
la aveva modellata per adattarla al suo dito.

Il bordo decorato di foglie, aggraziato
e regolare, come l'orlo di acanto
sul tetto di lamiera della chiesa
che si ripete sulle nostre teste
mentre pronunciamo all'unisono
le parole che chi lo indossava deve avere detto.

(da Di stanza in stanza, 1978)

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Nel 1975 la poetessa statunitense Jane Kenyon si trasferì dal Michigan alla fattoria della famiglia del marito David Hall, a Eagle Pond, nel New Hampshire. Di stanza in stanza, la raccolta che pubblicherà tre anni dopo, racconta la scoperta di questo luogo, le figure del passato di David, i suoi nonni, sua madre, le sue zie. La scoperta del ditale è solo un segno di questa specie di comunione che Jane sente con le altre donne che hanno vissuto lì prima di lei: "Sento che la mia vita ricomincia, / come una talea quando in un bicchiere / d'acqua crescono le prime radici / pallide e incerte".

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FOTOGRAFIA © PXHERE

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  LA FRASE DEL GIORNO   

Quanto è meglio portare legna sul fuoco / piuttosto che lamentarsi della propria vita.
JANE KENYON, Da una stanza all'altra

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Jane Kenyon (Ann Harbor, Michigan, 23 maggio 1947 – Wilmot, New Hampshire, 22 aprile 1995), poetessa e traduttrice americana. La sua poesia, spesso  semplice, sobria ed emotivamente risonante, sonda la psiche ed esplora il ciclo della natura. Tra le sue traduzioni spiccano le poesie di Anna Achmatova.



domenica 11 agosto 2024

Il teatro di sempre


VITTORIO SERENI

UN POSTO DI VACANZA, III

           «memoria che ancora hai desideri»
            dici che non l’intendi – o, se l’intendi, non l’ami

I due che vanno lungo il fiume azzurri e bianchi
cosa mai si diranno? Allacciati o disgiunti
da anni li vedo passare
danzanti nel riverbero e nel vento.
Ritta sulla vertigine, estatica indugiando con lo sguardo
sulle colline prossime e più lontane rupi,
a dito segnando in controluce città
che forse furono e non saranno mai –
«Tutto questo,» dice la donna, «ti darò
se prosternandoti mi adorerai».
Ma l’uomo, ìmpari al sogno e alla sopraffazione
si disanima presto, non li solleva una musica più.
                                                                                       E quasi niuna
di queste cose stata fosse, torna
lei quello che stata era:
un’ombra del sangue e della mente
e verso la marina
in picciola ora si dileguarono.

È il teatro di sempre, è la guerra di sempre.
Fabbrica desideri la memoria,
poi è lasciata sola a dissanguarsi
su questi specchi multipli.
                                                           Ma guarda
– tornano voci dalla foce – guarda da un’ora all’altra
come cambiano i colori: di grigio in verde, di verde
in freschissimo azzurro.
Amalo dunque – da cosa a cosa
è la risposta, da specchiato a specchiante –
amalo dunque il mio rammemorare
per quanto qui attorno s’impenna sfavilla si sfa:
è tutto il possibile, è il mare.

(da Un posto di vacanza, All'Insegna del Pesce d'Oro, 1973)

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Un posto di vacanza è quello che generalmente tutti abbiamo, il "buen retiro" dove ritroviamo gli amici e gli stessi luoghi, dove, quando torniamo, recuperiamo i ricordi degli anni trascorsi. Per Vittorio Sereni è Bocca di Magra, frazione del comune di Ameglia, nello Spezzino, dove il Magra sfocia nel Mar Ligure, località che attirò altri poeti e scrittori, da Montale a Fortini, da Vittorini a Montanelli, e poi Simone De Beauvoir, Marguerite Duras, l'editore Giulio Einaudi... In questa terza parte del poemetto è dunque quella memoria di un luogo conosciuto e amato a risaltare, a prendere il sopravvento mentre gli anni, come i colori del fiume nel giorno, mutano nel loro scorrere.

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BEHSHAD ARJOMADI, "PASSEGGIATA SULLA SPIAGGIA"

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  LA FRASE DEL GIORNO   

Amare non sempre è conoscere («non sempre /  giovinezza è verità»), lo si impara sul tardi. / Un sasso, ci spiegano, / non è così semplice come pare. / Tanto meno un fiore.
VITTORIO SERENI, Un posto di vacanza

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Vittorio Sereni (Luino, 27 luglio 1913 – Milano, 10 febbraio 1983), poeta italiano, è il capostipite della variante lombarda del novecentismo poetico, detto “Linea lombarda”. Ufficiale di fanteria, viene fatto prigioniero dopo l’8 settembre 1943. Nel dopoguerra è direttore letterario di Mondadori e cura la prima edizione dei Meridiani.



sabato 10 agosto 2024

La notte di San Lorenzo


VALENTINO ZEICHEN

A DOMINIQUE

Mancano poche ore all'evento!
Dopo lunga indifferenza al cielo,
vorrei prendere al volo

una stellina cadente, 
come si faceva da bambini 
con le intermittenti lucciole, 
e farne un fermacapelli
 per quella tua chioma di cometa 
che il vento spettina 
rovinandoti la permanente.

(da Museo interiore, 1987)

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Il poeta fiumano trapiantato a Roma Valentino Zeichen sintetizzava talora nei suoi versi la carnalità più materiale. oppure, come in questa poesia d'occasione per la "notte di San Lorenzo", rincorre una purezza quasi romantica sull'onda del ricordo e dell'ingenuità dell'infanzia.

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FOTOGRAFIA © PXHERE


  LA FRASE DEL GIORNO   

Come frecce scoccate / da un ludico arciere / che non ha sempre / per mira un bersaglio, bensì / la bellezza d'una traiettoria, / sorvoliamo lo spazio degli anni. 

VALENTINO ZEICHEN, Museo interiore




ZeichenValentino Zeichen, all'anagrafe Giuseppe Mario Zeichen (Fiume, 24 marzo 1938 – Roma, 5 luglio 2016), poeta italiano. La sua prima antologia poetica Area di rigore fu pubblicata nel 1974 con introduzione di Elio Pagliarani, che lo definì “un Gozzano dopo la Scuola di Francoforte, sempre però in un’aura che potremmo definire tra neoliberty e neocrepuscolarismo”.



venerdì 9 agosto 2024

Guardare il mondo


MARY OLIVER

ERA PRESTO

Era presto,
ed è sempre stata la mia ora
per cominciare a guardare
il mondo

e naturalmente,
era anche buio,
per cominciare
ad ascoltarlo,

soprattutto
sotto i pini
dove vive il gufo
e talvolta grida

mentre cammino,
come ha fatto
questa mattina.
Quanti doni!

Cosa significano?
Nella palude
dove la luce rosa
iniziava a giungere

il visone
con la sua coda setosa
inseguiva i topi
dalle orecchie morbide,

e tra i pini
le pigne erano pesanti,
ognuna
pronta ad aprirsi.

A volte mi basta
solo stare
dove sono
per essere benedetta.

Piccolo visone, lascia che ti guardi.
Topini, correte via.
Cara pigna, lascia che ti tenga
mentre ti apri.

(da Evidenza, 2009)

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Guardare il mondo, ascoltarlo, trovare la poesia delle piccole cose che si rivelano: non c’è niente di meglio dell’isolamento per raggiungere l’introspezione – alla poetessa statunitense Mary Oliver basta camminare nella natura, tra boschi, paludi e pinete per ritrovare l’armonia, per sentirsi addirittura “benedetta” da quel legame spirituale e “cominciare la giornata / con felicità, con gentilezza”.

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FOTOGRAFIA © WALLHERE

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  LA FRASE DEL GIORNO   

Prestare attenzione, questo è il nostro / lavoro infinito e doveroso.
MARY OLIVER, Pino bianco

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Mary Oliver (Maple Heights, Ohio, 10 settembre, 1935 – Hobe Sound, Florida, 17 gennaio 2019), poetessa statunitense, vincitrice del National Book Awards 1992 e del Premio Pulitzer 1984, è autrice di 32 raccolte poetiche e di quattro saggi sulla poesia. Il New York Times l’ha definita “Di gran lunga, la poetessa di questo paese che ha venduto di più”.


giovedì 8 agosto 2024

Piccole preziose pietre


JAN ERIK VOLD

I TUOI OCCHI

I tuoi occhi
piccole preziose pietre
trovate su una spiaggia

da scrutare
meravigliato
come un bimbo

giocarci un attimo
e poi
gettarle via

(da Fra specchio e specchio, 1965 - Traduzione di Bruno Berni)

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Prima di passare nel 1968 alla poesia sperimentale, addirittura provocatoria e insensata, il poeta norvegese Jan Erik Vold scrisse quattro raccolte capaci di esprimere in modo concreto le immagini interiori, come in questa lode alla bellezza degli occhi dell'amata, "l'intimo bagliore di un paio di occhi scintillanti"..

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RAFAL OLBINSKI, "COMPLESSITÀ DEL MOVIMENTO"

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  LA FRASE DEL GIORNO   

Ci sono intere vene di diamanti nei tuoi occhi, / che potrebbero fornire corone per tutte le regine della terra.
PHILIP JAMES BAILEY, Festus

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Jan Erik Vold (Oslo, 18 ottobre 1939), poeta lirico, cantautore jazz e traduttore norvegese. Membro fondamentale della cosiddetta "generazione Profil", il circolo legato alla omonima rivista letteraria, ha contribuito notevolmente al rinnovamento della poesia norvegese diffondendo l'imagismo e la poesia concreta.


mercoledì 7 agosto 2024

Definire il grigio


MONTSERRAT ABELLÓ

COME DEFINIRE IL GRIGIO

Come definire il grigio
di questo cielo che si scioglie
in un bianco pallido,
intorno al colore denso e rosso
del sole al tramonto
e lentamente scompare
nel crepuscolo della sera,
che muore, come le illusioni
infrante, nelle lunghe notti
senza luna.

E questo brivido che provo.
E la brezza che arriva.
E il volo tranquillo dei gabbiani
dietro la finestra spalancata
verso il mare.

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Definire il grigio. Ovvero provare a definire l’indefinito. Come esprimere quel suo essere neutro, quella sua acromaticità? La poetessa catalana Montserrat Abelló tenta di esprimerlo attraverso la sottrazione degli altri colori e l’aggiunta delle proprie emozioni una sera, al tramonto, mentre guarda il cielo precipitare nel mare del crepuscolo.

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JACK VETTRIANO, BABY BYE BYE"

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  LA FRASE DEL GIORNO   

Quando un fatto, un'immagine, un sentimento ti vengono in mente all'improvviso e lo catturi in un dipinto o in una poesia, è fissato lì dal bisogno vitale di esprimerlo, ma anche lasciato aperto perché qualcuno lo guardi, lo legga e lo faccia suo.
MONTSERRAT ABELLÓ

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Montserrat Abelló Soler (Tarragona, 1° febbraio 1918 – Barcellona, 9 settembre 2014), poetessa e traduttrice spagnola in lingua catalana. Nel 1939, dopo la guerra civile, visse in esilio per vent’anni in Francia e in Cile. Tradusse Agatha Christie, E.M. Forster, Iris Murdoch e soprattutto Sylvia Plath.