lunedì 30 settembre 2024

Non sono un albero


RUSSELL EDSON

AUTUNNO

Una volta un uomo trovò due foglie ed entrò in casa
tenendole con le braccia tese, dicendo ai suoi genitori che era un albero.

Gli dissero vai in cortile e non crescere in soggiorno
perché le tue radici potrebbero rovinare il tappeto.

Disse che stava scherzando, non sono un albero e lasciò cadere le
foglie.

Ma i genitori dissero guarda, è autunno.

(Da Il tunnel, 1994)

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Una favoletta moderna ci arriva dal poeta statunitense Russell Edson, che del resto è stato accostato alla stravaganza dei cartoni animati della Warner Bros. C'è una delicatezza di fondo in questa poesia in cui, come in molte delle prose poetiche di Edson,  un moderno uomo qualunque improvvisamente precipita in una realtà alternativa in cui perde il controllo di sé.

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FOTOGRAFIA © MATEUSZ SAŁACIAK/PEXELS



   LA FRASE DEL GIORNO   

Ricorda, le parole sono il nemico della poesia.
RUSSELL EDSON

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Russell Edson, pseudonimo di Russell Edelstein (Manhattan, New York, 12 dicembre 1928 – Darien, Connecticut, 29 aprile 2014), poeta , romanziere, scrittore e illustratore statunitense. L'uso di creature antropomorfe e di azioni  surreali conferisce ad alcune delle sue poesie la stravaganza sostenuta dei vecchi cartoni animati della Warner Bros.


domenica 29 settembre 2024

Una spiaggia infinita


HANNI OSSOTT

ESSERE

Sono su una spiaggia infinita,
la mia anima si schiude
all’improvviso
verso uno strano nulla.

Non conosco il  mio nome,
il mio corpo,
assolta da ogni essere,
da ogni obbligo,
mi abbandono
solo
           all'ardore,
mi addormento.

Infinita, sono questa sabbia
che cancella
ciò che voglio essere.

(da Il circo rotto, 1993)

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La poesia. / (…) / Se arrivasse, con essa arriverebbero la gioia di vedere / la felicità di contare tutti i numeri dell'universo / le funzioni, gli spettacoli / le rarità, le individualità. // Se arrivasse / la totalità inonderebbe la mia anima. / L'assoluto mi invaderebbe. / Un dio si manifesterebbe in noi. / Adesso sono su una spiaggia infinita. Sono stella e muschio”. Il sogno della poetessa venezuelana Hanni Ossott è quello di dissolversi nell’infinito, di fondersi con esso, annullandosi nella totalità.

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FOTOGRAFIA © PXHERE

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Si scrivono poesie / per gli uomini che non sanno pregare.
HANNI OSSOTT, Cielo, il tuo grande arco

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OssottHanni Ossott (Caracas, Venezuela, 14 febbraio 1946 - 31 dicembre 2002), poetessa, traduttrice, saggista e critica d’arte venezuelana. Insegnò all’Università Centrale di Caracas. La sua poesia ama toni notturni nei quali si sviluppano i temi del dolore e della casa.


sabato 28 settembre 2024

La ripetizione dei gesti


EMMA BARRANDÉGUY

SORPRENDE SEMPRE

Sorprende sempre
la ripetizione dei gesti
quando si fa il bagno,
quando si piegano i vestiti
e li si ripone negli armadi.
Gli anni mi hanno insegnato
a risparmiare energie
e a essere precisa.
E anche a guardarmi allo specchio
con la necessaria cecità.
Sappiamo che c'è sempre una frase
che ci aspetta.
E il beneficio della pioggia.
E anche il sorriso
ha ritrovato la sua giusta misura
e la domenica l'adeguata dimensione domestica.
Ma ci sono cose che ancora ci indignano.
e tuttavia
la bugia frettolosa
viene in aiuto di un amore impossibile.

(da Le porte, 1964)

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La normalità, la tranquillità della ripetizione, della routine quotidiana. C'è chi ne è atterrito e la rifugge e chi invece vi ritrova conforto, come la poetessa argentina Emma Barrandéguy: "Mi piace sedermi in veranda. In estate le rondini vengono dalla California, attraversano l'Amazzonia e vanno al fiume. Al crepuscolo insegnano ai pulcini a volare e a cacciare il cibo nell'aria. Di notte mia sorella va a dormire e io torno alla mia routine di scrivere per il giornale domenicale locale. In questo tempo respiro felicità".

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PIERRE BONNARD, "SALA DA PRANZO IN CAMPAGNA"

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Non credo nell'ispirazione, quindi la poesia arriva quando la pagina bianca dice qualcosa. Ecco perché credo che ogni vita possa essere romanzata e che tutti possano riempire una pagina.
EMMA BARRANDÉGUY

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Emma Barrandéguy (Gualeguay, 8 marzo 1914 - 19 dicembre 2006), scrittrice, giornalista, poetessa e drammaturga argentina. Ha avuto storie d'amore con uomini e donne che l'hanno portata a un'intensa riflessione sulla sessualità, l'omosessualità, la repressione e la libertà. È stata una delle prime attiviste per la causa femminista.


venerdì 27 settembre 2024

Senza dire cos’è


ORFILA BARDESIO

CIGNO

Resta con me,
mistero,
non spogliarti
all'improvviso,
resta silenzioso
e oscuro,
è come sei che ti amo,
non spiegato dalla chiarezza,
né nascosto dall'apparenza,
resta alla finestra
aperta allo spazio,
chiusa all'intimità.
Senza di te la vita non avviene,
la luce non sorge
senza dire cos'è
o cosa siamo.
Ed è bello non saperlo.

(da La canzone della terra, 2009)

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Nella visione del mondo, degli animali o dei fiori che spesso appaiono nella sua opera, la poetessa uruguaiana Orfila Bardesio si interroga sempre su ciò che è nascosto, nel suo aspetto mistico, ma non con l'intenzione di riuscire a scoprire il mistero quanto piuttosto di fondersi con esso, di divenirne parte.

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FOTOGRAFIA © DANIELE RIVA

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Il poeta sa dell'Oceano ciò che l'Oceano non sa di se stesso. / Sa dell'Aria ciò che l'Aria non sa di se stessa. / Sa della Terra ciò che la Terra non sa di se stessa.
ORFILA BARDESIO, Alfar, n. 89, 1950

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Orfila Bardesio (Montevideo, 18 maggio 1922 – 14 ottobre 2009), poetessa uruguaiana. Con precocissime preoccupazioni poetiche, ricevette un'educazione cattolica e umanistica che si riflette in tutta la sua opera. Nelle sue poesie risalta la delicata passione per la natura e gli animali, nonché uno stretto legame con il creato e con la figura divina.


giovedì 26 settembre 2024

Vòltati


FRANCO LOI

VÒLTESS

Vòltess, sensa dàgh pés, cume se fa
quand ch’i penser ne l’aria slisen via,
vòltess per abitüden, lenta, sensa sâ,
cume quj donn che per la strada i gira
la testa per un òm, in câ, o sü la porta,
vòltess per simpatia d’un rümur luntan,
o d’una rùnden sü nel ciel stravolta,
vòltess sensa savè, per vuluntâ
d’un quaj penser bislàcch, o per busia,
vòltess per returnà, che smentegâ
sun mì che dré di spall te rubarìa
quel nient del camenà, quel tò ’ndà via.

Vòltati, senza darci peso, come si fa
quando i pensieri nell’aria scivolano via,
vòltati per abitudine, lenta, senza senso,
come quelle donne che per strada girano
la testa per un uomo, in casa, o sulla porta,
vòltati per simpatia di un rumore lontano,
o di una rondine su nel cielo stravolta,
vòltati senza sapere, per volontà
d’un qualche pensiero bislacco, o per bugia,
vòltati per ritornare, che dimenticato
ci sono io dietro le tue spalle per rubarti
quel niente del camminare, quel tuo andare via.

(da Lünn, Il Ponte, 1982)

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Un gesto, quello della donna che si volta lentamente, che ha un taglio quasi cinematografico, iconico, e che per il poeta Franco Loi, che quel gesto ruba come un fiore in un giardino, è un archetipo di fascino, di bellezza. Una nota linguistica: “sâ”, qui tradotto “senso” è il sale - tra l’altro femminile in milanese - e rende meglio l’idea del gusto.

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LAURA LEE ZANGHETTI, "ATTRAVERSANDO LA STRADA"

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Le parole sono suoni, e l’impiego e l’accostamento di una parola o un’altra a una diversa parola non è determinato dalla logica, ma dall’impulso dato dall’emozione.
FRANCO LOI, Corriere della sera, 21 gennaio 2020

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Franco Loi (Genova, 21 gennaio 1930 – Milano, 4 gennaio 2021) poeta, scrittore e saggista italiano. Autore in dialetto milanese, i temi ricorrenti nelle sue poesie di sono la guerra, la scoperta della presenza del male nella storia, la sensazione di un tradimento perpetrato e di ferite non rimarginabili, l'energia dell'invettiva, il rimpianto di un paradiso perduto, ma anche la costanza dell'invocazione della preghiera.


mercoledì 25 settembre 2024

Gli dei divisi


ROBERTO JUARROZ

UNDICESIMA POESIA VERTICALE, IV, 1

La condizione malsana
di non poter pensare insieme,
di non poter pensare all’unisono,
di non poter concepire un pensiero unico
tra noi due,
ci separa senza rimedio.

Per questo la più grande tentazione
di due esseri che si avvicinano
è quella di fondare un nuovo dio,
un dio che comprenda se stesso
e corregga questo errore,
questo trauma fatale
degli dei divisi.

(da Undicesima poesia verticale, 1988)

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Se l’unione è quello che gli innamorati cercano – “l’antica unità il cui desiderio e la cui ricerca costituiscono quello che noi chiamiamo amore” come teorizza Platone nel Simposio – allora la sua impossibilità è il fallimento, dice il poeta argentino Roberto Juarroz. Eppure, incessantemente andiamo alla ricerca di questo sogno: “Nella sua metà la mia metà riunisco” recita un verso di Ronsard.

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ERICA ROBIN, "YIN E YANG"

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   LA FRASE DEL GIORNO   

In quel riposo, trovandosi ad essere uno e senza divisione, senza divisione anche all’interno di sé, al punto che la loro intelligenza pareva smarrita, la loro memoria vuota, la loro volontà inutile, essa stava in piedi in quel riposo come dinanzi a un sorgere del sole e si perdeva interamente in lui, essa e le sue particolarità terrestri.
ROBERT MUSIL, L’uomo senza qualità

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Roberto Juarroz (Coronel Dorrego, 5 ottobre 1925 – Buenos Aires, 31 marzo 1995), poeta, saggista e bibliotecario argentino. La sua opera, salvo le prime Sei poesie scelte del 1960 è riunita con il titolo unico di Poesia verticale. Varia solo il numero d'ordine, da raccolta a raccolta, fino alla quattordicesima, uscita postuma nel 1997.


martedì 24 settembre 2024

Al sole della tenerezza


LUCIE SPÈDE

FRUTTI

La bambina
la sua guancia mela
fresca.
Nel palmo della mia mano
si scalda
al sole
della tenerezza

(da Parole di mele, 2010)

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Un gesto di tenerezza: la mano che accarezza la guancia diventa poesia in pochissime pennellate nei versi della poetessa belga Lucie Spède, cui bastano un paio di semplici metafore, la liscia rotondità della mela e il calore del sole.

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EMILE MUNIER, "LA GIOVINEZZA"

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Qualcosa di più di una preghiera è la tenerezza.
GLORIA FUERTES, Storia di Gloria

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Lucie Spède (Etterbeek, 27 settembre 1936 – 10 gennaio 2010), scrittrice e poetessa belga di lingua francese. Ha pubblicato una decina di raccolte di poesia, racconti e prosa. È stata definita “poesia fatta donna” e i suoi versi, se economizzano le parole, rivelano altresì un’ardente vita interiore.


lunedì 23 settembre 2024

Un posto in ogni stanza


MARÍA MERCEDES CARRANZA

ODE ALL'AMORE

Una sera che non dimenticherai mai
viene a casa tua e si siede al tavolo.
A poco a poco avrà un posto in ogni stanza,
le sue impronte saranno sui muri e sui mobili,
disferà il tuo letto e sprimaccerà il tuo cuscino.
I libri nella libreria, preziosa trama degli anni,
si adatteranno al suo gusto e alla sua somiglianza,
cambieranno di posto le fotografie.
Altri occhi osserveranno le tue abitudini,
il tuo andare e venire tra muri e abbracci
e i rumori e gli odori di tutti i giorni saranno diversi.
E un pomeriggio qualsiasi che non dimenticherai mai
chi ha distrutto la tua casa e ha abitato le tue cose
uscirà dalla porta senza salutare.
Dovrai iniziare a risistemare la casa,
spostare i mobili, pulire le pareti,
cambiare le serrature, strappare i ritratti,
spazzare via tutto per continuare a vivere.

(da Ciao, solitudine, 1987)

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Amore e disamore hanno un posto di riguardo nelle poesie di María Mercedes Carranza. La poetessa colombiana in questa ode punta l'attenzione sul fatto che il fallimento dell'amore alla fine è soltanto una singola esperienza di vita - per quanto possa essere dolorosa e straziante - ma non l'intera vita.

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PAUL SCHULENBERG, "APPARTAMENTO SULLA 68ª STRADA"

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Non c'è nell'anima / un altro modo di vivere / il disamore?
MARÍA MERCEDES CARRANZA, Ciao, solitudine

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CarranzaMaría Mercedes Carranza (Bogotá, 24 maggio 1945 – 11 luglio 2003), poetessa e giornalista colombiana. La sua opera poetica, secondo James J. Alstrum, è “demolitoria, ma sana e necessaria per indirizzare la poesia su percorsi insoliti”.


domenica 22 settembre 2024

Ogni autunno


IRINA VIKYRČAK

OGNI AUTUNNO

Ogni autunno
compro una nuova borsa a tracolla
ma in qualche modo
il contenuto rimane lo stesso:
fazzoletti di settembre,
appunti stropicciati,
un'agenda logora,
una penna rossa da insegnante,
il cellulare,
il mio portafoglio verde
spesso e sottile,
scarabocchi su una busta
come una mappa del tesoro,
un po' di tristezza,
qualche battuta,
un barattolo di conserva di ricordi,
un libro in latino,
pensieri in cirillico,
un impermeabile tascabile
con disegni di papaveri.
Come sempre, un disordine,
tipico
di tutto ciò che
contiene l'anima di una donna.
Non so cosa fare delle mie mani.
È autunno.

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Con l’equinozio, oggi alle 14.44, entriamo ufficialmente nell’autunno, “stagione sleale” per la sua bellezza dolce e malinconica, come la definì Gesualdo Bufalino. Ed è come un nuovo capodanno, un ritorno alle abitudini dopo l’allegra follia dell’estate, come nota anche la poetessa ucraina Iryna Vikyrčak.


FOTOGRAFIA © FRIDAY2022/PIXABAY

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Arriva l'autunno, con la sua voce di cenere, / scoraggiando i sogni, coprendo di foglie / le immagini spezzate che il cuore conosce.
JON JUARISTI

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Iryna Vikyrčak (Zalischchyky, 17 maggio 1988), scrittrice, poetessa e traduttrice ucraina. Laureata presso la Facoltà di Lingue Straniere all’Università Nazionale di Černivci, è autrice della raccolta Conversazione con gli angeli (2005). Ha pubblicato le sue poesie in varie riviste.


sabato 21 settembre 2024

Una torta


LINDA PASTAN

CONTARE ALL'INDIETRO

Come sono diventata così vecchia,
mi chiedo,
pensando
al mio 67° compleanno.
La dislessia sorride:
in realtà ho 76 anni.

Ci sono posti
dove a 60 anni iniziano
a contare all'indietro;
in Giappone
ricominciano
da uno.

Ma i numeri
non importano.
È la fisica
dell'accelerazione che mi preoccupa,
il modo in cui il tempo accelera
come se non avesse indovinato

la destinazione —
guarda!
Vedo mia madre
e mio padre che portano una torta,
aspettandomi
alla linea di partenza.


(da Viaggiare leggeri, 2010)

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Una volta l'anno ci tocca fare i conti con il nostro compleanno. Avanzando con l'età, mutano anche le riflessioni - come ben sa la poetessa statunitense Linda Pastan, autrice dalla spiccata "attitudine domestica". E sogna di ringiovanire anziché invecchiare, come il Benjamin Button di Francis Scott Fitzgerald. Ritrovando, a ritroso nel tempo, quello che più manca a certi compleanni "avanzati": l'affetto delle persone più care.

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FOTOGRAFIA © ECHO S/PUBLIC DOMAIN PICTURES

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Sono miti del calendario/ sia ieri che adesso,/ e il tuo compleanno/ è sempre una nascita.
CARLOS DRUMMOND DE ANDRADE, Ad amare si impara amando

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Linda Pastan (New York, 27 maggio 1932 – Chevy Chase, Maryland, 30 gennaio 2023), poetessa statunitense di origini ebraiche. Nota per aver scritto brevi poesie che affrontano argomenti come la vita familiare, la domesticità, la maternità, l'esperienza femminile, la vecchiaia e la morte, la perdita e la sua paura, fa del mezzo poetico lo strumento per tenere sotto controllo l'oscurità.


venerdì 20 settembre 2024

Un eterno straniero


BEI DAO

VELENO

Per il mondo
sono un eterno straniero
Non capisco la sua lingua
non capisce il mio silenzio
ciò che ci scambiamo
è mero disprezzo
come se ci incontrassimo in uno specchio

Anche per me stesso
sono un eterno straniero
Temo l'oscurità
ma uso il mio corpo per ostacolare
quell'unica e sola lampada
la mia ombra è la mia amante
il mio cuore il nemico

(da Gli stranieri ritornati, 1987)

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La disillusione, la solitudine e l’inquietudine sono la trama su cui il poeta cinese Bei Dao tesse la sua poesia minimalista, che spesso è un interrogarsi sul momento presente e sull’essere. Qui traccia un autoritratto ai tempi della rivoluzione culturale che porterà a Tienanmen, i tempi del risveglio dal conformismo ideologico maoista e dell’individualismo e del soggettivismo in reazione al realismo imposto agli artisti dallo stato cinese.

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PABLO PICASSO, "L'OMBRA"

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Non sono un eroe / In un'epoca senza eroi / Voglio solo essere un uomo.
BEI DAO, Poesie scelte 1972-1986

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Bei Dao, pseudonimo di Zhao Zhenkai (Pechino, 2 agosto 1949), scrittore, poeta e traduttore cinese, considerato l'ispiratore e uno tra i maggiori esponenti negli anni Ottanta della poesia menglong, o poesia "oscura", in aperta ribellione con le forme tradizionali e il realismo socialista.


giovedì 19 settembre 2024

La mia vuota fame di te


GEOFFREY HILL

IL CANZONIERE DI SEBASTIAN ARRURRUZ, 5

Amore, oh amore mio, verrà,
Sicuro! Un temporale
Cova sempre la terra secca tutto il giorno.
Di notte le persiane pulsano nel suo scroscio.

La metafora regge; è una casa accogliente.
Tu sei fuori, perduta chissà dove. Mi trovo
A divorare versi di più strana passione
Ed esilio. Le parole esatte

Alimentano la mia vuota fame di te.

(da King Log, 1968 - Traduzione di Renato Oliva)


Una sobria trasparenza, un tranquillo erotismo, un'intimità naturale - oltre alla leggera vena ironica - attraversano i versi del Canzoniere di Sabastian Arrurruz, poeta immaginario creato dal poeta britannico Geoffrey Hill per esplorare i temi dell’amore, della perdita e del ricordo con profondità emotiva. La lontananza della donna amata diventa quindi un esilio.

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GUSTAVE CAILLEBOTTE, "GIOVANE UOMO ALLA FINESTRA"

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   LA FRASE DEL GIORNO   

"Non si può perdere ciò che non si è posseduto." / Tanto per quella gemma abrasiva. / Posso perdere ciò che voglio. Voglio te.
GEOFFREY HILL, King Log

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Geoffrey Hill (Bromsgrove, 18 giugno 1932 – Cambridge, 30 giugno 2016), poeta britannico fondatore e co-direttore dell'Editorial Institute alla Boston University.  Le sue poesie hanno per temi Dio, l'amore, la guerra e il fluire del tempo. La tessitura dei versi, di estrema sofisticazione intellettuale, richiama John Donne e Ben Jonson.


mercoledì 18 settembre 2024

Ángel García López


Una crisi cardiorespiratoria ieri si è portata via all’età di 89 anni il poeta andaluso Ángel García López. Per quarant’anni insegnante di scuola secondaria, è autore di un'ampia opera poetica caratterizzata da una costante indagine formale, sempre all'insegna del rigore e dell’azzardo, tesa alla ricerca dei più alti livelli di bellezza. Riteneva la poesia un’elevata arte verbale, una formulazione magica la cui emozione risiede nel territorio del mistero.

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FOTOGRAFIA © AMIGOS DE UNAMUNO

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PAROLE DA APPENDERE A UNA FINESTRA A ROTA

Questo balcone si affaccia sul mare. Tocco la schiuma
vagabonda, inesauribile, della spiaggia.
Sul balcone, davanti a La Costilla,
i miei occhi si sono rivolti al mare.
                                     Lontano, la nebbia
disegna un orizzonte che naviga
ne l mio cuore.
                                     Conosco ogni granello
di quella sabbia, il suo nome, la sua estate,
il suo cognome. E l'acqua mi viene offerta
giovane e dolce al mattino. E canta
il suo settembre soleggiato.
                                     Nei vetri
cresce il fiore leggero dei coralli,
ruggisce l'azzurro della gola scolastica
del giorno.
E appare quel bambino, quell'insonne
che ero un tempo. E guarda.
                                     E a Rota
questa finestra è il mare. E il gabbiano
che gli restituisce la parte più bella del cielo.

(da Mester Andalusí, 1978)

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TUTTO QUELLO CHE NON TI DICO È ELOQUENTE

Tutto quello che non ti dico è eloquente, perché nessuna
parola chiarisce
come il silenzio.
Dire addio è questo long drink
dal sapore di mai. Tuttavia,
perso tra l'alcool, c'è sul fondo
un verso
Quello è tuo. bevilo
non lentamente, ma nemmeno
con la fretta di chi se ne va
dopo aver avvelenato il bicchiere.
Lascia che il bicchiere
parli nella tua bocca. E, anche se vuoto,
serba il suo brivido. Poiché chiunque ama
lo fa per sempre.

(da Di furti e verginità, 1983)

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Un’altra poesia di Ángel García López sul Canto delle Sirene:

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Nella poesia lirica quello che non è autobiografia è solo plagio.
ÁNGEL GARCÍA LÓPEZ

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Ángel García López (Rota, 29 marzo 1935 – Madrid, 17 settembre 2024), poeta spagnolo. Autore di un'ampia opera poetica, in cui risaltano l'attento primato del linguaggio, il rigore formale e la ricerca sulle possibilità ritmiche e linguistiche. Questo compito creativo è stato contraddistinto da successivi e importanti riconoscimenti letterari, come il Premio Adonais nel 1969.


martedì 17 settembre 2024

Il grande melo


OLAV H. HAUGE

HO TAGLIATO IL GRANDE MELO

Ho tagliato il grande melo
davanti alla finestra.
Mi bloccava la vista, questo era un motivo,
anche d'estate la stanza era buia,
e poi al mercato della frutta non volevano
più le sue mele.
Ho pensato a cosa avrebbe detto mio padre,
gli piaceva quel melo.
Ma l'ho tagliato.
Tutto è diventato più luminoso,
posso vedere tutto il fiordo
e seguire meglio ciò che accade
in tutte le direzioni,
la casa ora è più visibile,
è meglio esposta.
Non voglio ammetterlo,
ma mi manca il melo.
Non è più come prima.
Ci proteggeva dal vento
e ci dava buona ombra,
il sole filtrava tra i rami fino al tavolo,
e la notte mi sdraiavo
ad ascoltare il fruscio del fogliame.
E le mele,
non esistono mele migliori in primavera,
hanno un sapore così aromatico .
Mi fa male ogni volta che vedo il ceppo,
quando sarà marcito lo scaverò dal terreno
e lo taglierò per farne legna da ardere.

(da Chiedi al vento, 1971)

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Abbiamo visto la poetessa statunitense Mary Oliver compiere la scelta contraria: evitare di tagliare il noce nero davanti casa in nome dei ricordi della famiglia e dell'affetto per il vecchio albero. Il poeta norvegese Olav H. Hauge invece quell'albero avito - un melo - lo taglia e per metà della poesia sembra convincersi di aver fatto la scelta giusta valutando i "pro". Ma, ahimè, ci sono anche i "contro" e sono proprio questi a lasciare infine un amaro e doloroso rimpianto.

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GINETTE CALLAWAY, "ALBERO DI MELE"

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Gli alberi sono le colonne del mondo, quando gli ultimi alberi saranno stati tagliati, il cielo cadrà sopra di noi
PROVERBIO DEI NATIVI AMERICANI

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Olav Håkonson Hauge (Ulvik, 18 agosto 1908 – 23 maggio 1994), traduttore e poeta norvegese. Giardiniere, uomo di grande cultura, tradusse in lingua nynorsk Blake, Brecht, Celan, Hölderlin e Sylvia Plath. La sua è poesia modernista, che invade il territorio della poesia concreta.


lunedì 16 settembre 2024

Nella coppa delle betulle


PETER SANDELIN

NUVOLE CHE VIAGGIANO FURTIVE

Nuvole che viaggiano furtive
nella coppa delle betulle?
No, un uomo che va per il sentiero
e le contempla.

(da Eri tu?, 1973)

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La scrittura del poeta finlandese di lingua svedese Peter Sandelin è dominata nel decennio dei Settanta dalla riflessione interiore e dalla natura, temi spesso trattati in poesie brevissime che assumono talora i toni degli haiku o dei tanka giapponesi.  Il principio guida è un'unione delle impressioni sensoriali con la scarsità formale che cattura il presente sottolineandone contemporaneamente l’essenza effimera. Qui punta l'attenzione del lettore sull'uomo e sulla sua opera di contemplazione, che è poi l'attività del poeta.

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OLEG RIABCHUK, "BETULLE ARGENTATE"

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   LA FRASE DEL GIORNO  

L’inadeguatezza della poesia / è il terreno su cui cammino.
PETER SANDELIN, La città del subconscio




Peter Johan Sandelin (Jakobstad, Finlandia, 30 maggio 1930 - Helsinki, 16 febbraio 2019),  poeta e artista visivo finlandese-svedese. Debuttò come poeta nel 1951 con Ur svalans loggbok inserendosi nella tradizione modernista prendendo a modello Gunnar Björling e Rabbe Enckell.


domenica 15 settembre 2024

Eccitate dal crepuscolo


CORRADO GOVONI

DOMENICA

Brevemente eccitate dal crepuscolo
abbandonan le coppie l'erba amica
stupite e un po' confuse
di quello che la luna e i treni fanno
tutta la notte alla stanca città.

(da Pellegrino d'amore, 1941)

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Un bozzetto decisamente crepuscolare di Corrado Govoni. "Ho sempre amato le cose tristi" scriveva nel 1904 a Gian Piero Lucini. E quella sera di domenica, con le coppie che rincasano nell'ultima luce del giorno con la nuova settimana che incombe con tutte le sue mansioni è certamente malinconica.

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DIPINTO DI LEONID AFREMOV

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   LA FRASE DEL GIORNO   

La domenica è festiva ma non festosa.
MARCELLO MARCHESI, Il malloppo

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Corrado Govoni (Tàmara, 29 ottobre 1884 – Lido dei Pini, 20 ottobre 1965), poeta e scrittore italiano. Dopo una prima esperienza crepuscolare aderì al futurismo, staccandosene in seguito per proseguire su una strada più personale, capace di coniugare toni crepuscolari, liberty e simbolisti.


sabato 14 settembre 2024

Sappi aspettare


ANTONIO MACHADO

CONSIGLI

Sappi aspettare, attendi che la marea fluisca
– così come a riva una barca – senza che il partire ti inquieti.
Quelli che attendono sanno che è loro la vittoria;
perché la vita è lunga e l’arte è un giocattolo.

E se la vita è breve
e il mare non giunge al tuo battello,
attendi senza partire e sempre aspetta,
che l’arte è lunga e, inoltre, non importa.

(da Campi di Castiglia, 1912)

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L’intimità simbolista delle prime poesie virò nell’opera di Antonio Machado verso la meditazione sull'impegno umano e la malinconica contemplazione dell'esistenza. I consigli del poeta spagnolo vertono su due poli - la vita e l’arte – e sulle connessioni tra di essi in modo da poter vivere un’esistenza autentica.

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PETER SEMINCK, "TRAMONTO"

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   LA FRASE DEL GIORNO  

Io vedo la poesia come un'incudine di costante attività spirituale, non come un laboratorio di formule dogmatiche rivestite di immagini più o meno brillanti.
ANTONIO MACHADO, Epistolario

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Antonio Cipriano José María y Francisco de Santa Ana Machado Ruiz (Siviglia, 26 luglio 1875 – Collioure, 22 febbraio 1939), poeta e scrittore spagnolo. Dall’iniziale modernismo caratterizzato da una propensione all'introspezione intimista, passò a lasciare maggiore spazio a temi legati alla terra e alla tradizione spagnola, con una sottile vena malinconica.


venerdì 13 settembre 2024

Settembre è lei


JYRI SCHRECK

A UNA RAGAZZA SULLA SPIAGGIA

Onda verde,
e una nuvola contro la sera,
Nausicaa. Settembre
è lei, luna crescente e
piena, così brillante..

(da Tarda primavera, inizio autunno: poesie scelte 1959-1982, 1982)

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La dolce bellezza di settembre è capace di fare innamorare: la natura di fine estate, dice il poeta finlandese Jyri Schreck, è come una ragazza sulla spiaggia, una Nausicaa che ci accoglie e ci ospita, che ci rifocilla dal naufragio. Basta a commuoverci lo splendore della luna, così bianca nel cielo terso che conduce verso l'autunno.

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FOTOGRAFIA © JEAN BEAUFORT/PUBLIC DOMAIN PICTURES



   LA FRASE DEL GIORNO  

Non accendere la lampada, / lascia che il mazzo di margherite si illumini / nella penombra estiva della stanza.
JIRY SCHRECK

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Jyri Matti Schreck (Tampere, 16 dicembre 1927 – Helsinki, 19 gennaio 1982), poeta, editore, drammaturgo e regista finlandese. Esordì nel 1959 con la raccolta Neve, cui seguirono Giorni, piogge (1962), L'aria dell'aquilone è verde (1966), Il tempo della farfalla nera (1970), Giorni in movimento (1973), La città e l'acero selvatico (1975).


giovedì 12 settembre 2024

I fogli dei giorni


ISABEL FRAIRE

HO STRAPPATO UNO AD UNO

Ho strappato uno ad uno
i fogli dei giorni
e in tutti ho letto
il tuo nome

Il tuo nome è scritto
con l'intero alfabeto
e non finisce mai

Il tuo nome è la conchiglia che colleziona
tutti i nomi e li disperde

tutte le parole lo sono
la scia del tuo nome
cometa dalla testa luminosa
e dal centro oscuro

(da El corno emplumado, Vol. 5, 1966)

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Isabel Fraire, poetessa messicana, gioca con le parole, disponendole come se fossero le tessere di un puzzle o di un domino o ancora come in un caleidoscopio: riesce così a delineare l'oggetto della poesia, a descriverlo attraverso quel gioco magico e casuale.

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VLADIMIR KUSH, "DIARIO DELLE SCOPERTE"

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   LA FRASE DEL GIORNO  

Le parole / cadono come carte doppie / io e te / giriamo attorno ad un totem / ricoperto di specchi.
ISABEL FRAIRE

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Isabel Fraire (Monterrey, 8 dicembre 1934 – Città del Messico, 5 aprile 2015), poetessa, traduttrice e critica letteraria messicana. Laureatasi alla Facoltà di Filosofia e Lettere dell’UNAM, vi insegnò in seguito Letteratura. Le sue opere indagano con tono angosciante e lacerato la condizione femminile.


mercoledì 11 settembre 2024

L’amore rimane in loro


EEVA KILPI

GLI INNAMORATI SI OFFRONO REGNI

Gli innamorati si offrono regni,
nuove patrie, continenti e lingue rare.
Quando si separano, i doni restano con loro,
sono irreversibili
e l’amore rimane in loro,
come la letteratura, le competenze linguistiche,
le poesie e i racconti
che hanno composto insieme
nella lingua di ognuno.
Allora l'amore allarga il mondo
e, anche quando scompare,
suscita pace e comprensione.
Nuovi cuori si stanno aprendo,
c'è ancora qualcosa da condividere
con i prossimi amori.

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L’amore finito è definitivamente andato, bruciato, cancellato? No, dice la poetessa finlandese Eeva Kilpi. C’è una sorta di “amore per l’amore”, di memoria amorosa, che rimane sottotraccia, che si trasforma in ricordo e in esperienza, che continua a camminare con noi trasportando il suo bagaglio di rancore, malinconia, tristezza, rimpianto o nostalgia.

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ILLUSTRAZIONE DI CATRIN WELZ-STEIN

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   LA FRASE DEL GIORNO  

Dentro di noi c’è una forte carica / di allegria, amore, bontà e forza / da dividere anche con gli altri.
EEVA KILPI, Canto d’amore e altre poesie

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Eeva Karin Kilpi nata Salo (Hiitola, Carelia finlandese, oggi Russia, 18 febbraio 1928), scrittrice, poetessa e attivista femminista finlandese. La sua poesia è caratterizzata da un un’ironia di fondo e tratta i temi dell’esilio, delle relazioni umane e della natura.


martedì 10 settembre 2024

Ali ai piedi


BARTOLO CATTAFI

BAEDEKER

Il faro è visibile, vicino,
il mare anche nell'alto
inverno è caldo,
sabbia candida e fine,
in questa
stagione non è caro.
E non è vero. In questa
e in ogni altra stagione
se fai parte del quadro
darai un'orribile moneta.
Scivola, vola,
non immergere un dito,
non indagare sulle squame d¹indaco.
I vecchi ingranaggi sono pronti
e precisi, prudenti.
Udrai anche cantare.
Scappa, metti
ali ai piedi
tappi di cera agli orecchi.

(da L'osso, l'anima, Mondadori, 1964)

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Il poeta siciliano Bartolo Cattafi declina a suo modo il mito di Odisseo: quello presentato - lo stesso Cattafi, infine - è un eroe in fuga dalla "gran sabbia che si stende ovunque / dove non è possibile permangano / nomi, memorie", è un personaggio destinato ad essere fuori dal quadro, a evadere da quella località turistica di mare con il disincanto dell'uomo disilluso e la necessità di non udire le Sirene delle radici che lo chiamano con la loro canzone nostalgica.

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TANYA STEFANOVICH, "SERIE DEI FARI, LIVERPOOL"

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Si parte sempre da Greenwich / dallo zero segnato in ogni carta.
BARTOLO CATTAFI, Partenza da Greenwich

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Bartolo Cattafi (Barcellona Pozzo di Gotto, 6 luglio 1922 – Milano, 13 marzo 1979),  poeta italiano. La sua poesia spazia sui dilemmi esistenziali con sensibilità di diarista, spesso con uno sguardo metafisico dove sono protagonisti il vuoto e la solitudine. Nei suoi versi il tema del viaggio è una costante metafora del vivere.


lunedì 9 settembre 2024

Antonio Hernández


Il poeta spagnolo Antonio Hernández è morto l’altro ieri all’età di 81 anni alla clinica La Salud di Cadice, dove era ricoverato da tempo. Autore prolifico, ha coltivato la poesia e la prosa con la stessa maestria, con uno stile personale e brillante. Distintosi anche come romanziere, è considerato uno degli scrittori che più coltivò nelle sue lettere il ricordo della sua infanzia, le sue radici andaluse e l'emozione latente in ogni verso.

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FOTOGRAFIA © DIARIO DE CÁDIZ
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IL PASSATO È LA TESTIMONIANZA

Il passato è la testimonianza
del nostro stupore,
il vuoto d'amore che l’esperienza
ci lascia nel petto.

(Solo l’infanzia non ha memoria
perché nulla le brillava davanti.)

Il mio passato è l'equilibrio della luminosità:
un profumo, un amore, una luna
imprudente,
il vecchio enigma in cui sorgerò.

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MACHADIANE, III

(Da Gil de Biedma)

Dai pomeriggi d'agosto
di quell'anno
oggi i tuoi occhi ritornano
ma non tornerai.

Tornerò in piazza
di Spagna, guarderò
tutte le ragazze
e ti vedrò

anche se è inutile,
esisti solo in ragione
di ciò che chiamiamo
cuore, cuore

La tua nuova minigonna,
la tua tenerezza ormai io sono,
sebbene sia la tristezza
ad andare da ieri ad oggi.

Oggi ricordo il tuo viso
al Rastro, a Colón,
il colore sconfitto
del nostro addio,

non per l’oblio,
per i contrasti quotidiani:
cosa dei tuoi cari
genitori reazionari.

Oggi so che esisti lontano,
ma ti sento palpitare
- dove sarai? -, mistero
di vivere senza vivere.

(da Rivolte 1965-1985, 2010)

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   LA FRASE DEL GIORNO  

Sono un poeta che cerca soprattutto la luminosità. Che la luminosità non sia solo luminosità ma anche trasparenza, una trasparenza capace di penetrare il mistero. L'importante è trovare la dose adeguata affinché si arrivi al segreto del dire, all'essenza di ciò che è fuori o dentro di noi risvegliando ciò che si chiama poesia, la grande assente.
ANTONIO HERNÁNDEZ




Antonio Hernández Ramirez (Arcos de la Frontera, 26 gennaio 1943 – Cadice, 7 settembre 2024), poeta spagnolo. A una concezione realista della poesia unisce una profonda problematica interiore e una viva preoccupazione formale. I contenuti amorosi prevalgono nelle prime raccolte mentre nella successiva produzione emergono il legame con l’Andalusia, tendenze elegiache e accenti riflessivi.


domenica 8 settembre 2024

Domenica, fiore di luce


ÁNGEL GONZÁLEZ

DOMENICA

Domenica, fiore di luce, giorno quasi
incredibile. Scendi sulla terra
come un angelo inutile e dorato.
Baci
le ragazze
dai capelli spettinati,
vesti di blu marino
gli uomini che ti amano e lasci
nelle mani di un bambino
un cerchio di legno
o una semplice speranza. Distribuisci
rondini, palloncini primaverili,
sali sulle torri
e giri le banderuole
arrugginite. Il tuo vento gonfia le gonne
colorate, agita bandiere,
porta via canzoni
e sorrisi, riempie
le stanze di polvere d'argento.

Gli alberi aspettano
il tuo arrivo
per coprirsi di passeri. È più fresca
l'acqua delle fontane.
Le campane disperdono
piccioni inattesi
che volano
in modo diverso.
Non c'è nessuno che non sappia
che è domenica,
Domenica.
                     La tua presenza
schiumosa lava,
eleva,
fa fluttuare le cose e gli esseri
in un cielo limpido che lunedì
non lo era davvero:
carta appena sbiadita, vetro dimenticato,
polvere noiosa sui marciapiedi.

(da Senza speranza, con convinzione, 1961)

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Il poeta spagnolo Ángel González eleva un'ode alla domenica: è - o almeno era nello scorso secolo, fino alle aperture festive dei supermercati - un giorno di libertà, che permette di uscire dai soliti schemi e rappresenta un'oasi nella monotonia della vita quotidiana, un rifugio scavato nel tempo ma destinato a svanire con l'arrivo di una nuova settimana.

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HUGO GRENVILLE, “INTERNO DELLO STUDIO”

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   LA FRASE DEL GIORNO   

La domenica è una breve vacanza.
PROVERBIO GRECO.

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Ángel González Muñiz (Oviedo, 6 settembre 1925 – Madrid, 12  gennaio 2008), poeta spagnolo della Generazione del ‘50. Premio Principe delle Asturie nel 1985 e Premio Regina Sofia nel 1996. La sua opera mescola intimismo e poesia sociale con un tocco ironico. Il passare del tempo, l’amore e la civilizzazione sono i suoi temi ricorrenti, giocati su toni di un’ottimistica malinconia.


sabato 7 settembre 2024

La poesia infinita


ÁNGELES CARBAJAL

INSONNIA

Notte oltre la notte,
quando le parole
non scrivono la poesia,
e la poesia senza parole
è la poesia infinita.

(da L’ombra di altri giorni, 2002)

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La poesia senza parole è solamente la sua atmosfera: in quel silenzio - dice la poetessa spagnola Ángeles Carbajal - essa riesce a manifestarsi sotto altra forma, che sia la bellezza della notte o semplicemente il manifestarsi di uno stato d'animo.

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VINCENT VAN GOGH, "NOTTE STELLATA SUL RODANO"


   LA FRASE DEL GIORNO   

Forse hai ragione / ed è una stupida abitudine / cercare di convincere le parole / a scrivere insieme una poesia / che parli di te, di me... / se tutto quello che siamo lo sanno già / questi giorni azzurri / e a nessun altro importa.
ÁNGELES CARBAJAL

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Ángeles Carbajal (Argüelles, 1959), poetessa spagnola. Laureata in Storia dell'Arte, collabora con le riviste letterarie Anáfora e Clarín. La sua poesia combina emozione e pensiero con un'espressione semplice e precisa, invitando a guardare il mondo con una nuova prospettiva e a scoprire la bellezza e il mistero nascosti nella vita di tutti i giorni.


venerdì 6 settembre 2024

Al limitare del bosco


GIORGIO CAPRONI

SU UN VECCHIO APPUNTO

       “Ora, sazio della città ― delle sue tentazioni e
          dei suoi crimini ― mi sono ritirato al limitare
          del bosco. Ad appagarmi la vista, poco mi basta:
          lo scintillio del fiume nel sole del mattino, giù a
          fondo valle. Un albero…”

Un albero…
Com’è leggero
un albero, tutto ali
di foglie ― tutto voli
verdi di luci azzurre nel celeste
dell’aria…

E com’è forte,
un albero, com’è saldo
e fermo, “abbarbicato
al suo macigno”…

Viene
l’autunno, e come
la Fenice s’accende
nel rosso del suo rogo.

Viene
primavera, e splende
d’altro suo verde…

Ma noi,
noi, al paragone,
che cosa e chi siamo, noi,
senza radici e senza
speranza ― senza
alito di rigenerazione?

1977

(da Il franco cacciatore,  Garzanti, 1982)

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"Abbarbicato al suo macigno": la citazione ungarettiana dal Sentimento del tempo è incastonata in questa poesia di Giorgio Caproni, ispirata da un vecchio appunto ritrovato. Ed è un elogio del mondo naturale, sempre in movimento sul ritmo delle stagioni, in contrasto con quello degli uomini, incapaci di autorigenerarsi.

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FOTOGRAFIA © SUSNPICS/PIXABAY

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Io sono dei vostri, alberi, sono dei vostri / animali eleganti, io sono dei vostri. Credetelo. / Sono dei vostri. Ci separa soltanto un fiato infantile, / ma lo so, lo so, sono io tutto quel / manto, sono io il tronco e lo storno e il / falco. Ci separa un niente, colore, capello, / piccolo piccolo nome: l'impianto del / respiro è solo apparente diverso.
MARIANGELA GUALTIERI, Fuoco centrale e altre poesie per il teatro

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Giorgio Caproni (Livorno, 7 gennaio 1912 – Roma, 22 gennaio 1990), poeta, critico letterario e traduttore italiano. Partito come preermetico attirato da uno scabro espressionismo, approdò a un ermetismo rivestito di un impressionismo idillico. Nella sua poesia canta soprattutto temi ricorrenti (Genova, la madre e Livorno, il viaggio, il linguaggio), unendo raffinata perizia metrico-stilistica a immediatezza e chiarezza di sentimento.