venerdì 3 maggio 2024

Centenario di Yehuda Amichai


Yehuda Amichai, che in realtà si chiamava Ludwig Pfeuffer nasceva a Würzburg il 3 maggio del 1924. Convinto fautore della pace e della riconciliazione in Palestina, è considerato il più grande poeta israeliano e fu tra i primi a scrivere versi in ebraico colloquiale. Questa “rivoluzione”, che si riflette anche nella tematica - i problemi e le situazioni della vita quotidiana, l’amore e la guerra, il sesso, l’amore per Gerusalemme, Dio – gli valse il Premio Israele nel 1982. Robert Alter, il suo traduttore inglese, nota come “Lo sfruttamento da parte di Amichai delle risorse stilistiche indigene è spesso collegato alla sua sensibilità per i suoni espressivi delle parole ebraiche che usa e ai suoi giochi di parole fantasiosi, che a volte sono giocosi, a volte estremamente seri, e spesso entrambi contemporaneamente”.

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GERUSALEMME

Sul terrazzo,
nella città vecchia,
pende il bucato
all’ultima luce del giorno.
Il velo bianco di una mia nemica
il fazzoletto di un mio nemico
che lui ha usato per asciugarsi il sudore della fronte.
E nel cielo della città vecchia
sta un aquilone
ma all’estremità del filo c’è un bambino
che non vedo per colpa del muro.
Abbiamo fatto sventolare molte bandiere.
Hanno fatto sventolare molte bandiere
perché pensassimo che fossero felici
perché pensassero che fossimo felici.

(da Shirim 1948-1962, 1962)

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MIA MADRE CUOCEVA NEL FORNO IL MONDO INTERO

Mia madre cuoceva nel forno il mondo intero per me
in dolci torte.
La mia amata riempiva la mia finestra
con uva passa di stelle.
E le nostalgie sono racchiuse in me come bolle d'aria
nel pane.
Esternamente sono liscio, silenzioso e bruno.
Il mondo mi ama.
Ma i miei capelli sono tristi come i giunchi nello stagno
che va prosciugandosi.
Tutti i rari uccelli dalle belle piume
fuggono via da me.

(da Ora e in altri giorni, 1955, in Ogni uomo nasce poeta, Di Renzo, 2000)

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Altre poesie di Yehuda Amichai sul Canto delle Sirene:

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Scrivo per il mio piacere, per divertimento. È stato così fin dall'inizio. Non sono mai stato coinvolto in nessun circolo o gruppo. In un certo senso, la mia politica è nella mia poesia; è la mia poesia.
YEHUDA AMICHAI

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YeYehuda_Amichaihuda Amichai, all'anagrafe Ludwig Pfeuffer (Würzburg, 3 maggio 1924 – Gerusalemme, 22 settembre 2000), è considerato da molti il più grande poeta israeliano moderno, ed è stato uno dei primi a scrivere poesia in ebraico colloquiale.


giovedì 2 maggio 2024

Guarda la nuvola


CLARA JANÉS

IL LIBRO DEGLI UCCELLI, 13

Guarda la nuvola
fa e disfa la sua figura,
come si allunga, si restringe,
si dipana;
com'è fuggitiva alla mano
qui e li,
dopo, prima, adesso,
senza raggi, senza diametro,
senza centro,
essendo ciò che non è in ciò che è
accoglie con favore qualsiasi forma.

(da Il libro degli uccelli, 1999)

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"Il miglior destino che ci sia è quello di supervisore delle nuvole, sdraiato su un'amaca e guardando il cielo" recita un aforisma di Ramón Gómez de la Serna. Guardare le nuvole è affascinante - ci dimentichiamo che sono "idrometeore costituite da minute particelle di vapore d'acqua condensato o cristalli di ghiaccio, sospesi nell'atmosfera grazie a correnti ascensionali o in stato di galleggiamento e solitamente non a contatto con il suolo". Semplicemente, come Clara Janés, torniamo bambini, diventiamo poeti.

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FOTOGRAFIA © DANIELE RIVA

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Le nuvole si incrociano, / sanno che dall'altra parte / è lo stesso di questo lato.
CLARA JANÉS, Il libro degli uccelli

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Clara Janés Nadal (Barcellona, 6 novembre 1940), scrittrice, poetessa e traduttrice spagnola. Inserita nel gruppo dei “Novisimos”, ha un suo stile particolare che media  tra la cultura occidentale e quella orientale.


mercoledì 1 maggio 2024

Poesie per maggio X


È la tiepida luminosità di maggio che scivola dolce sulle acque del Tevere a ispirare il poeta lucano Leonardo Sinisgalli. Quella stessa luce nell’acqua che il poeta catalano Josep Maria López-Picó ravvisa nel riflesso del volo di un uccello, effimera immagine così simile a un ricordo.


FOTOGRAFIA © SPALLA67/PIXABAY

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LEONARDO SINISGALLI

IL TEVERE

Il Tevere scivola più lento del miele,
maggio va adagio. La luce d’oro
trabocca dalle cime.
Biondo e morbido l’olio della luce
si riversa quaggiù.

(da La vigna vecchia, Mondadori, 1956)

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JOSEP MARIA LÓPEZ-PICÓ

MAGGIO

Ombra di volo nell'acqua
lasci la chiara gioia
scivolando ancora più veloce ,
la traccia del ricordo
dell'attimo che fu immagine.

(da Poesie del porto, 1911)

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  LA FRASE DEL GIORNO  

E mille piccoli musici / ormai esultano sugli abeti lontani: / è arrivato maggio! è maggio! è maggio!
HELJO MÄND, Il sentiero conduce alla strada

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Leonardo Sinisgalli (Montemurro, 9 marzo 1908 – Roma, 31 gennaio 1981), poeta,  saggista e critico d'arte italiano. Noto come Il poeta ingegnere per il fatto che lavorò per Olivetti e Pirelli e per aver fatto convivere nelle sue opere cultura umanistica e cultura scientifica. Fondò e diresse la rivista “Civiltà delle macchine”.


Josep Maria López-Picó (Barcellona, 14 ottobre 1886 – 18 maggio 1959), poeta catalano. Orientato dapprima verso una lirica di forte impronta francese, si sottrasse gradatamente a ogni influenza straniera aderendo alla corrente letteraria nota come Novecentismo, movimento estetico in opposizione al Modernismo.



martedì 30 aprile 2024

La corona del re


JOSÉ EMILIO PACHECO

UNA MANCIATA DI POLVERE

Volevamo tutti la corona del re
Nessuno riusciva a trovarla in mezzo al frastuono della guerra.

Ci siamo impegnati in quella ricerca.
Eravamo tanto assetati di sangue da disgustare le bestie.

Secoli dopo, quando trovai la corona,
Vidi che era solo una manciata di polvere.

(da El Cultural, 13 novembre 2009)

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Il potere – ambito, ricercato con mezzi leciti e talvolta illeciti – è effimero, dice il poeta messicano José Emilio Pacheco in questo breve apologo pubblicato pochi giorni prima che ricevesse il Premio Cervantes. Come tutte le cose umane si ridurrà in polvere.

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IMMAGINE GENERATA CON INTELLIGENZA ARTIFICIALE

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Gli uomini, così come sono, sono naturalmente inclini a perseguire il denaro o il potere, e il potere perché vale quanto il denaro.
RALPH WALDO EMERSON

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José Emilio Pacheco Berny (Città del Messico, 30 giugno 1939 - 26 gennaio 2014), scrittore, poeta, saggista e traduttore messicano. Fu parte integrante della Generazione dei ‘50. La sua poesia concentra l’attenzione sulla storia, sulla ciclicità del tempo, sull’universo dell’infanzia e sulla vita nel mondo moderno.


lunedì 29 aprile 2024

Il tuo segno


IDEA VILARIÑO

LA METAFORA

Bruciami ho detto
e ho ordinato bruciami
e lo porterò
- ed è per sempre -
quel segno
il tuo segno
quella metafora

Madrid, 1989

(da Canzoni, 1993)

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Le poesie d’amore di Idea Vilariño sono lampi, emozioni veloci vergate sul primo pezzo di carta trovato sottomano così da non perdere l’immediatezza del sentimento, la sua urgenza. Ed è la qualità a contare più che la quantità, l’intensità dell’amore più che la sua durata: “Forse abbiamo avuto solo sette notti / non lo so / non le ho contate / come avrei potuto. / Forse non più di sei / o erano nove. / Non lo so / ma valevano / come l'amore più lungo”.

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MICHAEL CARSON, "LENTAMENTE"

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Senza di lui / qui / senza di lui. / Il suo fuoco sussurra.
IDEA VILARIÑO, Canzoni

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Idea Vilariño Romani (Montevideo, 18 agosto 1920 – 28 aprile 2009), poetessa, saggista e critica letteraria uruguaiana. Appartenne al gruppo della Generazione del ‘45 con Juan Carlos Onetti e Mario Benedetti. Le sue poesie sono spesso caratterizzate da una introspezione intima. Pur accettando i premi conferiti, rifiutò di rilasciare interviste, di fare promozione ai propri libri e di commentare la sua poetica.


domenica 28 aprile 2024

L’uomo come uomo


RYSZARD KAPUŚCIŃSKI

ANNOTANDO UN’IDEA

Eh sì, c'è voluto molto tempo
prima che imparassi a pensare
all'uomo come uomo,
che scoprissi questo modo di pensare ,
e intraprendessi questa strada
in questa direzione salvifica
e quando parlavo dell'uomo
o pensavo a lui
smettevo di fare domande
del tipo Se è bianco o nero ,
anarchico o monarchico,
seguace della moda o del vecchio stile ,
se è dei nostri o degli altri,
e ho cominciato a chiedermi
cosa c'è di umano in lui
e se c'è qualcos’altro,
e mi sono anche chiesto se essere uomo
è qualcosa di ovvio che accade perché sì
o se devi provarci continuamente ,
insistere con costanza
risvegliare in te stesso il desiderio di essere un uomo
e da allora ho cominciato a cercarlo
nella sua specificità,
nella sua unicità,
volevo avvicinarmi,
soprattutto avvicinarmi ad esso in me,
nel mio intimo,
avrei voluto che esistesse in me senza etichette,
segni, bandiere,
senza tomahawk,
senza un pennacchio di piume
che abbandonasse la sua tromba di latta.

(da Ho scritto sulla pietra, 2007)

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Per praticare il giornalismo, prima di tutto, devi essere una brava persona. Le persone cattive non possono essere buoni giornalisti. Solo chi è buono cerca di comprendere gli altri, le loro intenzioni, la loro fede, i loro interessi, le loro difficoltà, le loro tragedie”: questo era il punto di vista di Ryszard Kapuściński, giornalista, reporter e poeta polacco. Accostarsi all’altro in quanto essere umano, mettersi nei suoi panni, ricercare in se stessi quel tratto comune.


FOTOGRAFIA © NEWSMUSEUM

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Ho paura di un mondo senza valori, senza sensibilità, senza pensiero. Un mondo dove tutto è possibile.
RYSZARD KAPUŚCIŃSKI

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Ryszard Kapuściński (Pinsk, Bielorussia, 4 marzo 1932 – Varsavia, 23 gennaio 2007),  giornalista, scrittore e saggista polacco. Corrispondente dall'estero (1962-81) dell'Agenzia di stampa polacca, ha saputo unire alla lucidità di osservazione del giornalista la profondità di riflessione e di analisi psicologica, il gusto per la metafora, l'affabulazione del grande narratore.


sabato 27 aprile 2024

Bella in jeans


JACOBO RAUSKIN

LEI È COSÌ BELLA

1

Qualsiasi vento che dura
è perduto finché dura.
Come una brezza piumata,
l'amore soffia, se ritorna.

2

Proprio perché è esile,
credo in questa mia speranza.

Solo perché è esile
e perché mi ama qui,

senza dirmi nulla, vivendo
con me le sue ore di oggi

e un sentimento che è ancora musica
ed è amore che ritorna.

3

Bella, in jeans, con i gelsomini
in entrambe le mani vicinissime
per lasciarli lì,
sul tavolo o sul letto.
Mangiare un po', dormire,
interrompere il sonno,
scambiarci i corpi.
A volte, quando ci svegliamo,
c'è la musica e c'è la pigrizia.
Così
piace al vento nella casa aperta.

4

Io e lei parliamo della pioggia
come parliamo di un amico.
E poi non diciamo una sola parola,
ma lei ha occhi che chiedono chissà cosa
e si mette una mano sulla testa e trova la pioggia,
si tocca le guance
e trova la pioggia in gocce ancora più minute.

5

Lontano dal mondo e dalle sue chimere.
Cioè, molto vicino a me.

Bellissimo con la freschezza della pioggia.
Bello come l'estate quando piove sui fiori.

Niente, niente vestiti.
La nudità si adatta perfettamente al corpo.

6

Per un po' guardo il cielo
credendo di guardare
un giardino stellato.
E la vedo accanto a me.

(da Gli anni nel vento, 2008)

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Un’amata che c’è ma non c’è. La donna assente – in questi versi del poeta paraguaiano Jacobo Rauskin – permane come una speranza, un’illusione che percorre tutta la poesia per poi manifestarsi nella morgana di un sentimento che ancora è vivo e che continua a risuonare: “Oggi canto almeno la gioia / di ricordarti per un attimo / come la pioggia di un giorno, // di una giornata intera, di tanti / e bellissimi giorni di pioggia / che sono un giorno solo, uno”.

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SERGE MARSHENNIKOV, "QUEL SORRISO"

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Cerca e cerca l’amore una parola / e la incontra al confine del silenzio.
JACOBO RAUSKIN

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Jacobo A. Rauskin (Villarrica, 13 dicembre 1941),  poeta paraguaiano. Ha iniziato a pubblicare negli anni '60, ricevendo il Premio Nazionale di Letteratura 2007. Insegnante emerito di Letteratura all'Università Cattolica di Asunción, è membro della Royal Spanish Academy.