Si è spento martedì scorso a Madrid, all'età di 87 anni, lo scrittore e poeta spagnolo Antonio Porpetta. La sua ampia opera comprende poesia, narrativa e saggistica e ha avuto inizio nel 1978 con la raccolta Su un caldo sentiero. Laureato in Scienze dell'Informazione, era diplomato in Genealogia, Araldica e Nobiltà. Come dichiarò lui stesso, era “un poeta di libri”, ovvero uno scrittore che concepisce ogni raccolta come un tutto unico che si sviluppa concentrico attorno a un tema, come un musicista che lavorasse per variazioni.
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FOTOGRAFIA © VALLE DE ELDA
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L’AMORE
Lei dorme dolcemente
con un lento galoppo di gazzelle
sdraiato sulla sua fronte. È bella
come un frutto fresco, come un'agata,
come un capitello scolpito. Ascolto
l’andatura lontana delle sue palpebre,
la navigazione immobile del suo oblio,
la sua esatta serenità di menta.
Un lieve profumo
di sorgenti nascoste
mi svela il suo corpo, quella chiara campagna
di canne e di liuti
dove le mie labbra posano la loro
razzia fluviale, all’inseguimento. Non c'è distanza
più breve dalla fiamma
o alba più pura. Si intuisce un'alchimia vorace,
un ribollire
sottopelle,
come una semina permanente
di viti e crogioli.
Eppure il tempo
maneggia oscuro i suoi scalpelli,
il suo tenace trapano:
so che il trionfo
sarà suo, che nulla può sfuggire
alla sua ostinata presenza.
E senza volerlo vedo
l'edera ricoprire l'altezza
dei suoi seni, la sua bocca desolata,
abbattuta e sottomessa la sua vita,
devastato il suo ventre luminoso,
e una fontana di ghiaccio
su quell'isola bruna che ora emerge
fertile e sfidante
nel suo mare di opali ardenti.
Ma lei dorme, calda ed estranea,
protetta dalla schiuma.
La contemplo,
serena la mia parola, fiduciosa:
perché il tempo non
rovescerà mai il suo sogno,
e continuerà la sua fronte con un lento
galoppo di gazzelle,
salvata dall’amore, redenta.
(da Il clavicembalo davanti allo specchio, 1984)
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LE SIRENE
Videro arrivare la nave:
come sempre
levarono i loro canti pianissimi,
i loro mormorii di pioggia e di boschetti
che uno zefiro nebbioso portava lentamente
alle brune tempie degli uomini,
là dove si cela il dolore
e si custodiscono remoti paesaggi
con il segreto brillare di argento vivo…
Videro passare la nave:
nessuno si commuoveva,
nessuno crollava, impazzito, sull'acqua,
nessuno voleva cercare, folle,
i loro seni luminosi, i loro sguardi di diaspro,
le loro squame di fuoco e di corallo.
(Un uomo in catene,
bello come un eroe,
squarciava con pianti e urla
quel profondo e sereno navigare…)
Videro come la nave si allontanava
ignara, indifferente,
in un tranquillo viaggio
verso isole felici e porti ricchi di merci,
salda come il destino, libera come l'oblio,
le vele spiegate al vento e al sale…
Assenti, malinconiche,
devastata da una paura livida,
smisero di cantare, invecchiarono,
rimasero nei secoli ignorate da tutti,
la loro memoria si trasformò in storia sopita.
E un povero mattino,
tra un goffo turbinio di pesci fuggiaschi,
s'immersero negli abissi,
il loro pallido splendore naufragò…
Tutti i navigatori dovrebbero perdonarle:
non volevano niente,
cantavano e cantavano soltanto…
Non hanno mai saputo che nelle loro voci
abitava la morte.
(da Adagio mediterraneo, 1997)
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LA FRASE DEL GIORNO
Ci sono tante definizioni di poesia quanti poeti hanno cercato di definirla. E questo, che può sembrare caotico, mi sembra invece un arricchimento.
ANTONIO PORPETTA, Hoy, 8 gennaio 2007
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Antonio Porpetta Román (Elda, 14 febbraio 1936 – Madrid, 25 luglio 2023), poeta, scrittore e saggista spagnolo. Autore giunto tardi alla poesia, nelle sue opere stabilisce una dimensione poetica che ha più a che fare con la voce e lo "slancio" dell'umano essere se stesso e con la struttura formale del poema che con dati realistici o contributi soggettivi.