DUO DUO
SOGNO
Andati, passati, tanti anni, andati
Tante gioie, tante tristezze
Il passato, sembra un carro segnato dai viaggi
Noi, pure stiamo per perdere di vista il nostro villaggio
Erano i primi giorni, i giorni delle promesse
I giorni in cui sulla via erano poderosi i passi
Non esitavamo, ci conoscevamo in fretta
non ci servivano trucchi, come ebbri come pazzi
al capolinea di una sbronza brutale
sì che era pieno il giorno. Già serrate le tende
pomeriggio di indugi. Il postino dalla divisa verde
si assicura una vita brillante
era il tempo dell’amore
il tempo in cui si stava insieme
di tempo un effimero lasso
tepido appena fu reso lo spirito
ma se ne andarono i baci, e bastarono i baci
mi scruti attenta e delicata
mi sfiori, mi conforti
tu, da me ti stai separando
il momento di ammettere, eccolo
ridi gelida, ridi e non lasci traccia
ridi così di fretta
l’ora dell’addio e ridi così di fretta
vaghe ormai pure le stelle, in piedi
quella tu alla fradicia fermata del tram
tenderai indietro la mano
e attenta, al volo la nasconderai in tasca
svaniti, svaniti alla fine
quei giorni, impossibile riafferrarli
come una moneta falsa, come dei begli occhi
un tintinnio, ingannevole scorre via
dieci splendide domeniche
due persone insieme a crearsi momenti segreti
come un sogno leggero e senza memoria
mattino di campagna senza più fumo dai comignoli
non è rimasto nulla
l’amore, non è rimasto nulla
ti ha fatto comodo andartene, va’!
ti porti via la primavera altrui, portala via!
Che esperienza terribile l’amore
Che colpa terribile l’amore
Sfregati gli occhi umidi
Tu, cos’altro hai da dire
Ieri, già è perduto
Questa distanza già è perduta
Come il melodioso fischiettare, da bambino
mi porta via la purezza e la solennità di una vita
l’autunno, entra in un cimitero dal dolore già calmo
l’autunno, in piedi sotto al mio epitaffio dorato:
così per i dolori, così per le gioie, così bacio la sorte
il vero dolore ancora velato, la vera bellezza
ancora nascosta—
1973
(Traduzione di F. Grasselli)
.
Sogno? Sì, sogno. Perché l’amore perduto, dolorosamente finito dopo poco più di due mesi, vive ancora dei ricordi, che si presentano sotto forma di immagini, sono brandelli sfilacciati con i quali tentare di ricostruire quello che è stato, di rivedere tutta la vita trascorsa alla luce di quelle riflessioni: la conclusione è che il candore dell’infanzia, l’innocenza sono perduti per sempre, pugnalati da quell’addio. E la nuova vita che comincia è segnata già da quell’ombra. Sono versi questi che Duo Duo, poeta cinese (Pechino, 1951) il cui vero nome è Li Shizheng, scriveva a poco più di vent’anni. Una poesia che risente molto di influssi occidentali, da Baudelaire alla Cvetaeva a Sylvia Plath: Duo Duo, discendente da una famiglia di intellettuali osteggiata dal regime cinese durante la Rivoluzione Culturale maoista, appartiene alla generazione della Poesia Mistica o Oscura, che si rifà all’ermetismo novecentesco europeo, e ha vissuto a lungo in esilio dopo la sanguinosa repressione di Piazza Tienanmen del 1989, di cui fu testimone diretto.
.
Fotografia © Life
.
--------------------------------------------------------------------------------------------------------
LA FRASE DEL GIORNO
[La poesia] Non è fuoco, non è acqua, non è legno, non è metallo, non è aria. È una nuvola.
DUO DUO, intervista a Cina Oggi, 11/10/2004
Duo Duo, pseudonimo di Li Shizheng (Pechino, 1951), poeta e saggista cinese. Testimone della strage di piazza Tienanmen, fu costretto a espatriare nel 1989. Esule a Londra, poi in Canada e nei Paesi Bassi, tornò in patria nel 2004. È esponente della Poesia Mistica o Oscura, che si rifà alla grande stagione novecentesca dell'Ermetismo.