martedì 16 marzo 2010

Diario di poeta e mare

Zenobia Camprubí Aymar è il grande amore di Juan Ramón Jiménez: si sono conosciuti a Madrid nel 1912, quando lei aveva 25 anni e lui 31. La famiglia Camprubí però è ostile: il padre ritiene la figlia troppo giovane per sposarsi, la madre la sogna invece moglie di un ricco americano, così come i fratelli bene accasati negli Stati Uniti. Nell’autunno del 1915 Zenobia e la madre partono alla volta dell’America per conoscere un nipotino nato laggiù. Nel gennaio del 1916, Jiménez, che teme di perdere l’amata, parte anch’egli in piroscafo. Raggiunge Zenobia a New York e la sposa nella chiesa cattolica di Saint Stephen il 2 marzo. Resteranno insieme tutta la vita, fino al giorno in cui al poeta è assegnato il Premio Nobel per la Letteratura, nell’ottobre del 1956: Zenobia muore stringendo in mano il cablogramma con la notizia. Juan Ramón le sopravvivrà solo venti mesi.

Di tutta quella rincorsa affannosa verso l’amore, il viaggio in treno da Madrid a Moguer, suo paese natale, e da lì al porto di Cadice, i lunghi giorni in piroscafo, il matrimonio e il soggiorno negli Stati Uniti prima del ritorno in Spagna, è testimonianza “Diario de un poeta reciencasado”, ribattezzato nel 1955 “Diario de poeta y mar”: una “breve guida d’amore in terra mare e cielo” come la definisce lo stesso Jiménez nella dedica, “le isole che il grembo primo e uno del mondo dell’istante faceva salire alla mia anima, anima di viaggiatore, unita al centro dell’unico da un filo elastico di grazia”. Il diario di un poeta, dunque, che non è prosastica analisi degli eventi, ma combinazione dei dati forniti dall’esistenza e mediati dalla sensibilità e dall’emozione, dal sogno e dall’immaginazione. Ecco un breve florilegio da “Diario di poeta e mare”.



Alice Dalton Brown, “Long golden day”


DUE SORELLE!

A Cadice, in treno,
28 gennaio

Arance e cielo azzurro!
Due Sorelle!

...Non verso il mare, va verso la verde
estate d'oro e bianco, il treno.

Una bimba bandisce: «Violeeettee!»
Un bambino: «Acqua fresca!»

Io, in un rabbrividire senza fine,
sorrido nella pena e lagrimo di gioia.

Due telegrammi: «Madre, Sposa: Moguer, Long-Island;
Flushing: Son naufragato, in terra, in pieno mare».

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SOLE NELLA CABINA

5 febbraio

Vestendomi, mentre cantano, in fresco
intreccio, i canarini della cubana e
del parrucchiere, a un sole istantaneo.

Amore, rosa accesa,
hai tardato ad aprirti!
La lotta t'ha guarito,
adesso sei invincibile.

Il sole e I’acqua in te
han lottato, in un triste
scompiglio di colori...
Oh quei giorni impossibili!
Nulla era, altro che a istanti,
quello di sempre. Libera,
I’anima era in catene.
- L’arcobaleno, a volte,
brillava brevemente
come un chiaro preludio… -

Ma il tuo bocciolo, rosa,
temeva ancora. Avesti
quasi convalescenze
di malattie infantili.
Petali gialli davi
nel tuo difficoltoso
fiorire... Fiume inutile,
pena, come corresti!

Oggi, amore, che affronti
il sole, che lo sfidi,
non c'è brillio che regga
al tuo splendore vergine.
Gioventù sola, amore!
Amore, forza prima!
Amore, mano pronta
a ogni arduo innalzare!
Amore, sguardo aperto,
volontà inesprimibile!

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COME UNA ROSA, TI SFOGLIAI

Birkendene, Caldwell,
20 febbraio

Come una rosa, ti sfogliai per
vedere la tua anima,
e non la vidi.
______________ Ma ogni cosa intorno
- orizzonti di terre e di marine -,
tutto, infinitamente,
si colmò di un’essenza
immensa e viva.


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BEVEMMO, NELL’OMBRA

Boston,
4 marzo

Bevemmo, nell'ombra,
i nostri pianti
confusi...

Io non seppi qual era
il tuo.
Sapesti tu qual era il mio?

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IL MARE


10 giugno

Gli sono sconosciuto.
Passa davanti a me
come un idiota, o un pazzo che toccasse
il cielo con la fronte
e al quale l'acqua giungesse al ginocchio,
la mano immensa che gronda
sulla murata.
____________Se gli tocco un dito
alza la mano, onda violenta,
e con un grido informe che stordisce
e ci confonde
dice cose ubriache e scoppia a ridere,
poi se ne va piangendo...
________________________Le due mani
sul bordo, a volte, inabissa la nave
fino al suo ventre enorme
e sporge la sua testa, freddo orrore,
fino al nostro minuscolo oblio.
____________________________E alza
le spalle, seppellendo
la sua risata rossa nelle spume
verdi e bianche...
_________________Da ogni parte
si mostra e ci atterrisce; a ogni momento

quasi umano per odiarmi.

…Gli sono sconosciuto.

.

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LA FRASE DEL GIORNO
Chi viaggia, quand’io viaggio, è la mia anima tra anime.
JUAN RAMÓN JIMÉNEZ, Diario di poeta e mare




JimenezJuan Ramón Jiménez (Palos de Moguer, 24 dicembre 1881 - San Juan, Portorico, 29 maggio 1958), poeta spagnolo premiato con il Nobel nel 1956, fu uno dei principali esponenti della Generazione del ’14 e del Modernismo. La sua ricerca poetica lo portò a privilegiare la poesia nuda ed essenziale, fatta solo di immagine e di parola al di là della musicalità esteriore.


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