EVGENIJ EVTUŠENKO
MALEDIZIONE - SONO UN PROFESSIONISTA
Maledizione - sono un professionista.
Posso creare una cosuccia splendida
dalle lacrime di quanto ho annichilito,
caricando con il dolore la stilografica.
Nella professione di un poeta c'è l'infamia
della confessione in rima, molto redditizia
quando alla gioiosa rassegna generale
egli i dolori altrui cede al mercato.
Beve il sangue del prossimo il poeta, per rinvigorirsi,
senza alcuna cattiva intenzione
e odio me stesso io per il potere
della parola nutrita con l'altrui sofferenza.
Ma tu, sporca gloria, sulle ossa di chi,
su quali lacrime ardenti sei cresciuta?
Sia maledetto il vampirismo del mestiere,
perfidamente basato sulle consonanze.
Non c'è indulgenza per tale professione.
Il sangue altrui soltanto sembra inchiostro...
Ma è allora che comincia il poeta,
quando arriva il disgusto per la parola.
(da Diario lirico, 1973)
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I poeti sanno essere giudici obiettivi e imparziali della loro opera, sono in grado di analizzare meglio di chiunque altro il loro fare poesia e l’inadeguatezza dei loro strumenti di fronte alla realtà: l’io lirico è in grado di esprimere pienamente il mondo reale? Riesce a cogliere il significato più profondo dell’esistenza racchiuso nell’emozione, nella sensazione? Riesce, dice il poeta russo Evgenij Evtušenko, nato a Zima, in Siberia, nel 1933. Riesce e ne fa addirittura un mestiere, una professione, arrivando a vampirizzare non solo le proprie emozioni, ma anche quelle altrui. Il poeta vampiro è quello che ha ormai raggiunto la fama, che scrive quasi automaticamente, ormai sbarazzatosi dell’ingenuità del dilettante. Non è neppure più un poeta, è un mestierante, come tanti attori che compensano la sparizione del talento con l’esperienza. Ma è una presa di coscienza a salvarlo, la consapevolezza di un disgusto che libera l’anima poetica imprigionata nel guscio del mercato: “«Esprimici! Esprimici!» / Tutte le costole spezzando / implorano le idee: / «Stiamo strette dentro. / È stato un tormento»”.
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Evtušenko con il presidente americano Nixon nel 1972 © Oliver F. Atkins
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LA FRASE DEL GIORNO
È nella domanda che sta la verità. I poeti sono domande.
LEONID MARTYNOV
Evgenij Aleksandrovič Evtušenko, nato Gangnus (Zima, 18 luglio 1932) poeta e romanziere russo. Tra i poeti più significativi della generazione successiva alla morte di Stalin, ha unito nella sua opera la rivendicazione della libertà di espressione e la denuncia del perdurare, oltre la scomparsa del dittatore, dello stalinismo.
3 commenti:
Post meraviglioso. Non è una novità.
La poesia in una domanda...
...che grande verità sui Poeti ...scritto/spiegato in modo esemplare.
ciao Vania
La risposta è nel post successivo: "Passando in rassegna le cose già accadute
la poesia cerca risposte
a domande non ancora fatte".
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