JUAN RAMÓN JIMÉNEZ
BIMBO SUL MARE
Il mare che urla, illuminato un attimo
nel suo folle disordinedal verde lampo violento,
mi turba.
Il bimbo che, qui accanto,
parla, dolce e tranquillo,
nel lume della lampada soave
che, nel silenzio pauroso
della nave, fa isola;
il bimbo che domanda e che sorride,
le fresche guance imporporate e
nei neri occhi solo affetto e pace,
mi rasserena.
Cuore piccolo e puro,
più grande del mare, più forte
nel lieve battito del mare senza fondo,
di ferro, freddo, ombra e grido!
Oh mare, mare vero:
è attraverso di te che vado – anima,
grazie! – verso l’amore!
(da Diario di poeta e mare, 1917)
.
Ho già raccontato la storia di Diario di poeta e mare, l’opera pubblicata da Juan Ramón Jiménez nel 1917: in breve, nel gennaio del 1916 il poeta andaluso parte in piroscafo dalla Spagna per inseguire Zenobia, la donna della sua vita, e convincerla a sposarlo. Ci riuscirà il 2 marzo, nella cattedrale di Saint Stephen, a New York. Ma a quei tempi lungo era il viaggio alla volta degli Stati Uniti, circa un mese, e lo testimonia la raccolta: qui Jiménez coglie un momento di sconforto, di paura, durante una tempesta. È il tranquillo candore di un bambino a rianimarlo, a infondergli coraggio. E si delinea la funzione del mare come mezzo per ottenere lo scopo: la traversata è un’altra prova dell’amore per Zenobia.
Affiche © C.ie G.le Transatlantique
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LA FRASE DEL GIORNO
Mare, cielo ribelle caduto giù dai cieli!
JUAN RAMÓN JIMÉNEZ, Diario di poeta e mare
Juan Ramón Jiménez (Palos de Moguer, 24 dicembre 1881 - San Juan, Portorico, 29 maggio 1958), poeta spagnolo premiato con il Nobel nel 1956, fu uno dei principali esponenti della Generazione del ’14 e del Modernismo. La sua ricerca poetica lo portò a privilegiare la poesia nuda ed essenziale, fatta solo di immagine e di parola al di là della musicalità esteriore.
1 commento:
...molta bella.
...appigli ...in questo caso un "solido/bel" appiglio.
ciao Vania
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