La poetessa portoghese Ana Luísa Amaral è morta venerdì sera all'età di 66 anni dopo una lunga malattia, come comunicato dall'Università di Porto. Ricercatrice e professoressa di letteratura angloamericana presso la Facoltà di Lettere, era traduttrice di Shakespeare e soprattutto di Emily Dickinson, sulla quale aveva scritto la sua tesi di dottorato.
“Scrivo perché ho bisogno di scrivere. Non so vivere senza scrivere così come non so vivere senza bere acqua o mangiare, è una necessità” aveva dichiarato al conferimento del Premio Reina Sofía del 2021. La sua scrittura, tesa a “creare altre realtà”, si univa all'impegno etico per i diritti umani, trasmettendo un messaggio di rispetto e tolleranza.
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FOTOGRAFIA © UNIVERSITÀ DI PORTO
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TESTAMENTO
Sto per partire in aereo
e la paura dell’altezza mescolata a me
mi fa prendere calmanti
e avere sogni confusi
Se muoio
voglio che mia figlia non mi dimentichi
che qualcuno canti per lei anche con voce stonata
e che le regalino fantasia
invece di un orario preciso
o un letto ben fatto
che le diano amore e il vedere
dentro le cose
sognare soli azzurri e cieli brillanti
invece di insegnarle conti e somme
e a pelare patate
Preparate mia figlia
per la vita
se muoio in aereo
e rimango staccata dal mio corpo
e sarò un atomo libero lì in cielo
Che si ricordi di me
mia figlia
e più tardi che dica a sua figlia
che io sono volata lì in cielo
e che sono stata contentissima
di vedere in casa sua i conti tutti sbagliati
e le patate nel sacco dimenticate
e integre
(da Minha Senhora de quê, 1990 - Traduzione di Livia Apa)
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L’ECCESSO PIÙ PERFETTO
Vorrei una poesia dal respiro teso
e senza pudore.
Con l’eleganza rotonda delle donne barocche
e tutto il contrario di un esile arbusto.
Una poesia che Rubens invidierebbe, nel vederla,
là dal profondo di tre secoli,
il suo corpo magnifico sdraiato su un divano,
e le braccia nude adagiate,
solo con braccialetti tanto (ma tanto) preziosi,
e un angioletto in cima,
nella sua piccola nicchia fatta nube,
a proteggerlo, dolce.
Una poesia così vorrei.
Molto più tutto che le greche dignità
dell’equilibrio.
Una poesia fatta d’eccessi e dorature,
eppure splendida nella sua potenza oscura
e mistica.
Ah, come vorrei una poesia differente
dalla purezza del granito, e dalla purezza del bianco,
e dalla trasparenza delle cose trasparenti.
Una poesia che esulti nell’angustia,
un grande rododendro color del sangue.
Un intero bosco di rododendri dove il vento,
passando, sostasse incantato
e premuroso. E lì restasse, catturato dal canto
dei suoi braccialetti tanto (ma tanto)
preziosi.
Nuda, dalle forme rotonde, una poesia così vorrei.
Una controriforma del silenzio.
Musica, musica, musica a colmarle il corpo
e i capelli intrecciati con fiori e serpenti,
e una fonte di stupore polifonico
a scivolarle tra le dita.
Adagiata sul divano foderato di velluto,
la sua nudità rotonda e piena
farebbe impallidire grifoni e sirene.
E i poveri templi, dalle linee tanto contenute e pure,
tremare di paura alla sola folgorazione
del suo sguardo. Dorato.
Musica, musica, musica e l’esplosione del colore.
Scrutando là dal fondo di tre secoli,
un muto Murillo, al veder che erano semplici i suoi angeli
insieme agli angeli nudi di questa poesia,
cantando in coro con altri
astri biondi
salmodie d’amore e di perfetto eccesso.
Gôngora impallidisce, come i grifoni,
ora che lo contempla.
Questa controriforma del silenzio.
E la sua mano tesa verso il cielo, carica
di nulla
(da Talvolta il paradiso, 1998 – Traduzione di Chiara De Luca)
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Altre poesie di Ana Luisa Amaral sul Canto delle Sirene:
LA FRASE DEL GIORNO
Amo ciò che non capisco e la poesia mi aiuta a penetrare il mistero dell'essere.
ANA LUÍSA AMARAL
Ana Luísa Amaral (Lisbona, 5 aprile 1956 – Porto, 5 agosto 2022), poetessa e traduttrice portoghese. Esperta di Emily Dickinson, ha pubblicato anche un Dizionario di Critica Femminista. Nel 2021 le è stato conferito il Premio Reina Sofía.