Nizar Qabbani, che nasceva a Damasco il 21 marzo 1923, è forse il poeta più amato nel mondo arabo: non solo per l'energia del suo dire
e lo splendore della sua retorica, come assicura chi lo legge in lingua, ma anche per quel suo "essere contro" ogni forma di dittatura che nasce da una poesia d'amore e denuncia la concezione del ruolo femminile nel mondo arabo, l'ingerenza coloniale e culturale del mondo occidentale, la mancanza di libertà degli stessi regimi locali, nonostante l'amore infinito per la vasta regione arabica: “Ogni città araba è mia madre, Damasco, Beirut, Il Cairo, Bagdad, Khartoum, Casablanca, Bengasi, Tunisi, Amman, Riyadh, Kuwait, Algeri, Abu Dhabi e le loro sorelle: queste sono il mio albero genealogico. Tutte queste città mi hanno fatto uscire dal loro grembo, mi hanno dato da succhiare il loro seno, e mi hanno riempito le tasche di uva, fichi e prugne. Hanno aperto i cieli per me come un quaderno azzurro perché potessi scrivere. Per questo non entro in una città araba senza che mi chiami «figlio mio», non busso al cancello di una città araba senza trovare il mio letto d'infanzia ad aspettarmi. Nessuna città araba sanguina senza che io sanguini con essa”.
.
.
.
POESIA MARINA
Nel porto azzurro dei tuoi occhi
ci sono piogge di luci melodiose,
soli frastornati e vele
che dipingono la rotta per l'infinito.
Nel porto azzurro dei tuoi occhi
c'è una finestra aperta sul mare
e gli uccelli volano in lontananza
alla ricerca di isole che non sono ancora nate.
Nel porto azzurro dei tuoi occhi
la neve cade a luglio
e le barche, cariche di turchese,
inondano il mare senza affondare.
Nel porto azzurro dei tuoi occhi
corro come un bambino sugli scogli
respirando il profumo del mare
e torno come un uccello esausto.
Nel porto azzurro dei tuoi occhi
sogno il mare e i mari,
pesco milioni di lune
e collane di perle e gigli.
Nel porto azzurro dei tuoi occhi
le pietre sussurrano di notte:
chi ha nascosto mille poesie
nel taccuino chiuso dei tuoi occhi?
Se fossi un marinaio
se qualcuno mi desse una barca,
ammainerei le mie vele ogni notte
nel porto azzurro dei tuoi occhi.
(da Dipingere con le parole, 1966).
.
.
STORIA DELLE DONNE
Leggimi in modo da sentirti sempre orgogliosa.
Leggimi ogni volta che cerchi nel deserto
una goccia d'acqua.
Leggimi ogni volta che le porte della speranza
sono chiuse per gli innamorati.
Non scrivo la tristezza di una sola donna.
Scrivo la storia delle donne.
(da Poesie pazze, 1985)
.
.
ANNUNCIO DI POESIA
Se il mio tempo non è bello,
come vuoi che lo abbellisca?
Se mi siedo sulle rovine,
scrivo delle rovine
e mi innamoro sulle rovine,
Come posso regalarti un mazzo di fiori?
Come posso amarti
quando la scrittura è una danza
su un vassoio di rame e di braci?
E se la terra è un teatro di violenza,
come vuoi che curi la mia violenza?
I mamelucchi vogliono dominarmi,
bere il mio sangue e l'inchiostro,
vogliono la testa della poesia per riposare,
e ho affidato il mio potere alla poesia e all'amore.
Ti amo, lampo che illumini la mia vita
e lampada a olio nel mio petto.
Sii amica della mia libertà,
sii il mio rovescio in ogni mia guerra
e cammina con me sotto gli archi della mia vittoria.
Se la mia poesia non ha un'eco
in chi scuoia i popoli,
non è la mia poesia...
(da Ti ho sposato, Libertà!, 1988)
.
.
Altre poesie di Nizar Qabbani sul Canto delle Sirene:
.
LA FRASE DEL GIORNO
Quando mi innamoro / il regno di Dio cambia: / il crepuscolo dorme nel mio cappotto / e il sole sorge a occidente.
NIZAR QABBANI, Dipingere con le parole
.
Nizar Tawfiq Qabbani (Damasco, 21 marzo 1923 – Londra, 30 aprile 1998), poeta, editore e diplomatico siriano. Il suo stile poetico combina semplicità ed eleganza nell'esplorare i temi dell'amore, dell'erotismo, della religione e dell'emancipazione araba contro l'imperialismo straniero e i dittatori locali.