RUBÉN BONIFAZ NUÑO
RECLINATO NEL SUO PIACERE, IL GIORNO
Reclinato nel suo piacere, il giorno
di statue e cancellate fiorite
ci dice, amica, che moriamo;
e come se tu mordessi
una mela, sfolgorano
i dolci denti e le labbra.
E le lacrime che stanno sgorgando,
la carne che mordi, le rose
della polvere che apri e inghirlandi,
festosamente intristiscono;
e si avvolge intorno al tuo braccio
la serpe rossa dell’estate.
Suona la pioggia di notte
cadendo a caso, come lo zucchero
di una mela dissanguata.
Da statue e cancellate di cenere
nasce una bocca, e nomina l’alba.
Tu dolce sfolgori delle ombre.
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La condizione umana è il punto centrale di questi versi del poeta e classicista messicano Rubén Bonifaz Nuño: esplode nella lussureggiante bellezza di un giorno d’estate, davanti alla bellezza sfolgorante di una donna. Il destino umano si intreccia ai piaceri della vita – i contrasti sono evidentissimi, a partire dall’ossimoro “festosamente intristisce” e dall’alternarsi di immagini di amore e di dolore in cui Eros e Tanathos convivono forzatamente.
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LEONID AFREMOV, “SUMMER RAIN”
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LA FRASE DEL GIORNO
Stringendomi la mano contro il petto, conto / della vita vissuta le monete di resto.
IOSIF BRODSKIJ, Poesie 1972-1985
Rubén Bonifaz Nuño (Córdoba, 12 novembre 1923 – Città del Messico, 31 gennaio 2013), poeta messicano. La sua formazione umanistica lo ha portato verso una poesia di sintesi in cui coincidono rigore classico e parole in libertà, l'oscuro e spesso atroce universo azteco nahuatl e la tradizione greco-romana.
3 commenti:
..non so..è un periodo che non mi "colpiva" nessuna poesia...
....questa mi piace notevolmente..
così.."viva""saporita".
ciaooo Vania:)
sanguigna
...magari anche troppo saporita. Esce di misura colla mela sanguente, eh, smodato poeta!
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