WISŁAWA SZYMBORSKA
UN’ADOLESCENTE
Io – un’adolescente?
Se ora, d’improvviso, si presentasse qui,
dovrei salutarla come una persona cara,
benché mi sia estranea e lontana?
Versare una lacrimuccia, baciarla sulla fronte
per la sola ragione
che la nostra data di nascita è la stessa?
Siamo così dissimili
che forse solo le ossa sono le stesse,
la calotta cranica, le orbite oculari.
Perché già gli occhi è come fossero più grandi,
le ciglia più lunghe, la statura più alta
e tutto il corpo è fasciato
dalla pelle liscia, senza un’imperfezione.
In verità ci legano parenti e conoscenti,
ma nel suo mondo di questa cerchia comune
sono quasi tutti vivi,
mentre nel mio quasi nessuno.
Siamo così diverse,
i nostri pensieri e parole così differenti.
Lei sa poco -
ma con un’ostinazione degna di miglior causa.
Io so molto di più -
ma non in modo certo.
Mi mostra delle poesie,
scritte con una grafia nitida, accurata,
con cui io non scrivo più da anni.
Leggo quelle poesie, le leggo.
Be’, forse quest’unica,
se fosse accorciata
e corretta qua e là.
Dal resto non verrà nulla di buono.
La conversazione langue.
Sul suo modesto orologio
il tempo è ancora incerto e costa poco.
Sul mio è molto più caro ed esatto.
Per commiato nulla, un sorriso abbozzato
e nessuna commozione.
Solo quando sparisce
e nella fretta dimentica la sciarpa -
Una sciarpa di pura lana,
a righe colorate,
che nostra madre
ha fatto per lei all’uncinetto.
La conservo ancora.
(da Qui, 2009 – Traduzione di Pietro Marchesani)
.
Un paradosso temporale: la poesia è in grado anche di fare questi miracoli. E una ormai anziana Wisława Szymborska incontra la Wisława Szymborska adolescente – più probabilmente è sempre stata in lei, nascosta sotto i panni della poetessa affermata, premiata con il Nobel, della traduttrice di D’Aubigné, dell’intellettuale redattrice e poi direttrice di settimanali letterari. L’incontro che ne deriva è surreale, certo, e segna la distanza tra la donna anziana che è ora la poetessa e la ragazza che fu, ma è venato, nonostante lei voglia far credere il contrario, di una dolcissima imbarazzata nostalgia che esplode nel ricordo della vecchia sciarpa ad uncinetto.
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MEGAN BREWIS, “GIRL WITH THE HAT AND SCARF”
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LA FRASE DEL GIORNO
Gli ho chiesto di quei tempi, / quando ancora eravamo così giovani, / ingenui, impetuosi, sciocchi, sprovveduti. // È rimasto qualcosa, tranne la giovinezza / - mi ha risposto.
WISŁAWA SZYMBORSKA, Due punti
4 commenti:
Molto tenera e bella e sottoscrivibile da tutti i vecchi; alla fine, di una intera vita, resta una sciarpa di lana...
..delicata..."soffice"...semplice ...e allo stesso modo complessa.
..bella!:)
ciaoo Vania:)
di poesie cosi', vorrei farmene una lista, per poterle poi leggere nei momenti in cui la vita sembra non darti piu' emozioni..
È vero, leanyse: poesie così, vitali. La Szymborska ne ha tante di questo genere
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