ALESSANDRO PARRONCHI
IL TUO CUORE
…io lo penso, il tuo cuore, come un’acqua
perduta in un deserto
che invano aspetta chi ci si disseti.
Lo penso come un albero fiorito
in piena notte, che nessuno guarda,
se non da vetri in fuga un viaggiatore
che noia o affari portano lontano.
Come uccello spaurito
vaga pei lacunari d’una volta
di cui non trova uscita e crea soltanto
col suo strido più vasta solitudine…
(da Coraggio di vivere, 1956)
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Cosa c’è di più prezioso dell’acqua in un deserto, di una pozza che sgorga nell’oasi e dà vita per chilometri e chilometri attorno? E cosa c’è di più bello di un albero fiorito, la speranza del frutto? Cosa c’è di più libero di un uccello che vola? A queste cose Alessandro Parronchi paragona il cuore umano: ma senza una corrispondenza con l’Altro, il cuore resta giocoforza in solitudine e, quel che è peggio, vano. Nessuno può dissetarsi a quell’acqua, solo il viaggiatore fugace può gettare uno sguardo distratto a quella fioritura bellissima, e l’uccello non vola più libero ma si scontra contro i vetri della gabbia che lo limita.
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FAB, “LOVE IN CAGE”
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LA FRASE DEL GIORNO
Nessun uomo è un'isola, completo in se stesso; ogni uomo è un pezzo del continente, una parte del tutto.
JOHN DONNE, Devotions upon Emergent Occasions
Alessandro Parronchi (Firenze, 26 dicembre 1914 – 6 gennaio 2007), poeta, storico dell'arte e traduttore italiano. Con il suo stile ricercato è passato da un ermetismo incantato a un intimismo che trae giovamento dalla consolazione della memoria: per questo le sue poesie sono oggetto di un meditato lavorio con cui il ricordo media l’emozione.
1 commento:
..analogie semplici e così vere.
..e direi anche "assordanti".
ciaoo Vania:)
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