giovedì 18 marzo 2021

Jean-Jacques Viton


Il poeta francese Jean-Jacques Viton è morto domenica scorsa nella sua casa di Marsiglia all’età di 87 anni. Fondatore della rivista culturale Banana Split, era stato amministratore del Théâtre Quotidien.

“Scrivere come Zatopek [celebre maratoneta, ndr], non sentire nulla, cercare tutto, vivere solo per finire la pista” diceva. La sua scrittura poetica è molto particolare, struttura e destruttura il testo: “una delle sue sfide” – scrive Jean-Philippe Cazier “non è di «rendere il reale», il mondo, ma di seguirne le linee, aprirsi alla sua esistenza, creare un divenire con il mondo e lasciargli costruire il testo. (…) È il rapporto con il mondo che ha la precedenza sulla logica del linguaggio, sono l'ordine e il disordine del mondo che esistono sulla pagina, non ciò che le abitudini e le esigenze della lingua ordinano. Come dire il mondo senza che venga cancellato dall'atto di dirlo?”

.


.
.

MOLTO CALCATO

l'aereo       leggero      a tre posti
vola molto basso nella sua ombra
quando il sole ha cessato di accecare
radente alle scale processionali
alle terrazze sacrificali      fissa
uno spazio vuoto      spento      fossile

                         appartiene alle cose che volano
                         e non cadono incredibili

il soldato semplice Elge Williams
cammina silenziosamente al margine della foresta
entra in una camera si rannicchia accanto a un letto
guarda dormire      respirare      scoprirsi un poco
questa donna alla quale pensa intensamente
che ha sorpreso mentre saliva nuda una scala      da sola

è arrivato ad un punto in cui
tutto può precipitare nell'altro senso

cercare l'inizio vuol dire avvicinarsi il più possibile
trovarsi davanti a delle costruzioni delle forme
abbandonate dopo la morte o addormentate
si tratta di sapere se ci appartengono

                                  in nessun caso utilizzare le due mani
                                  in modo simmetrico è un'osservazione
                                 da direttore d'orchestra

non dimenticare che le grandi immagini
scatenano delle immagini che ritornano

sono delle nuvole di punti

.

.

FERMO E MARCATO

cercare      esige numerosi canali
visivi      introspettivi cercare le
entrate-uscite con le dita

che cosa è successo      là      dove      quando
vero o falso      un po' vero      un po' falso
molto falso ovunque      vero ogni momento
approssimativo      analogo      somigliante

servirebbe da argano al patchinko*

               uomo frustato in viso stazione Saint-Charles
               in piena folla      1943
               uscita edificio sindacati Casablanca
               siepi manganelli polizia      1950
               non aprire la porta di notte
               a chi chiede rifugio (= provocazione)
               consegne guerra Algeria      1960
               progressi negazionisti continui
               passatori clandestini      assassini

memoria terrestre      memoria degli stereotipi
tutto il passato perduto      gettato al vento
è una partita infinita

senza luce rossa      senza game over
delle ore prevedibili      diciamo la vita
raccogliere le tracce      non trattenere tutto
fare la cernita      restare attenti
gettare gli scarti      in pasto
ai pesci muti

*patchinko, flipper giapponese

(da Patchinko, 2001 – Traduzione di Andrea Inglese)

.

.

--------------------------------------------------------------------------------------------------------
LA FRASE DEL GIORNO
Scrivere come un volo d’uccelli.
JEAN-JACQUES VITON, Questa storia non è più la nostra ma di chi la vorrà




Jean-Jacques Viton, (Marsiglia, 24 maggio 1933 – 14 marzo 2021) poeta francese. Fondatore di numerose riviste culturali, tra le quali spicca Banana Split, amministratore del Théâtre Quotidien di Marsiglia,  fu un adepto del movimento e del ritmo esplorando in modo anarchico il testo, strutturandolo e destrutturandolo.


Nessun commento: