sabato 15 settembre 2012

Nessuna guerra è mai finita

 

GIOVANNI RABONI

NON SONO BANDIERE, QUESTE BANDIERE

Non sono bandiere queste bandiere,
vedi che invece che ferite e ustioni
hanno fiori alle finestre, ai balconi
le case. Da infinite primavere

la giostra, qui, s'è fermata, i padroni
l'hanno portata altrove. Ma di sere
così, di notti come quelle, nere
fino all'occlusione, marce di tuoni,

tu sai che affanno e con che artigli preme
il semplice cuore. La verità
è che nessuna guerra è mai finita,

che la stessissima ferita geme
per sempre, che solo chi non ne ha
può scacciare i ricordi dalla vita.

(da Ogni terzo pensiero, 1993)

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“Solo chi non ne ha può scacciare i ricordi dalla vita”: è indubbio che il verso e mezzo che conclude questa poesia di Giovanni Raboni (1932-2004) rimane in testa, dà il senso a tutto quanto il sonetto. Noi che di ricordi ne abbiamo a bizzeffe, che li conserviamo stipati nel cuore, nella memoria, nella mente, con il timore che svaniscano e sbiadiscano giorno dopo giorno, sappiamo inquadrare nella giusta misura la sensazione di Raboni: l’emozione del ricordo e il senso della perdita continueranno a sventolare al nostro fianco, saranno il vessillo innalzato in ogni battaglia di questa guerra mai finita.

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GEORGE BIRRELL, “PORTE ARANCIONI”

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LA FRASE DEL GIORNO
Vivere tra la gente è sentirsi foglia sbattuta. Viene il bisogno di isolarsi, di sfuggire al determinismo di tutte quelle palle di bigliardo. Così ognuno di noi possiede una mitologia personale (fievole eco di quell'altra) che dà valore, un valore assoluto,al suo mondo più remoto, e gli riveste povere cose del passato con un ambiguo e seducente lucore dove pare, come in un simbolo, riassumersi il senso di tutta la vita.
CESARE PAVESE, Feria d’agosto




Giovanni Raboni (Milano, 22 gennaio 1932 – Fontanellato, 16 settembre 2004), poeta, critico letterario, giornalista, traduttore e scrittore italiano appartenente alla "generazione degli anni Trenta. Nel solco della tradizione lombarda, elaborò sin dalla prima raccolta Le case della Vetra (1966) una poetica d'intonazione civile ma anche esistenziale con toni piani e sommessi.


5 commenti:

Vania ha detto...

...interpretazione variopinta.

ciaoo Vania

Unknown ha detto...

Nella poesia:non sono bandiere queste bandiere, i versi sono tutti uguali?Di quali versi si tratta?

DR ha detto...

È un sonetto, quindi sono 14 endecasillabi rimati ABBA BAAB CDE CDE

deada(: ha detto...

ovviamente non sono endecasillabi, ma hanno lunghezze diverse quindi sono versi liberi.

DR ha detto...

In realtà sono tutti endecasillabi, per quanto il primo sia anomalo con accento sulla quinta sillaba.