VLADIMÍR HOLAN
INCONTRO IN ASCENSORE
Entrammo nella cabina ed eravamo lì solo noi due.
Ci guardavamo senza fare altro.
Due vite, un istante, la pienezza, la felicità...
Al quinto piano lei scese e io, che continuavo a salire,
compresi che non l’avrei più rivista,
che era un incontro di una volta per sempre
e che, anche se l’avessi seguita, l’avrei fatto come un morto,
e che, se lei si fosse voltata verso di me,
avrebbe potuto farlo solo da un altro mondo.
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Un gioiellino questo del poeta ceco Vladimír Holan, un paradosso del possibile che sarebbe piaciuto a Gozzano – e quella donna incontrata in ascensore, sarebbe diventata una delle tante che “avrebbe potuto amare d’amore”, scomparsa subito nell’irreale, nell’atmosfera del sogno. È un’apologia del caso e delle sue infinite vie, dei percorsi che si ramificano nelle nostre vite e che dobbiamo giocoforza intraprendere o abbandonare.
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GAIL McFARLAND, "SALITA IN ASCENSORE"
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LA FRASE DEL GIORNO
Durante la sua vita, un uomo incontra moltissime persone. Se cammina per la strada, in un brevissimo lasso di tempo può incontrare centinaia di persone che gli passano accanto. In ognuna di esse c'è vita. Il fatto di incrociarle è un evento che coinvolge tutta la nostra esistenza.
OSAMU TEZUKA, Black Jack
Vladimír Holan (Praga, 16 settembre 1905 – 31 marzo 1980), poeta ceco. Dall’astrattismo e dal simbolismo ermetico con cui iniziò a scrivere versi passò a forme più realistiche e pessimistiche, centrate sul destino dell'uomo e della società, attuate con un linguaggio oscuro.
2 commenti:
...sai che mi viene in mente la canzone del Magico Ruggeri :))
....Quante vite avrei voluto.
http://www.youtube.com/watch?v=HAnXz_jl1gI
ciaoo Vania:)
sì, quante vite... alla "sliding doors"
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