martedì 19 marzo 2024

Simile al suo


GIUSEPPE VILLAROEL

PADRE

Strano tempo ch’io vissi. E c’è mio padre
in questi specchi dei negozi antichi.
E, come lui, ombra che guarda, io stesso.
E c’è il silenzio che s’è fatto sangue
simile al suo e soffre sulle strade,
dove più bianco e più deserto, a sera,
coi suoi passi cammino e i suoi pensieri.

(da Quasi vento d’aprile, 1956)

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Crescendo, mi sono accorto sempre più spesso di ritrovarmi in gesti o espressioni di mio padre. Ora che non c'è più, subentra anche un po' di nostalgia, quando me ne accorgo. Simile al padre si ritrova anche il poeta catanese Giuseppe Villaroel, che della poesia della memoria ha fatto una personale bandiera: lo stesso fremito del sangue, lo stesso sguardo, gli stessi pensieri.

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FOTOGRAFIA © EVELYN CHONG/PEXELS

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  LA FRASE DEL GIORNO 

Mio padre non mi ha detto come vivere; ha vissuto e mi ha fatto osservare come lo faceva.
CLARENCE BUDINGTON KELLAND

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Giuseppe Villaroel (Catania, 26 ottobre 1889 – Roma, 10 luglio 1965), poeta, giornalista, scrittore e critico letterario italiano. Da un originario crepuscolarismo, la sua opera è venuta svolgendosi in poesia di ispirazione amorosa, dai modi e dai toni sempre più contenuti e controllati. Ha scritto anche romanzi, novelle, saggi critici, e racconti per ragazzi.


lunedì 18 marzo 2024

Il fiore incandescente


ALBANO MARTINS

DORMIRE UN PO’

Omaggio a Federico García Lorca

Dormire un po': un minuto,
un secolo. Svegliarsi
sulla cresta
dell'onda, essere
la zavorra di schiuma
nel sonno
delle alghe. Oppure
essere semplicemente
la marea, che
torna sempre
a dire: non sono morta, sono
la farfalla
del vento, il fiore
incandescente di queste acque.

(da Castália e altre poesie, 2001)


Il filo rosso del simbolismo lega il poeta portoghese Albano Martins e Federico García Lorca, del quale assimilò il rigore della composizione. Ecco allora l'omaggio che ne ripercorre la lezione e la amplia, da bravo discepolo.

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FEDERICO GARCÍA LORCA, "MERENDA"

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  LA FRASE DEL GIORNO 

La neve non / cade sempre dal cielo: a volte / esplode in un fiore.
ALBANO MARTINS, Una collina per le labbra

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Albano Dias Martins (Fundão, 6 agosto 1930 – Vila Nova de Gaia , 6 giugno 2018), poeta portoghese. Fu uno dei fondatori della rivista Árvore e collaboratore di Colóquio-Letras e Nova Renascença. La sua poesia mostra  una maggiore attenzione alla parola, alla ricerca di un'espressione raffinata e non discorsiva, che trova nella brevità e in un certo minimalismo nominale una forma originale.


domenica 17 marzo 2024

Un museo di apicoltura


ADAM ZAGAJEWSKI

LA VISITA

Ad esempio una breve visita
nel piccolo museo di apicoltura
a metà strada fra Belgrado
e Novi Sad; un giorno d’agosto,
- spensieratezza, quasi felicità.

Un museo di apicoltura - può forse esserci
qualcosa di più innocente?
Qui non si fanno vedere ministri
né famosi cantanti rock, a dir la verità
neanche le api ci sono più.

Oppure dopo la soirée letteraria,
quando senza fretta torna la vita
ordinaria, e con tranquilla lentezza
torni di nuovo te stesso
- anche allora si può vivere.

(da La vera vita, 2019 – in Guarire dal silenzio, Mondadori, 2020 – Trad. Marco Bruno)

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Adam Zagajewski, poeta polacco, innalza una lode alla normalità, al tranquillo svolgersi della quotidianità: il piccolo museo serbo di apicoltura, certo, ma anche il ritorno a casa dopo un evento mondano – quell’innocenza, quella lentezza, quella spensieratezza sono in fondo, anche se non lo sappiamo, l’anticamera della felicità.

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FOTOGRAFIA © MUSEO DELL'APICOLTURA di RADOVLJICA

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  LA FRASE DEL GIORNO  

La pace, un nulla spesso, pieno di dolce /  succo come una pera a settembre.
ADAM ZAGAJEWSKI, Dalla vita degli oggetti

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Adam Zagajewski (Leopoli, Ucraina, 21 giugno 1945 – Cracovia, 21 marzo 2021), poeta, scrittore e saggista polacco. Esordì nel 1972 con Komunikat. Esponente della New Wave polacca, nel 1976 aderì al Comitato per la Difesa degli Operai e la dittatura comunista gli impedì di pubblicare. Cominciò allora il suo esilio a Houston e Parigi. Tornò a risiedere a Cracovia nel 2002.


sabato 16 marzo 2024

Immensi, insieme


LEOPOLDO PANERO

INSIEME

Contro la luce verde del mattino
ci sentiamo palpitare: palpitiamo insieme
vedendo la solitudine, il volo
dell'anima sprofondata
nella grande valle assolata dove scorre l'acqua,
dove passa il fumo bianco,
i treni lenti
che navigano nel mondo…
I cisti addolciscono la riva,
il verde incerto
dove la distanza scaturisce intatta
con gioia immediata
di aroma, e contempliamo
il dono di Dio, il vento lucido,
la quiete profumata
del sole, il suo biondo mercurio.
Tutto dorme,
tutto trema nudo
e innocente, ai tuoi occhi,
ai miei occhi. Dio conosce il nostro ultimo
pensiero. Dio conosce il nostro nome
dolcemente nascosto
nella distanza nubile
che sfuma in un mormorio
di uccelli. Cammini
alata e nel mare confuso
di luce e di bellezza diffusa
respiri qualcosa di tuo,
qualcosa che dà al tuo sangue
un'origine fresca,
silenzioso sapore di miglia silenziose,
possesso divino, gioia assoluta
della lontananza vergine,
della soleggiata pineta. Dio ci ha messo
dentro al cuore tutta la terra,
l'acqua, il sole più puro,
la riva limpida del primo amore,
il sale della Sua presenza, di qualcosa di Suo.
Contro il suo dolce petto ci sentiamo
immensi, insieme, insieme…

(da Poesie, 1963)

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Nelle poesie dedicate alla moglie e all'amore coniugale, il poeta spagnolo Leopoldo Panero riesce a ricreare spazi aperti e luminosi, colori chiari, scorrere di acque e fiorire di sponde, crea una tenerezza che permea i versi di una spiritualità addirittura religiosa: "Con un nuovo destino e una volontà più pura, / e una verità più chiara di quella sognata, / rinfreschi il mio passato nel tuo oblio / verso una vergine gioventù futura / che dorme oscuramente nel tuo sguardo".

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RAFAL OLBINSKI, “SENTIMENTO CONVENZIONALE”

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Sono l'ospite del tempo; sono, Signore, un vagabondo / che vaga nella foresta e inciampa nell'ombra.
LEOPOLDO PANERO, Poesie

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Leopoldo Panero Torbado (Astorga, 17 ottobre 1909 – Castrillo de las Piedras, 27 agosto 1962),  poeta spagnolo, membro della Generazione del '36. Partecipò al gruppo della rivista Cruz y Raya e in seguito a quello di Juventud creadora. Nella sua produzione lirica, raccolta postuma in Poesie (1963), prevalgono le forme classiche e tradizionali e contenuti religiosi o di carattere personale.


venerdì 15 marzo 2024

Un Artemidoro


KONSTANTINOS KAVAFIS

LE IDI DI MARZO

Anima, temi le cose grandi.
E se non puoi sconfiggere le ambizioni,
assecondale almeno con prudenza,
con esitazione. E più procedi,
con tanta maggior cura indaga.

Raggiunto che avrai il culmine, Cesare ormai,
quando figura d’uomo famoso avrai assunto,
soprattutto allora sii vigile, se esci in strada,
sovrano insigne, con il tuo corteo,
se avviene che ti si accosti dalla folla
un Artemidoro con in mano una lettera
e che ti dica in fretta: «Leggi subito questa,
è una cosa importante, t’interessa»,
fermati pure, allora, dilaziona
ogni affare o discorso; scosta pure
chi ti saluta e ti s’inchina
(li vedrai più tardi); lascia che aspetti
anche il Senato, e leggi subito
le cose gravi che scrive Artemidoro.

(da Le poesie, Einaudi, 2015 - Traduzione di Nicola Crocetti)

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Una meditazione sulla tragedia e sulla storia: Konstantinos Kavafis legge attraverso l'opera di Shakespeare "Giulio Cesare" l'assassinio del console e dittatore romano alle Idi di marzo, il 15, del 44 avanti Cristo. Il poeta greco, con un taglio intimistico e psicologico, si sofferma sui segni del destino, sul fatto che la lettera del sofista Artemidoro, ignorata da Cesare, lo avvertiva del complotto ordito da Bruto e Cassio: quindi, piccoli avvenimenti insignificanti sono in grado di modificare la storia - c'è addirittura una branca della fantascienza che parte da questo assunto per ricreare universi paralleli, l'ucronia.

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VINCENZO CAMUCCINI, "LA MORTE DI GIULIO CESARE"

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  LA FRASE DEL GIORNO  

A volte gli uomini sono padroni del loro destino; la colpa, caro Bruto, non è delle stelle, ma nostra, che ne siamo dei subalterni.
WILLIAM SHAKESPEARE, Giulio Cesare




Konstantinos Petrou Kavafis, (Alessandria d'Egitto, 29 aprile 1863 – 29 aprile 1933), poeta e giornalista greco. Pubblicò 154 poesie, spesso ispirate all'antichità ellenistica, romana e bizantina, percorre, mirando al sublime, i vari gradi di un'esperienza estetica congiunta alla pratica dell'amore omosessuale.


giovedì 14 marzo 2024

Le magnolie e i cortili


PIERO BIGONGIARI

A FIRENZE

Col brusio dei tuoi sonni, dove tacciono
le magnolie e i cortili,
cedi allo spazio dove il vento tiene
agitati i tuoi fiori: ivi passarono
coi ginocchi infantili
le donne con gli uguali occhi. E che fanno
agli sbocchi delle vie tortuose?
Col cereo lume delle mani additano
le ginestre sui colli, e intanto róse
da un segreto si sfanno. Ultima premi
la tua infanzia sui colli, rosea luna,
e i campanili indietro indietro guardano.

(da La figlia di Babilonia, Parenti, 1942)

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Piero Bigongiari percorre la sua città in un giorno di primavera - pennellate di colore i nuovi fiori nei giardini e sulle colline circostanti e ricordi che affiorano: "O memoria, la terra è il tuo ritorno / negli occhi, le magnolie / in un torno di gridi dai cortili / traboccano, sui lividi ginocchi / spunta l'età più grande come un'alba".

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FOTOGRAFIA © TOP NHUNG HINH ANH DEP

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  LA FRASE DEL GIORNO  

T’attendo: sulla bianca / spalletta, dentro gli occhi di chi è / riflessa in una stanca / pace di luna d’un giro d’eterna / primavera che langue come piuma.
PIERO BIGONGIARI, La figlia di Babilonia

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Piero Bigongiari (Navacchio, 15 ottobre 1914 – Firenze, 7 ottobre 1997), poeta e critico letterario italiano. Insegnò storia della letteratura italiana moderna e contemporanea all’Università di Firenze. È considerato esponente di un ermetismo purista in cui dominano metafisicamente il tema dell’assenza, un forte anelito religioso e la trasfigurazione simbolica della realtà.


mercoledì 13 marzo 2024

La via che porta al mare


FRANCESCO SCARABICCHI

DISTANTE

Non è qui, non ancora,
ma distante
la via che solitaria
porta al mare.

(da Il prato bianco, L'Obliquo, 1997)

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La poesia di Francesco Scarabicchi tende alla ricerca della bellezza delle cose, anela nel loro incontro il significato del vivere, pensa di trovare in esse la redenzione dalle bruttezze del quotidiano. E, tra le cose belle, bellissimo è il mare, già scorgerlo da lontano suscita emozione.

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JOHN O'GRADY, "LA STRADA PER IL MARE III"

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Anche lontano dal mare, / ho un po’ di mare nei miei occhi / a mandare riflessi azzurri.
JULIETA DOBLES




Francesco Scarabicchi (Ancona, 10 febbraio 1951 – 21 aprile 2021), poeta e traduttore italiano, che si occupava anche di arti visive. La sua è definita una poesia realistica e le sue tematiche sono concentrate sui temi del tempo, della vita, della morte e del ricordo.