venerdì 31 maggio 2024

Un piccolo uomo


CLEMENTINA SUÁREZ

LA PRESENZA NEGATA

Ho sempre avuto pena
di chi non ha saputo amarmi…
Nascevo in mezzo alle stelle
e all'alba mi trovavo sola.

Prigioniera della bocca
è rimasta la parola
che mai si è ancorata intera
al tuo cuore minato.

Oggi provo il raro piacere
di sentirmi sconfitta.
Le mie strade aperte
spaventavano i tuoi occhi.

Nulla possono le mie ali
sulle spiagge terrestri.
Sei un piccolo uomo
e non raggiungi il mio volo

(da Il poeta e i suoi segnali, 1969)

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"Chi non ha saputo amarmi": è quello il punto. La poetessa honduregna Clementina Suárez si sente sconfitta, frustrata dalla fine di una relazione, ma con un certo disprezzo conclude che quello era "un piccolo uomo", incapace d'amore, probabilmente non in grado di donare e di ricambiare. Così, parafrasando l'albatro di Baudelaire, lui non è in grado di raggiungere le altezze che lei può toccare.

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RAFAL OLBINSKI, "IL VESTITO ROSSO"

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Sono stata innamorata dell'amore in sé. Non di una persona. Ho amato profondamente, ma ho capito che più che una persona, ciò che amavo era l'amore.
CLEMENTINA SUÁREZ

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Clementina Suárez (Juticalpa, 12 maggio 1902 - Tegucigalpa , 9 dicembre 1991), poetessa honduregna. Riconosciuta a livello internazionale, è considerata la "matriarca della poesia honduregna", promotrice della cultura e dell'arte in Honduras e in America Centrale.


giovedì 30 maggio 2024

Quella pioggia


JORGE TEILLIER

PRIMA DELLA PIOGGIA

Ricordo le tue parole
mentre spesse nuvole si addensavano
preparando la pioggia
quella pioggia che si nascondeva per giorni e giorni
da qualche parte nella memoria
in qualche posto sconosciuto nel mondo
a coronare i sogni
Ricordo le tue parole
Stavi parlando di conigli e ciliegie
di passeri che mangiavano
nel palmo della tua mano
Di città enormi
dall'altra parte dell'oceano
dove i bar erano pieni
di gente sconosciuta.
Ricordo le tue parole
e ricordo ancora di più il tuo silenzio
che si univa al grande silenzio
che precede la pioggia
E poi come fuggimmo
improvvisamente tenendoci per mano
come fuggimmo senza sapere dove
assordati dal fragore della pioggia

(da Lo sognai o fu realtà, 2003)

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Quello che il poeta cileno Jorge Teillier ama più fare nei sui versi: una incursione nei territori della memoria che assume i toni leggeri e sbiaditi del ricordo. La pioggia estiva che scoppia improvvisa da grigi nuvoloni, gli innamorati sorpresi che fuggono mano per la mano cercando un riparo.

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FOTOGRAFIA © OLEG M. KULISHOV/PEXELS

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Piove, piove, piove / Vorrei che piovesse sempre!
PABLO DE ROKHA

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Jorge Teillier Sandoval (Lautaro, 24 giugno 1935 - Viña del Mar, 22 aprile 1996), poeta cileno della “Generazione letteraria dei ‘50”, creatore della “poesia larica”. Per lui l’importante in poesia non è l’estetica, ma la creazione del mito e di uno spazio di tempo che trascende il quotidiano.


mercoledì 29 maggio 2024

Il tessuto della vita


ÁNGEL GONZÁLEZ

VECCHIO ARAZZO

Tutti erano poveri a quel tempo,
tutti intrecciavano
senza saperlo
- a volte sorridendo -
i fili della tristezza
che formano il tessuto della vita
(tessuto inconsistente, ma
che filo testardo, la speranza).
Alcuni fili
d’amore doravano
un'estremità di quell'oscuro arazzo
in cui ero un bambino che correva
non so perché né dove,
forse verso lo spazio luminoso
che tessevano instancabili
le mani amorevoli e caparbie.

Non ho mai raggiunto quella luce.
Quando stavo per raggiungerla,
il tempo, più veloce,
l'aveva già offuscata con la sua patina.

(da Autunni e altre luci, 2001)

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Il mito dell’infanzia come un’età dell’oro riappare nei versi del poeta spagnolo Ángel González: il tempo è pero inaccessibile, continua a correre veloce lungo il filo che simboleggia la vita cancellando a mano a mano le immagini del passato. La vita, la poesia stessa, non sono che un accumularsi di queste immagini, di queste esperienze.


KARL MELTON, "BAMBINO CHE CORRE NEL CAMPO"

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Qui non passa nulla, tranne il tempo.
ÁNGEL GONZÁLEZ, Parola dopo parola

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Ángel González Muñiz (Oviedo, 6 settembre 1925 – Madrid, 12  gennaio 2008), poeta spagnolo della Generazione del ‘50. Premio Principe delle Asturie nel 1985 e Premio Regina Sofia nel 1996. La sua opera mescola intimismo e poesia sociale con un tocco ironico. Il passare del tempo, l’amore e la civilizzazione sono i suoi temi ricorrenti, giocati su toni di un’ottimistica malinconia.


martedì 28 maggio 2024

Peccati, vizi e virtù


JUAN JOSÉ SAER

AI PECCATI CAPITALI

Con la nostra fantasia, ci liberano
dalla pura materia, ma cadiamo nella rete
della speranza. Peccati, vizi e perfino
le deboli virtù, ci separano
del corpo unico del caos.
Ci derubano
del legno e dei mari.
Guardiani sulla soglia del nulla.

(da L'arte di narrare, 1977)

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I sette peccati capitali per la dottrina cattolica sono: superbia, avarizia, lussuria, invidia, gola, ira e accidia. Hanno ispirato opere letterarie (Dante ci tappezza l'Inferno) e film (ispirano i sette omicidi che vengono compiuti in Seven).  Il poeta argentino Juan José Saer, con la sua visione nihilista compie un'opera di desacralizzazione, sfumando i confini dei vizi e delle virtù, accomunandoli nella medesima limitazione.

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HIERONYMUS BOSCH, "SETTE PECCATI CAPITALI"

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Tra tante stelle, speranze: / riflessi di un regno animale.
JUAN JOSÉ SAER, L'arte di narrare

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Juan José Saer (Serodino, 28 giugno 1937 – Parigi, 11 giugno 2005), scrittore e poeta argentino. È ritenuto uno dei più importanti ed influenti autori della letteratura latinoamericana e della letteratura in lingua spagnola del XX secolo. Spazio e tempo sono i temi principali della sua opera.


lunedì 27 maggio 2024

Le lucciole


FERNANDO BANDINI

LUCCIOLE

Ci sono ancora le lucciole. Sbandano
dai loro greggi di tremulo fosforo
su pendii non talmente desolati
da non avere un nome sulle carte.

Lasciano cicatrici d’oro nelle tenebre
a futura memoria.

(da Santi di Dicembre, 1994)

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La scomparsa delle lucciole è uno dei più evidenti segni di cambiamento climatico. Cominciano già ad essere nella loro tenuità, echi che svaniscono, lontane eteree visioni che affascinano Fernando Bandini, poeta vicentino osservatore della natura.

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FOTOGRAFIA © TEKH DECODED

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  LA FRASE DEL GIORNO  

È piacevole allora vedere le lucciole in gran numero rischiarare volando l'oscurità, oppure distinguere solo le luci di alcune di loro.
SEI SHŌNAGON, Note del guanciale

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Fernando Bandini (Vicenza, 30 luglio 1931 - 25 dicembre 2013),  poeta, scrittore e docente italiano di stilistica e metrica presso l'Università di Padova. Aveva la capacità di scrivere non solo in italiano ma anche nel dialetto vicentino e in latino, lingua che aveva appreso nonostante non avesse praticato studi classici.


domenica 26 maggio 2024

Domenica senza te


EDUARDO CARRANZA

DOMENICA

Domenica senza te, di te priva,
È come un tunnel di pareti grigie
dove vado e mi illumina il tuo nome;
È una notte chiara senza saperlo
lunedì travestito da domenica;
è un giorno azzurro senza il tuo permesso.
Piove in questa poesia; puoi sentirlo
con la tua anima vicina ai vetri;
la tua assenza piove come acqua triste
e azzurra sulla mia fronte esiliata.

Ho capito come può una parola
piccola, simile a uno spillo lunare
o ad un leggero cuore di farfalla,
innalzare dei muri infiniti,
uccidere un mattino all'improvviso,
evaporare l'azzurro e i giardini,
tagliare il giorno come fosse un giglio,
ridare grani di sale alle stelle.

Ho capito come può una parola
della materia azzurra delle spade
con acuta vocazione di spina,
stare alla luce come una ferita
che ci fa male al centro della vita.
Piove in questa poesia, e la domenica
gira al pari di una giostra lontana;
Sei così vicina che non ti vedo,
fatta delle mie parole e del sogno.

Ti penso dietro la distanza, con
la tua voce che mi inventa la domenica
e il tuo sorriso come un pigro petalo
che cade dal volto sulla mia anima.

Con la sua foglia che vola di notte,
rigata di disincanto e pioviggine,
la domenica senza il tuo permesso
giunge come una lettera sbagliata.

La sera, ragazza, ha quella tristezza
dell'aria dove un tempo fu una rosa;
Sono qui accerchiato dalla tua assenza
fatto d'amore e solo come un uomo.

(da Ombra delle ragazze, 1975)

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"Piove in questa poesia" di Eduardo Carranza. Piove la malinconia, piove l'assenza dell'amata che trasforma una giornata di festa in un grigio lunedì, piove una tristezza che ha in sé l'acuta spina della distanza, il dolore di ciò che era e non è, di ciò che avrebbe potuto essere, insomma "dell'aria dove un tempo fu una rosa": ricordo e disincanto.

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FOTOGRAFIA © PXHERE

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Sei fatta di sogni dimenticati / e io ti dimentico all'improvviso, come un sogno.
EDUARDO CARRANZA

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Eduardo Carranza Fernández (Apiay, 23 luglio 1913 - Bogotá, 13 febbraio 1985), poeta colombiano. Nella sua opera, di tendenza classicista, il mondo dell'infanzia emerge arricchito di nuove esperienze nel quadro del paesaggio americano. La sua poesia si evolve dalla celebrazione della vita, dell'amore, dell'illusione e del fascino dell'esistenza, al riconoscimento, già nella maturità, del disincanto, della delusione del vivere.


sabato 25 maggio 2024

Verso blu


JUVENCIO VALLE

EMOZIONE BLU

Questa emozione blu sarà il mio verso?
Spunta come gemma nella parola,
profumata di sogni e illusioni,
innocente e azzurra come la salvia.

Benedetto verso blu che mi eleva,
lo porto qui sull'altare dell'anima:
già frondoso e diritto come un albero,
profumato e azzurro come la malva.

Gelsomino odoroso in me fiorisce,
liquore di esultanza che mi inebria;
quando voglio volare per le strade
come un'ala sottile nasce all'alba.

(da Il flauto dell’uomo di Pan, 1929)

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Blu, azzurro. Il colore della spiritualità, della calma, della sensibilità, del mistero. Il colore dell’emozione da cui nasce il verso del poeta cileno Juvencio Valle in questa sinestesia che associa colori e aromi in una poetica che Pablo Neruda apprezzò per la sua “profondità, dolcezza e profumo”.

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KONSTANTIN YUON, "CESPUGLIO BLU"

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Bosco, dammi le chiavi del tuo regno nascosto /  La storia della rosa è semplice come il filo; / Io che sono giardiniere, lo so per esperienza.
JUVENCIO VALLE, Trattato del bosco

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Juvencio Valle, pseudonimo di Gilberto Concha Riffo, (Villa Almagro, 6 novembre 1900 - Santiago, 12 febbraio 1999), poeta cileno. Nelle sue opere ha presentato una proposta lirica legata alla tradizione, cercando di approfondire la conoscenza del mondo attraverso le rivelazioni che la natura offre.


venerdì 24 maggio 2024

Centenario di Jaime García Terrés


Jaime García Terrés, poeta messicano che nacque a Città del Messico il 24 maggio del 1924, ripudiava l'improvvisazione e considerava il poeta un "artigiano dei segni", che "deve soprattutto conoscerli, calibrarli, esercitarsi con essi, anche se per torturarli e sopraffarli". Come rileva José Emilio Pacheco, "García Terrés propone un'estetica e un'etica del lavoro. La poesia ravviva la lingua e la mantiene in circolazione. Non possiamo sperare di comprendere noi stessi o il mondo se non usiamo le parole giuste. Questa è la prima responsabilità del poeta".

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FOTOGRAFIA © CONTIGO PUEBLA

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IPANEMA

Il mare è una storia
che porto tra gli occhi e l'ombra
dei miei occhi, disillusi
già da anni e privi di entusiasmo

Mi stanno già sfuggendo
i suoi echi maligni, i suoi luoghi
di grossolana presa in giro. Ma
il pomeriggio di Ipanema piove ancora,
attraverso gli anni,
contro i miei occhi:
piovono fiocchi di sole. E si frantumano
In una debole lotta le file di case.

(da Le province dell'aria, 1956)

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IDILLIO

Soffro di affetti inutili
che si uniscono tra loro.
Bevo la mia tazza di caffè non senza tenerezza.
Serbo ritratti a caso e animali domestici.
Sono assorbito dalle voci per strada,
dalle mura bianche all'alba,
dalla pioggia, dai giardini pubblici.
Vecchie mappe, nuove mappe, riempiono la mia casa.
La musica più frivola piace alle mie orecchie.
Innumerevoli, leggere,
come i capelli delle stelle,
minuzie e misteri ruotano attorno al mio destino.
Rete che la vita mi lancia;
oceano seducente nel cui paesaggio mi vado seminando.

(da I regni combattenti, 1961)

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Altre poesie di Jaime García Terrés sul Canto delle Sirene:



  LA FRASE DEL GIORNO  

Scrivo – quello che ho sempre desiderato –/ una lettera viva / con occhi e capelli / del colore dei miei ricordi.
JAIME GARCÍA TERRÉS, Lettera viva

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Jaime García Terrés (Città del Messico (24 maggio 1924 – 29 aprile 1996), poeta editore, saggista, traduttore e diplomatico messicano. Direttore del Fondo di Cultura Economica, fu ambasciatore in Grecia dal 1965 al 1968. La sua opera indaga la banalità del vivere quotidiano. Tradusse Eliot, Pound, Yeats, Benn e Hölderlin.


giovedì 23 maggio 2024

Shin Kyeong-nim


Il poeta sudcoreano Shin Kyeong-nim è morto ieri all’età di 88 anni nell’ospedale di Gojang-si. Cresciuto nell'antica cultura rurale coreana, raccolse le canzoni tradizionali dei villaggi rurali. La sua fama come poeta risale principalmente alla pubblicazione della raccolta Nong-mu (Danza rurale) nel 1973, che contribuì ad aprire la strada all'accettazione pubblica di una poesia radicata in dure realtà sociali, una letteratura militante che sarebbe diventata la poesia operaia degli anni '80. Vi echeggiano i ricordi della violenza politica che ha caratterizzato la storia della Corea sin dalla sua liberazione dal dominio giapponese nel 1945, la politica di industrializzazione del governo che portò ad un ulteriore brutale sradicamento delle popolazioni rurali. In una cultura letteraria abituata all'individualista "io" della tradizione romantica occidentale, o alla voce abbastanza non specificata dei moderni testi coreani, il "noi" collettivo impiegato da Shin era percepito come profondamente scioccante. Si verificò una grande scissione letteraria e gli scrittori più attivisti e "impegnati" fondarono il proprio movimento, sostenendo il coinvolgimento sociale.

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FOTOGRAFIA © YONHAP

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UNA MATTINA DI NEVE

“Buongiorno.
Oggi, tra tutti i giorni, le folate sono gelide.
"Come resisterai quest'inverno?"
"Fiorirai di nuovo l'anno prossimo?"

Questo dicono i vecchi alberi ai vecchi alberi,
questo dicono i derelitti ai derelitti,
tossendo e scrollandosi di dosso la neve.

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COMMEMORAZIONI

1.

Soprabiti durumagi in cotone
puzzolenti di vino di riso
gli uomini accovacciati su stuoie di paglia
discutevano dei tempi con facce smunte.
Volti spaventosamente emaciati.
I bambini erano comunque allegri.
Su un falò acceso al riparo di una roccia
arrostivano la torta di riso e il merluzzo essiccato,
correvano in tondo e cadevano a capofitto.

2.

--Anche dopo vent'anni il villaggio natale
non è minimamente cambiato. Come la povertà
il fumo tiene avvolto il villaggio
e i cani abbaiano
i bambini piangono e mi gridano
dietro.
Parla! Parla! Parla!
Ahimè, non c'è niente che posso dire.

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IL FIUME

Le gocce di pioggia singhiozzano e piangono.
Piangendo forano il terreno fangoso.
I bambini evitano le gocce di pioggia.
Piangendo, vagano nel fiume.

Potrebbe il fiume dimenticare quel suono di pianto?
Potrebbe dimenticare il suono degli spari e delle grida?
Potrebbe dimenticare quei piccoli pugni e quei piedini nudi?

Il vento singhiozza e piange.
Piangendo vortica sul fiume.
I bambini vagano dietro al vento.
Piangendo, vagano sotto la pioggia che cade.

(da Danza rurale, 1973)

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Ciò di cui dobbiamo vergognarci / non è solo il modo selvaggio in cui  imbrogliamo e veniamo ingannati. / Non è solo l'oscurità che nasconde il paradiso stesso.
SHIN KYEONG-NIM, Danza rurale




Shin Kyeong-nim (Chubgju-gun, 6 aprile 1936 – Gojang-si, 22 maggio 2024), poeta sudcoreano. Conosciuto come un "poeta del popolo", scrisse versi fondamentalmente su un unico argomento: la vita e la gente dei villaggi agricoli coreani. La rappresentazione delle realtà della vita contadina conserva un senso di lirismo poetico che le conferisce una certa grazia.


mercoledì 22 maggio 2024

Abbandonarsi


TOTI SCIALOJA

MI HAI INSEGNATO CHE ABBANDONARSI

Mi hai insegnato che abbandonarsi è una scommessa
e la riuscita deriva dallo stupore
la conchiglia si meraviglia di se stessa
rivelando che all'interno non ha colore.

(da Poesie 1961-1998, Garzanti, 2002)

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La poesia nonsense di Toti Scialoja, qui lo trova un senso, eccome! Staccandosi dal limerick, dal facile gioco di rime e assonanze che lo fecero definire da Giorgio Manganelli "ingenuo-disincantato dotato di una forte dose di ironia formale", costruisce una quartina che scava nell'anima, nella psiche, che parla al cuore e all'emozione.

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FOTOGRAFIA © PEGGY-MARCO/PIXABAY

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Abbandonarsi ai propri pensieri per un’ora, ogni giorno, senza scopo: basta questo per rimanere qualcosa che somigli a un uomo.
ELIAS CANETTI, La rapidità dello spirito

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Toti Scialoja, all'anagrafe Antonio Scialoja (Roma, 16 dicembre 1914 – 1º marzo 1998), pittore e poeta italiano. Dopo un periodo espressionista, si è orientato verso un linguaggio pittorico astratto-concreto con una forte carica materica. Dal 1961 ha iniziato un'attività originale di poeta, dedicata in parte ai bambini, creando nonsense e limerick e illustrando le sue stesse poesie.


martedì 21 maggio 2024

Quello che mormora il mare


JEAN ROUSSELOT

DETTO DEL MARE

Se credete che mi diverta
dice il mare
dovermi continuamente rifare
- un punto dritto, un punto a rovescio
- un passo avanti, un passo indietro,

Io che vorrei tanto cogliere le cotogne
a Tourcoing
abbronzarmi sulla neve
a Megève

ahimè non posso chiudere bottega
pesci pescatori bagnanti, ho
troppe pratiche

Ma siccome ha la bocca piena di ciottoli
nessuno capisce niente
di quello che mormora il mare.

(da Della farina della poesia, 1997)

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Un mare antropomorfico in questa divertente poesia di Jean Rousselot, scrittore francese: certo, c'è il gioco di parole che cita due località solo per assonanza e per le loro caratteristiche - Tourcoing nei pressi di Lille e Megève nell'Alta Savoia - ma la vena ironica e divertita ondeggia lungo tutti i versi fino al paradosso finale.

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FOTOGRAFIA © DANIELE RIVA

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  LA FRASE DEL GIORNO  

La poesia è la consapevolezza dei poteri del poeta sul tempo, che egli ferma, dei sentimenti che restituisce alla loro natura sublime, sulla realtà, che trafigge, trasmuta, commuove, per mostrarne la natura. Essenza e sostenibilità.
JEAN ROUSSELOT

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Jean Rousselot (Poitiers, 27 ottobre 1913 - Yvelines, 25 maggio 2004), poeta e scrittore francese. Commissario di polizia, militò nella Resistenza. La sua novellistica, avvolta in un'atmosfera onirica, si segnala per l'ampio respiro poetico, la poesia per la ricerca di una novità espressiva.


lunedì 20 maggio 2024

Nessuno


IDEA VILARIÑO

SONO QUI

Sono qui
e si alza il vento
e tuona
e piove
e canta il mare
e sono qui
nessuno
senza nessuno.

17 ottobre 1970

(da No, 1980)

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Una solitudine totale quella di Idea  Vilariño - sola davanti all'infuriare degli elementi, con tutto il suo dolore e le sue "nuvole tristissime", a interiorizzare quel paesaggio che assume la stessa intensità dei sentimenti, a rendere solitario e spoglio anche il linguaggio: "in solitudine / come una goccia lenta / sempre desiderosa di cadere / e sempre sostenuta".

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FOTOGRAFIA © SHIMA ABEDINZADE/PIXABAY

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Sola sotto l'acqua che / cade e cade, / sola davanti a tutto il grigio / del pomeriggio / pensando che desidero o / desidero qualcosa, / forse una lacrima / del colore del pomeriggio.
IDEA VILARIÑO

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Idea Vilariño Romani (Montevideo, 18 agosto 1920 – 28 aprile 2009), poetessa, saggista e critica letteraria uruguaiana. Appartenne al gruppo della Generazione del ‘45 con Juan Carlos Onetti e Mario Benedetti. Le sue poesie sono spesso caratterizzate da una introspezione intima. Pur accettando i premi conferiti, rifiutò di rilasciare interviste, di fare promozione ai propri libri e di commentare la sua poetica.


domenica 19 maggio 2024

Nell’indice


ALBANO MARTINS

COME UN LIBRO

Come un
libro
ho sfogliato
il tuo corpo, come un libro
ho cercato la tua anima: l'ho trovata nell'indice.

(da Cuore di bussola, 1967)

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Con la sua scrittura limpida ed essenziale, il poeta portoghese Albano Martins segue la traccia della bellezza e dell'erotismo trasformando l'esperienza sensoriale in una ricerca spirituale.

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ILLUSTRAZIONE DI LOUI JOVER

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  LA FRASE DEL GIORNO  

La circostanza di essere uomo e donna / legati da una tacita / e segreta / alleanza di sangue / è ciò che ci lega alla vita, amore mio, e ci salva.
ALBANO MARTINS, Cuore di bussola

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Albano Dias Martins (Fundão, 6 agosto 1930 – Vila Nova de Gaia , 6 giugno 2018), poeta portoghese. Fu uno dei fondatori della rivista Árvore e collaboratore di Colóquio-Letras e Nova Renascença. La sua poesia mostra  una maggiore attenzione alla parola, alla ricerca di un'espressione raffinata e non discorsiva, che trova nella brevità e in un certo minimalismo nominale una forma originale.


sabato 18 maggio 2024

Un sorriso


NORAH LANGE

LE TUE LABBRA HANNO SCANDITO

Le tue labbra hanno scandito
                                         un sorriso.
Le parole svaniscono
                                         come i tramonti
                               sui petali delle strade
Un uccellino
                                si è addormentato
                                con un po' di luce
                                sulla misericordia delle tue mani
e si sente pulsare un bacio
                     sulla stanchezza
                               dei tuoi occhi

(da La strada della sera, 1925)

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Un crepuscolo, una scena di intimità soffusa. E la poetessa argentina Norah Lange sorprende l'emozione poetica in una semplice espressione del viso, la elabora, la conduce di metafora in metafora fino alla sinestesia della chiusa.

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JACK VETTRIANO, "DOPO MEZZANOTTE"

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Tutta la gioia era nei miei occhi, / e l'emozione nella tua voce era una leggera stanchezza.
NORAH LANGE, La strada nel pomeriggio

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Norah Lange (Buenos Aires, 23 ottobre 1905 – 5 agosto 1972), poetessa argentina associata all’avanguardia di Buenos Aires negli Anni ’20 del secolo scorso. Membro del Gruppo Florida con il marito Oliverio Girondo e Jorge Luis Borges, appartenne alla letteratura “ultraista”.


venerdì 17 maggio 2024

Amore segreto


PABLO NERUDA

ODE AL SEGRETO AMORE

Tu sai
che indovinano
il mistero:
mi vedono,
ci vedono,
e nulla
è stato detto,
né i tuoi occhi,
né la tua voce, né i tuoi capelli,
né il tuo amore hanno parlato,
e lo sanno
d'improvviso,
senza saperlo
lo sanno:
mi accomiato e cammino
verso un'altra parte
e sanno
che mi attendi.

Felice
vivo
e canto
e sogno,
sicuro
di me stesso,
e in qualche modo
conoscono
che tu sei la mia gioia.
Vedono
attraverso i pantaloni oscuri
le chiavi
della tua porta,
le chiavi
della carta, della luna
nei gelsomini,
il canto nella cascata.
Tu, senza aprire la bocca,
sbrigliata,
tu, chiudendo gli occhi,
cristallina,
tu, che custodisci
tra le foglie nere
una colomba rossa,
il volo
di un cuore nascosto,
e allora
una sillaba,
una goccia
del cielo,
un suono
dolce d'ombra e di polline
nell'orecchio,
e tutti
lo sanno
amor mio,
circola tra gli uomini,
nelle librerie,
vicino alle donne,
vicino
al mercato
rotola
l'anello
del nostro
segreto
amore
segreto.

Lascia
che se ne vada
rotolando
per le strade,
che spaventi
i ritratti,
i muri,
che vada e torni
ed esca
con i nuovi
legumi del mercato,
ha
terra,
radici
e in alto
un papavero,
la tua bocca
un papavero.
Tutto
il nostro segreto,
la nostra chiave,
parola
nascosta,
ombra,
mormorio,
quello
che qualcuno
disse
quando non eravamo presenti,
è solo un papavero,
un papavero.

Amore,
amore,
amore,
oh fiore segreto,
fiamma
invisibile,
chiara
bruciatura!

(da Odi elementari, 1954)

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L’amore segreto di Pablo Neruda fu quello per Matilde Urrutia, la cantante cilena che il poeta, convalescente per una flebite, conobbe in Messico, con la quale instaurò una relazione e che anni dopo sposò. L’amore segreto è quello che vive l’intensità di questa sua stessa discrezione, di questo suo mistero: ma nell’ombra, nel remoto rifugio, risplende anche di più.

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JACK VETTRIANO, "MOVIMENTO A TENAGLIA"

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  LA FRASE DEL GIORNO  

T’amo come la pianta che non fiorisce e reca / dentro di sé, nascosta, la luce di quei fiori; / grazie al tuo amore vive oscuro nel mio corpo / il concentrato aroma che ascese dalla terra.
PABLO NERUDA, Cento sonetti d’amore

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Pablo Neruda, pseudonimo di Ricardo Eliécer Neftalí Reyes Basoalto (Parral, 12 luglio 1904 – Santiago del Cile, 23 settembre 1973), poeta, diplomatico e politico cileno, è considerato una delle più importanti figure della letteratura latino-americana del Novecento. Fu insignito del Premio Nobel nel 1971.


giovedì 16 maggio 2024

Il capanno degli attrezzi


BARTOLO CATTAFI

CAPANNO

Vorrei mettere in ordine
e a piombo
questa materia grezza
malta fango mattoni
farmi il capanno degli attrezzi
che poi sono quei quattro
gatti di sentimenti e stilemi
due remi per la barca
e una candida dea
seminuda
con pochissime idee per la mente.

(da Marzo e le sue idi, Mondadori, 1977)

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"Cominciai a enumerare le cose amate, a compilare in versi un ingenuo inventario del mondo" dice Bartolo Cattafi del suo incontro con la poesia mentre era convalescente nella primavera del 1943. Così, ecco la sua idea poetica: catturare l'apparenza e la metamorfosi delle cose per provare a edificare qualcosa che gli permetta di raggiungere la nuda verità degli oggetti e il mistero del vivere.

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RICK BERG, "IL VECCHIO CAPANNO DI DENNY"

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Il mondo si concluse entro un confine / di pietre abbacinanti, / non vedemmo al di là di quell’altro mondo.
BARTOLO CATTAFI, L'osso, l'anima

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Bartolo Cattafi (Barcellona Pozzo di Gotto, 6 luglio 1922 – Milano, 13 marzo 1979),  poeta italiano. La sua poesia spazia sui dilemmi esistenziali con sensibilità di diarista, spesso con uno sguardo metafisico dove sono protagonisti il vuoto e la solitudine. Nei suoi versi il tema del viaggio è una costante metafora del vivere.


mercoledì 15 maggio 2024

La trasparenza del giardino


JACOBO CORTINES

NEL PATIO

Il tempo in questo patio, tra queste mura
sorrette da archi e colonne.
La distesa ondulata della tenda
che trasforma la luce forte in penombra.
Il verde delle palme con le loro foglie
in posa aperta e grata.
La trasparenza del giardino sullo sfondo
con le sue chiazze di sole tra i rami.
Il tempo qui, silenzioso, fermo,
e io al suo interno, estraneo, immobile,
senza voglia di essere, come se fossi
la statua che queste ore hanno scolpito.

(da Consolazioni, 2004)

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Ma invano per sognare, un tempo inesorabile / continua il suo corso,  e al suo passaggio / l'anima trema, non sapendo  / ciò che è stato già vissuto e ciò che è il presente”: il passare del tempo e la comunione con il paesaggio sono tra i temi prediletti dal poeta spagnolo Jacobo Cortines. Qui li troviamo accomunati nella quiete di una bella giornata di sole, in un giardino tanto tranquillo da far credere che anche il tempo sia immobile.

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PEDRO MEREGOTTE, "PATIO SPAGNOLO"

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Già mi basta / non naufragare nel mio silenzio.
JACOBO CORTINES, Poetica e poesia

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jacobo_cortines

Jacobo Cortines Torres (Lebrija, 1946), poeta, saggista, traduttore, editore, accademico e professore universitario spagnolo. Laureato in Lettere e Filosofia, insegna Letteratura spagnola a Siviglia.  Poeta riflessivo, segue la lezione dei classici e soprattutto di Petrarca.


martedì 14 maggio 2024

Un fringuello


ELISEO DIEGO

LASSÙ

Un uccello lassù,
tra i rami più sottili
dell'alto albero,
un fringuello
nervoso, esile, leggero
 
come un soffio di luce,
sta cantando
la propria leggerezza,
la meraviglia
del suo incredibile essere
 
            la sua vita pura
minuscola, perfetta, illuminata.

(da I giorni della tua vita, 1977)

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La poesia sa condurci all'interno della meraviglia quotidiana, ci consente di scorgerla semplicemente "accorgendoci" della sua presenza. Al poeta cubano Eliseo Diego basta un fringuello cantore di Cuba, un uccellino che vive nelle foreste umide tropicali, a individuare la bellezza, a riconoscere con stupore la perfezione del suo canto e della sua esistenza.

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FOTOGRAFIA © RICHARD TAYLOR

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Ci sono persone molto semplici che, con il loro solo modo di vivere, hanno già scritto una poesia.
ELISEO DIEGO, Inti, n. 18, 1983

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Eliseo Diego (L'Avana, 2 luglio 1920 – Città del Messico, 1° marzo 1994), poeta cubano. La sua poesia, sempre intrisa di storie oniriche che si mescolano con la realtà, affronta questioni come la trascendenza nonostante la morte o la solitudine ed è una sfida verbale all'effimero della vita.


lunedì 13 maggio 2024

La pelle del mondo


JOSÉ EMILIO PACHECO

DEFINIZIONE

La luce: la pelle del mondo

(da Andrai e non tornerai, 1972)

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Come per la celeberrima "M'illumino d'immenso" di Ungaretti, anche in questa poesia brevissima del messicano José Emilio Pacheco è l'intensità a dare l'ossatura all'unico verso - un settenario in versione originale - di sole sei parole, quasi aforistico, a metà tra la lapidaria battuta surrealista e la concisione orientale degli haiku e del buddhismo zen. E non è certo un caso che entrambe le poesie abbiamo per tema la luce.

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DIPINTO DI JEFFREY T. LARSON

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Invenzione della luce / ala di schiuma, / sorgi dalle profondità più azzurre
JOSÉ EMILIO PACHECO, Non chiedermi come passa il tempo

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José Emilio Pacheco Berny (Città del Messico, 30 giugno 1939 - 26 gennaio 2014), scrittore, poeta, saggista e traduttore messicano. Fu parte integrante della Generazione dei ‘50. La sua poesia concentra l’attenzione sulla storia, sulla ciclicità del tempo, sull’universo dell’infanzia e sulla vita nel mondo moderno.


domenica 12 maggio 2024

Centenario di Claribel Alegría


Claribel Alegría, poetessa nicaraguense che nasceva il 12 maggio 1924, nel 2006 rilasciò un’antologia, Ars poetica, in cui racchiuse tutto il senso della sua esperienza di scrittrice, una specie di riassunto della sua vita: “Le mie preoccupazioni da adolescente, il mio viaggio a Santa Ana, la scoperta dell'amore, le mie delusioni, le mie ossessioni (la liberazione del nostro popolo, per esempio), l'esilio e, infine, il mio incontro con la vecchiaia e l'inesorabile presenza della morte. Spero che una o due poesie aiutino qualcuno a illuminare il proprio cammino o a medicare la propria ferita”. E quell’amore per la vita risalta anche nei suoi versi, in cui l’amore ricopre ogni cosa, come quel balsamo per la ferita che invocava ormai ottantenne.

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VOLO INTERROTTO

a Cristina e a Lil

Ho sognato di essere un'ala
Mi sono svegliata
con lo strappo
delle mie radici.

(da Sopravvivo, 1978)

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FUGACE SOLLIEVO

Sono una scintilla
sulla terra
un fugace sollievo
del cuore che ci pensa.

(da E questo poemario, 1999)

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RIVANGANDO RICORDI

Rivangando ricordi
mi sono imbattuta nel tuo.
Non faceva male.
L'ho tolto dalla custodia,
Ne ho scosso le radici
nel vento,
L’ho messo controluce:
era una boccia di vetro
che rifletteva pesci rossi,
un fiore senza spine
che non bruciava.
L'ho sbattuta contro il muro
e la mia sirena d'allarme ha suonato.
Chi ha spento la sua luce?
Chi ha tolto il fillo
alla lancia del ricordo
che amavo?

(da Cambiale da riscuotere e altre poesie, 1973)

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Altre poesie di Claribel Alegría sul Canto delle Sirene:

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  LA FRASE DEL GIORNO  

La poesia è scrivere e riscrivere al meglio i versi; non deve fare compromessi né essere al servizio di nessuno.
CLARIBEL ALEGRÍA

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Claribel Isabel Alegría Vides (Estelí, 12 maggio 1924 – Managua, 25 gennaio 2018), poetessa, giornalista e scrittrice nicaraguense considerata con la connazionale Gioconda Belli la maggiore esponente della Letteratura del Centro America. Fu candidata al Premio Nobel 2016.


sabato 11 maggio 2024

Nel villaggio


VASKO POPA

NEL VILLAGGIO DEI MIEI ANTENATI

Qualcuno mi abbraccia
qualcuno mi guarda con gli occhi di un lupo
Qualcuno si toglie il cappello
perché possa riconoscerlo

Tutti mi chiedono
sai che parentela ho con te

Anziani e vecchie sconosciute
si appropriano dei nomi
di ragazzi e ragazze della mia memoria

Chiedo a uno di loro
dimmi per l'amor di Dio
se Giorgio il Lupo è ancora vivo

Sono io, risponde
con una voce d'oltretomba

Gli tocco le guance con la mano
e lo imploro con gli occhi
di dirmi se anch'io sono ancora vivo.

(da Carne viva, 1975)

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Il poeta serbo Vasko Popa esplora i temi dell'identità e della memoria, della soggettività e del potere evocativo dei ricordi. Tornare dove si è vissuto crea una riconnessione con la propria memoria, riconduce su una strada dimenticata, obbliga a ricostruire i passi di un tempo ormai perduto.

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BER MURPHY, "UNA CONVERSAZIONE"

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Essere di nuovo quello che fu, quello che fosti, / pagina già voltata / di una storia che ti ha condotto qui,/ a questo giorno, bambino, per qualche ora / nella tua vecchia città, / in fondo uguale, ma così diversa.
JESÚS MUNÁRRIZ, Questi tuoi occhi

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Vasile "Vasko" Popa (Grebenac, 29 giugno 1922 – Belgrado, 5 gennaio 1991), poeta serbo di origini rumene. Primo a rompere con il realismo socialista del dopoguerra jugoslavo, scrisse in uno stile modernista influenzato dal Surrealismo e dalle tradizioni popolari serbe: motivi terrestri e leggendari si fondono, emergendo dal subconscio collettivo.