ÁNGEL GONZÁLEZ
COME SE MAI
C’è qualcosa di più nel sole che muore stasera?
Il vento
che si alza,
che strappa profumi?
Staccate di colpo, le foglie degli alberi
cieche vagano nel cielo.
Uccelli alti si incrociano, si allontanano
nella luce che li guida.
L’ombroso chiarore
sarà già dall’altra parte
- per un istante solo -
l’aurora.
Con bandiere di fumo qualcuno mi avverte:
- Guardalo bene;
ciò che passa
non tornerà mai più
ed è come se mai fosse stato
effimera materia della tua vita.
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Ángel González, come abbiamo visto in un altro post, è affascinato dai tramonti. Devo confessare che è una cosa che ho in comune con il poeta di Oviedo: resto ad osservare il cielo per qualche minuto ogni sera quando va in scena lo spettacolo, e ne escono riflessioni personali e poesie. Perché? Perché sono “romantico” come mi dicono spesso? Perché sono introspettivo? Perché semplicemente è bello rimanere a guardare il cielo colorarsi? Forse la risposta l’ha trovata Ángel González: è un minuscolo pezzo di vita che se ne va, ogni sera, è un brandello dei nostri giorni che scompare e non ritornerà, non ritornerà mai più.
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FOTOGRAFIA © ACTORSUAREZ
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LA FRASE DEL GIORNO
Questo giorno fugace / che, proprio come un delinquente, / approfitta dell’ombra per andarsene.
ÁNGEL GONZÁLEZ, Prosemi o meno
Ángel González Muñiz (Oviedo, 6 settembre 1925 – Madrid, 12 gennaio 2008), poeta spagnolo della Generazione del ‘50. Premio Principe delle Asturie nel 1985 e Premio Regina Sofia nel 1996. La sua opera mescola intimismo e poesia sociale con un tocco ironico. Il passare del tempo, l’amore e la civilizzazione sono i suoi temi ricorrenti, giocati su toni di un’ottimistica malinconia.
2 commenti:
...sai cosa pensavo tempo fa guardando il cielo....che è come le persone...nessuno è uguale all'altro mai.:)
ciaoo Vania
proprio vero, il cielo sempre diverso come un enorme caleidoscopio
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