JORGE LUIS BORGES
CONGEDO
Si devono levare fra il mio amore
e me, trecento notti come trecento muri
e sarà il mare una magia fra noi.
Avremo soltanto ricordi.
Oh sere meritate con la pena,
notti con la speranza di guardarti,
campi della mia strada, firmamento
che io vedo perdendo...
Assoluta come un marmo farà
tristi altre sere la tua assenza.
(da Fervore di Buenos Aires, 1923 – Traduzione di Luciano Luisi)
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“Avremo soltanto ricordi”. Sembra essere questo il destino di ogni sentire umano: alla fine, quando le inesorabili fiamme del tempo avranno reso cenere amori e vite, tutto quello che ci rimane sono i ricordi. Jorge Luis Borges (1899-1986) lo teorizzava già da giovane, in quel capolavoro poetico che è Fervore di Buenos Aires: in un’altra splendida poesia della raccolta spiega questa difficoltà di vivere con il fardello della memoria: “Dovrò rialzare la vasta vita / che ancora adesso è il tuo specchio: / ogni mattina dovrò ricostruirla”. L’assenza non è un vuoto assoluto, tutt’altro: è qualcosa da riempire, è una nuova dimensione di un amore, di una vita, come ben sapeva anche Vincenzo Cardarelli: “E tu non sei più che un ricordo. / Sei trapassata nella mia memoria. / Ora sì, posso dire / che m'appartieni / e qualche cosa fra di noi è accaduto / irrevocabilmente”.
RAFAL OLBINSKI, "CERNIERA SULLA SPIAGGIA"
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LA FRASE DEL GIORNO
Chi non ricorda, non vive.
GIORGIO PASQUALI, Filologia e storia
Jorge Francisco Isidoro Luis Borges Acevedo (Buenos Aires, 24 agosto 1899 – Ginevra, 14 giugno 1986), scrittore, poeta, saggista, traduttore e accademico argentino. Creatore di un genere oggi designato “borgesiano”, a definire una concezione della vita come storia, come finzione, come opera contraffatta spacciata per veritiera, come fantasia o come reinvenzione della realtà.
2 commenti:
...questi Poeti che "lanciano frecce" come Cupidi.:)..
...ottima la foto che hai inserito a spiegazione della Poesia.
ciaoo Vania
:-)
la stessa donna, tante pose: il ricordo
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