Duecento anni fa, nel 1709, l’affarismo, la crisi economica e la caduta dei valori morali erano all’ordine del giorno, proprio come adesso. E il drammaturgo francese Alain-René Lesage pensò bene di mettere in scena un’opera cinica e feroce che trattasse quei temi. Gli uomini dell’alta finanza e i notabili dell’economia di quell’inizio di XVIII secolo, proprio come i guru di Wall Street con i giornali odierni, non gradirono affatto quel personaggio che dava il titolo all’opera, Turcaret: un ex domestico divenuto un ricco e vanitoso usuraio ossessionato dal denaro, che non si fa scrupoli e usa ogni mezzo per raggiungere i suoi scopi, andando incontro alla vendetta popolare. Infatti, caduto in disgrazia e nei guai con la legge, perde tutto a favore del maggiordomo Frontin. È proprio il valletto a tentare una “morale”: “Ammiro il corso della vita umana, filosofo e cinico: noi spenniamo una gallina (la Baronessa), la gallina mangia un uomo d’affari (Turcaret), l’uomo d’affari ne prende altre”. Qualche giudizio critico: Pierre Frantz scrive che “più che un furbo, Turcaret, con la sua durezza, le sue menzogne, la sua vanità, è il simbolo della violenza esercita da chi possiede il denaro”; secondo Robert Kanters “Turcaret è la prima pièce francese il cui motore principale è il denaro”.
Il mondo economico, come sempre, le provò tutte per impedire che “Turcaret” venisse rappresentata: interventi politici, pressioni sulla “Comédie-Française”, tentativo di corruzione dell’autore attraverso la promessa di una grossa somma di denaro, rivelandosi così assai simili allo stesso Turcaret che cercavano di bloccare. Il Delfino, figlio di Luigi XIV, ordinò però che l’opera venisse rappresentata: ne risultò il contrasto tra i poveri, affamati dalla carestia, e il potere, dissanguato dalla guerra di successione spagnola.
Lesage non riuscì a godere del successo di “Turcaret”: l’opera in breve tempo fu cancellata dal cartellone della “Comédie Française” e la sua carriera nei teatri ufficiali fu bruscamente interrotta. Tuttavia, “Turcaret” è una commedia che assomiglia al “Borghese gentiluomo” di Molière e meriterebbe migliori fortune, vista la sua modernità. È proprio vero che la storia è ciclica e il passato si ripete…
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LA FRASE DEL GIORNO
Il pubblico ama ridere a spese di chi lo fa piangere.
ALAIN-RENÉ LESAGE, Critica alla commedia di Turcaret
2 commenti:
Bello ed incisivo, il nuovo look di testata: smarty, con molto piglio e colore...assolutamente idoneo alle attuali temperature ed ai bei tramonti d'agosto! (Un salutone e buona domenica, ciao Daniele)
Luciana - comoinpoesia
Grazie. Ci ho lavorato tutta la mattina. Il dubbio è adesso sul colore dei titoli e dei link...
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