GHIORGOS SEFERIS
SOLSTIZIO D’ESTATE, VII
Nel piccolo giardino il pioppo.
Il suo respiro conta le tue ore
giorno e notte,
clessidra che il cielo riempie.
Al rafforzarsi della luna le sue foglie
fanno scivolare passi neri sul muro bianco.
Al limite sono i radi pini
poi marmo e luminaria
e uomini come son fatti gli uomini.
Ma il merlo trilla
quando viene a bere
e senti a volte tubare la tortorella.
Nel piccolo giardino, dieci passi,
puoi vedere la luce del sole
cadere su due garofani rossi
un ulivo e un gramo caprifoglio.
Accetta chi sei.
La poesia
Non immergerla nei platani profondi
Nutrila di quella terra e di quella roccia che hai.
Il resto,
scava sul posto per trovarlo.
(da Tre poesie segrete, 1966 - Traduzione di Mario Vitti)
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Nel 1963 il Premio Nobel per la Letteratura venne assegnato al poeta greco Ghiorgos Seferis con la seguente motivazione: “Per la sua scrittura distinta, ispirata da un profondo sentire per il mondo della cultura ellenica”. La sua terra dunque, al centro dei versi – la poesia nel piccolo giardino di casa, dove bastano le ombre a distillarla e la semplice accettazione di questo fatto, che alcuni critici scambiano per nazionalismo, altro non è che quel filo che si dipana dall’umanesimo della letteratura greca, come spiegò Seferis al banchetto in suo onore a Stoccolma: “Vengo da un piccolo paese. Un promontorio roccioso nel Mediterraneo, che nulla distingue se non il lavoro della sua gente, il mare e la luce del sole. È un piccolo paese, ma ha una tradizione immensa tramandata nei secoli senza interruzione”.
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FOTOGRAFIA © YVONNE AYOUB
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LA FRASE DEL GIORNO
Per la poesia non esistono paesi grandi o piccoli. Il suo dominio è nel cuore di tutti gli uomini.
GHIORGOS SEFERIS
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