lunedì 11 novembre 2013

La poesia più bella

 

MASCHA KALÉKO

LA MIA POESIA PIÙ BELLA

La mia poesia più bella?
Io non la scrissi.
Emerse dal profondo delle profondità.
La tacqui.

(da Werke, 2012 – Traduzione di Francesca Goll)

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Minimale, ermetica, oscura. Eppure, questa poesia di Mascha Kaléko, ebrea tedesca nata in Galizia ed esule per anni negli Stati Uniti e in Israele, ha qualcosa che entra dentro, che tocca corde nascoste. Perché quello di meglio che tutti noi abbiamo è nel nostro intimo, è nella profondità del nostro essere: è ciò che in fondo siamo, la parola sorpresa all’improvviso come una rivelazione. Ed è lo stesso concetto che esprime un’altra poetessa ebrea tedesca, Hilde Domin, contemporanea della Kaléko: “E più belle sono le poesie / che non scriverò”.

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Rafal-Olbinski11

DIPINTO DI RAFAL OLBINSKI

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LA FRASE DEL GIORNO
Per cercare il senso profondo, non sprofondare. / Tu non cercare. Così lo troverai.
MASCHA KALÉKO




Mascha Kaléko, pseudonimo di Golda Malka Aufen (Schidlow, 7 giugno 1907 – Zurigo, 21 gennaio 1975),  poetessa tedesca. Caratteristica della sua opera, appartenente alla corrente della Nuova Oggettività, è la poesia urbana dal tono ironico, tenero e malinconico. Le sue opere più importanti raccontano la sua fuga dal regime nazista.


3 commenti:

Greta ha detto...

Bellissima, breve e incisiva.
Ha ragione, il nostro lato più profondo non trova sempre espressione...

Vania ha detto...

...che ci sarà...?

...appropriata e bellissima l'immagine che ci hai proposto:)

ciaoo Vania:)

DR ha detto...

sì, non tutto si riesce ad esprimere