ALFONSO GATTO
SORRIDERTI
Sorriderti forse è morire,
porgere la parola
a quella terra leggera
alla conchiglia in rumore
al cielo della sera,
a ogni cosa che è sola
e s’ama col proprio cuore.
(da Poesie d’amore, Mondadori, 1972)
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Poesia alquanto criptica, davvero emetica questa di Alfonso Gatto: amore è condividere, dividere la propria anima con l’altro. Può giovare alla comprensione ciò che Gatto scrisse nella prefazione alla seconda edizione di questa raccolta, quella che nel 1972 univa le poesie scritte dal 1941 al 1949 a quelle del periodo 1960-1972: “Amare non è ragionare, non è credere, non è contrattare il possibile o azzardare l’ignoto. Amare è invocare fisicamente tutto l’essere per una goccia di vita, quale sia il sangue a irrompere o a tacere, come avviene per la morte. L’amore volta nell’impegno e nella riuscita del dono, nella volontà e nella grazia, e, in tal senso, deve toccarci”.
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JACK VETTRIANO, “LOVE STORY”
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LA FRASE DEL GIORNO
Amore, stretto di baci / filtro di sonni leggeri, / l’amore soffia alle braci / notturne dei grandi pensieri.
ALFONSO GATTO, Poesie d’amore
Alfonso Gatto (Salerno, 17 luglio 1909 – Orbetello, 8 marzo 1976), poeta e scrittore italiano. Ermetico, ma di confine, giornalista e pittore, insegnante di Letteratura all'Accademia di Belle Arti, collaboratore di “Campo di Marte”, la sua poesia è caratterizzata da un senso di morte che si intreccia al vivere.
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