MELEAGRO
PIANTO PER ELIODORA
Lacrime anche lì, attraverso la terra
ti offro, Eliodora, reliquie d’amore,
nell’Ade, lacrime aspre sulla tomba
molto compianta, memoria dei miei
desideri, memoria del mio amore.
Ah, miseramente, miseramente
io Meleagro qui piango su te, cara
anche tra i morti, vana
offerta ad Acheronte. Ah, dov’è il mio
amato germoglio? Lo strappò Ade,
lo strappò. Ed ora la polvere sporca
il vivo fiore. Terra che ci nutri,
ti supplico, accogli tenera al tuo
seno, madre, quella che tutti piangono.
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Sono versi di Meleagro (130-60 avanti Cristo), poeta greco, quelli che ho scelto per questa giornata consacrata alla memoria dei defunti: un ricordo che eleviamo a quanti abbiamo amato e conosciuto, a quanti ci hanno amato e che hanno valicato quel fiume Acheronte che nella mitologia greca simboleggiava il passaggio all’Ade, il regno dei morti. Un ricordo che certamente non è generato solamente da questa celebrazione, ma che spesso ci capita di rievocare durante il corso dell’anno, quando pensiamo a chi ci ha lasciato, al vuoto che è rimasto al loro posto nelle nostre vite.
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FOTOGRAFIA © TYNIPIC
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LA FRASE DEL GIORNO
Anche se non hanno voce, i morti vivono.
SHOHEI OOKA, La guerra del soldato Tamura
Meleagro di Gadara (Gadara, oggi Umm Qais, Giordania 130 a.C. – Kos, Grecia, 60 a.C. circa), filosofo, scrittore e poeta greco antico. Di lui restano 130 epigrammi raccolti nell’Antologia Palatina, perdute sono le satire menippee e l’opera “Le Càriti”. Le sue poesie cantano l’amore per etere ed efebi.
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